sabato 4 novembre 2017

FRA I 700 ED I 1000 (MILLE) MILIARDI DI € SOTTRATTI AL FISCO OGNI ANNO

Bene, abbiamo finalmente scoperto che le banche praticano usura penale, e tutte le indagini delle Procure italiane dimostrano che finalmente qualcuno si sta muovendo contro questi illeciti gravissimi che servono solo ad impoverire correntisti ed aziende, portandole sull’orlo del baratro.
Sono sempre maggiori le cause intentate contro le banche, a cui seguono sentenze di condanna pesantissime. Ma è bene sapere che le banche prima ti fanno spendere denari per intentare una causa, poi arrivano ad un accordo poco prima della sentenza, perchè non possono permettersi di essere troppo condannate: scatenerebbero una serie infinita di denunce e di risarcimenti che toglierebbe loro liquidità, potere, e se dovessero pagare per tutte le malefatte messe in essere sarebbero già tutte fallite.
Ma le banche non si accontentano di rubare ai cittadini, rubano allo Stato, con il suo beneplacito.
Guardiamo in faccia alla realtà: mentre banchieri stile Mario Draghi ripetono che il problema dei debiti pubblici degli Stati è dovuto a quella che io chiamo “evasione di sopravvivenza” (già, perchè se le tasse fossero ad un livello abbordabile non ci sarebbe questa necessità per poter mangiare), la verità è che i MAGGIORI EVASORI SONO PROPRIO LE BANCHE.
Con un meccanismo molto semplice.
Nei propri bilanci le banche segnano i depositi ed i conti correnti al passivo.
Ciò non avrebbe alcun senso (come se il gestore di un garage iscrivesse al passivo le automobili parcheggiate!) se non fosse fondamentale per occultare il reale funzionamento delle banche stesse: solo mettendo al passivo i depositi nello stato patrimoniale si nasconde la voragine di attivo (determinato nel tempo da un impressionante margine operativo lordo tra gli impieghi con i loro interessi –da una parte- ed i soli costi di funzionamento con gli interessi sui depositi, dall’altra).
Il margine operativo (impieghi più interessi attivi meno costi e interessi passivi, sarebbe superiore al 90% e, in assenza di sofferenze (crediti divenuti definitivamente inesigibili o che non rientrano come previsto durante l’esercizio), sottoponibile a tassazione.
Storicamente, i banchieri (e chi per loro) hanno sempre evitato più della peste che si capisse come funzionano le banche.
Il motivo è molto semplice: mantenendo nel bilancio solo interessi e altri costi, ma non le somme depositate dai clienti (a qualsiasi titolo), tutto il margine operativo di queste istituzioni creditizie emergerebbe in piena evidenza; conseguentemente dovrebbero pagare tasse elevate e, soprattutto, risulterebbe troppo chiaro come il credito potrebbe venir gestito con tassi di interessi negativi senza dar luogo a “sofferenze” (perdite), ma solo a mancati arricchimenti.
Per far quadrare il bilancio, poichè in realtà le banche hanno molte più attività delle passività cioè hanno molti più crediti (prestiti, investimenti) che debiti (depositi) devono in qualche modo far quadrare il bilancio. In sostanza, si fanno falsi bilanci, che nessuno può controllare al di fuori di Bankitalia, quale Istituto di Vigilanza. E’ come se le stesse banche private controllassero i loro stessi bilanci. I veri banchieri, quelli che fanno i soldi, sono quelli delle banche private; la BC (Bankitalia) o la BCE (Banca Centrale Europea) sono solo lo strumento di copertura che i banchieri privati, utilizzano per proteggersi.
Esistono esempi eclatanti di evasione fiscale bancaria, tutte chiuse con patteggiamenti con il fisco, colluso, e versamenti di circa il 20% del dovuto, quando va bene.
Ma avete idea dell’importo non versato? Ve lo dico io. Si è parlato di un “tesoretto” tra 4 e 5 miliardi, questo calcolato solo fino al 2012, che si trova nei forzieri delle banche. Si tratta di denaro che gli istituti italiani dovrebbero versare allo Stato per imposte non pagate e per operazioni finanziarie sospette, finalizzate ad eludere il fisco.
Nella partita tra le banche e il fisco chi perde è lo Stato.
Il caso più eclatante è di Unicredit, che ha già staccato un assegno all’Agenzia delle Entrate di 264 milioni di euro per 246 milioni di tasse non pagate, attraverso la sottrazione di 745 milioni di reddito con l’operazione Brontos, nome che deriva da una serie di rapporti intrattenuti tra Piazza Cordusio e la Barclays. Per l’affare è stato rinviato a giudizio l’allora ad di Unicredit, Alessandro Profumo.
Ma non se la passa bene neppure Banca Intesa SanPaolo, per la quale è stato rinviato a giudizio Corrado Passera proprio mentre era Ministro del governo Monti.
Intesa ha dovuto versare allo Stato 270 milioni, a fronte di contestazioni per 1,15 miliardi tra imposte evase, interessi e sanzioni. E la stessa banca ha ricevuto la visita non gradita degli uomini dell’Agenzia, che hanno voluto fare luce sulla controllata Group Service, relativamente all’anno 2009, oltre che su Banca IMI, in relazione a finanziamenti stipulati all’estero e a contratti di finanza strutturata tra il 2008 e il 2010.
perche’ 270 milioni a fronte di 1,15 miliardi di contestazioni fiscali? provate voi a pagare il 20% di quanto vi chiede il fisco e vedete che vi succede.
E il Banco Popolare, invece, eredita dalla ex Popolare di Lodi e Italease una bega fiscale da 391 milioni, che ha dovuto sistemare con lo Stato, mentre alla Ubi Banca sono state contestate omesse ritenute per 13,2 milioni.
Sempre il Fisco ha contestato l’estero-vestizione alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna per gli anni 2005 e 2006 e per un importo complessivo di 11,2 milioni, che scenderebbero a 3,2 milioni, considerando il versamento delle imposte nel periodo in Irlanda.
Nel 2011 il Monte dei Paschi di Siena ha fatto un accordo con l’Agenzia delle entrate per chiudere una controversia da un miliardo e cento milioni di euro.
Il fisco contestava alla banca senese di non aver pagato tutte le imposte sugli utili ottenuti attraverso operazioni di compravendita di azioni e di titoli pronti contro termine.
Sono operazioni complesse, sfruttando triangolazioni con l’estero, molte banche hanno pagato le tasse dove era più conveniente, oppure non hanno pagato quasi nulla facendo passare per dividendi quelli che invece erano interessi sicuri e che sono tassati di più.
voi pensate forse che le banche hanno smesso di evadere il fisco? Errore.
Per questo vi rimando a leggere attentamente un articolo che ho scritto sullo scandalo LuxLeaks.Va bene girare per le strade alla ricerca delle targhe di auto di grossa cilindrata, nella speranza (per lo Stato) che appartenga a qualche evasore con il pallino dei motori. Va bene tutto, o quasi. Ma non si capisce perché una banca possa pagare un quarto della cifra contestatale, mentre un imprenditore o un povero cristo comune dovrebbero passeggiare per strada in mutande per Equitalia, mentre le banche non pagano nulla e continuano ad arricchirsi sulle nostre spalle.
Nel 2013 si è messa di traverso anche la Cassazione con una sentenza allucinante: per le banche e le grandi società “ben può parlarsi di una vera e propria impunità fiscale” dato che “l’attuale sistema punitivo, e soprattutto quello volto al recupero dei proventi del reato attraverso la confisca di valore, nella materia dei reati tributari” è “inefficace e evidenzia una disparità di trattamento in riferimento alla previsione della confisca”.
In parole povere, i magistrati non avrebbero armi per sottrarre a banche e società i frutti dell’evasione fiscale. Tutto è partito dallo scandalo Unicredit di cui ho parlato qua sopra.
La procura di Milano aveva sequestrato ad Unicredit 245 milioni di euro “per equivalente”.Una norma cautelare che permette di congelare il presunto provento dell’illecito. La somma era stata liberata dal riesame, ma la procura aveva fatto ricorso in Cassazione. Che ha respinto la richiesta. Ma a sorprendere sono le motivazioni depositate.
Dopo aver evidenziato la mancanza di norme che consentano di confiscare i beni delle banche e delle società il cui management mette in atto operazioni fraudolente a vantaggio societario, la Cassazione ha rilevato che “di conseguenza, la società Unicredit ed i suoi beni non possono essere destinatari di provvedimenti cautelari di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del profitto dei reati tributari per cui si indaga, pur commessi a suo vantaggio, reati allo stato ascrivibili solo agli indagati persone fisiche. Pur non risultando affatto estranea ai reati tributari”, dicono i supremi giudici, Unicredit “non può essere chiamata, a legislazione vigente, a rispondere per tali reati, in quanto nessuna fonte di legislazione primaria prevede tale titolo di responsabilità”.
Ad avviso della Corte – che passando in rassegna la normativa vigente non ha che potuto respingere il ricorso con il quale la Procura di Milano insisteva nel chiedere il sequestro cautelare dei soldi di Unicredit – le attuali norme, in tema di confisca per i reati tributari societari, violano il “principio di uguaglianza e parità di trattamento” perché danno un vantaggio di impunità alle “persone fisiche di dimensione non modesta”, ossia alle grandi compagini societarie.
“Peraltro risulta evidente – scrive la Cassazione nel suo verdetto affidato alla penna del consigliere Elisabetta Rosi – che la mancanza di una previsione che consenta di poter ritenere la persona giuridica responsabile per gli illeciti penali tributari posti in essere nel suo interesse ed a suo vantaggio, non può essere ritenuta mera conseguenza di una ragionata scelta discrezionale del legislatore”. Insomma, le norme sarebbero un disorganico guazzabuglio.
“Occorre anche notare che ad assetto vigente – prosegue la sentenza – il legislatore italiano ha finito per differenziare, niente affatto ragionevolmente, la fattispecie, anche sotto il profilo dell’aggressione ai patrimoni illeciti, a seconda della natura transnazionale o meno di un reato, con la conseguenza che per quelle indagini su reati tributari compiuti nell’ambito di fenomeni associativi a carattere transnazionale (le frodi ‘carosello’) sarà ravvisabile la responsabilità delle persona giuridica ed operare la confisca per equivalente dei beni della società coinvolta”. “Un analogo provvedimento – conclude la Cassazione – non sarà, invece, possibile nei confronti di una società che, magari a fronte di un ammontare maggiore di imposte evase, non si connoti per la natura transnazionale del consortium sceleris”.
AVETE CAPITO BENE. PER LE BANCHE NON ESISTE EQUITALIA. NON ESISTE NORMA CHE PREVEDA AZIONI DI TUTELA VERSO STATO E CORRENTISTI.
ED INFATTI DI QUEI PROCESSI NESSUNA SENTENZA, PRESCRIZIONE.

VOI CONTINUATE A PAGARE LE TASSE. TANTO C’E’ CHI NON LO FA ED E’ ANCHE TUTELATO.

BABELE – BABILONIA

BABELE – BABILONIA

Ovvero, confusione, accozzaglia, baraonda, parapiglia, scompiglio, mischia, disordine, bolgia, cagnara…….

Genesi 11, 1-9

« Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.

Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono.

Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento.

Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra".

Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo.

Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro possibile.

SCENDIAMO DUNQUE E CONFONDIAMO LA LORO LINGUA, PERCHÉ NON COMPRENDANO PIÙ L'UNO LA LINGUA DELL'ALTRO".

IL SIGNORE LI DISPERSE DI LÀ SU TUTTA LA TERRA ED ESSI CESSARONO DI COSTRUIRE LA CITTÀ.

PER QUESTO LA SI CHIAMÒ BABELE, PERCHÉ LÀ IL SIGNORE CONFUSE LA LINGUA DI TUTTA LA TERRA E DI LÀ IL SIGNORE LI DISPERSE SU TUTTA LA TERRA. »

Un bel figlio di puttana … no?

Lo stesso sta accadendo sotto i nostri occhi e pochi lo vedono…..

Cari Ragazzi.... prima di parlare i bambini infanti incominciano a sbiascicare mozziconi di parole e vanno per tentativi successivi, finchè dopo infinite prove cominciano a parlare…. Ma sono parole semplici che rappresentano prevalentemente oggetti concreti… Poi sviluppando e crescendo sempre più ampliano il loro vocabolario fino a diventare autosufficienti nella vita di relazione verbale….

Accrescendo il proprio livello culturale l’individuo successivamente arricchisce le proprie “banche dati” di concetti e delle relative nominalizzazioni acquisendo contemporaneamente due risultati : 1) avendo accesso a progressivi strati e livelli di consapevolezza interiore e …. 2) ottenendo considerazione, rispetto e collocazione sociale all’esterno…

Ora, come tutti dovrebbero sapere, questo livello culturale non è uguale per tutti… principalmente per il proseguio nei secoli e millenni di quanto citato in apertura…. E cioè l’intenzionale azione del “Signore” (oggi si chiamano in un altro modo, ma l’intento è sempre lo stesso) di distorcere la parola, i concetti e soprattutto le menti di quante più persone possibili….

Il Potere da sempre fa questo… l’accesso alla conoscenza da parte di larghi strati della popolazione è azione estremamente recente … basti ricordare che a inizio novecento solo circa il dieci per cento della popolazione italiana sapeva leggere e scrivere…. E non avendo accesso alla conoscenza non si possono formare le “Coscienze” (intese come informazione consapevole, matura e discriminata tramite successive scelte)….

E quando i cosiddetti Padri della psicanalisi hanno messo in piedi quell’affastellamento di gran cazzate che hanno chiamato scienza psicanalitica … lo hanno fatto più o meno consapevolmente con l’obbiettivo non dichiarato,,, ma perfettamente prevedibile di arrivare attraverso il controllo delle menti, effettuato nelle più disparate maniere, al controllo delle masse….

Solo per citarne alcuni strumenti e strategie messe in atto … il primo e, come già detto il mantenimento delle masse nell’ignoranza…. Ma successivamente anche costoro (gli psicanalisti/psicologi al servizio del Potere) si sono resi conto che era molto più facile, meno costoso e molto più redditizio percorrere un’altra strada… e cioè far credere alle masse di essere libere ed avere accesso a tutti i beni della Terra compresa anche alla cultura e alla conoscenza propinando loro in realtà una gran massa di idiozie condite con verità inoppugnabili … il che rendeva credibili e in qualche modo attendibili delle gran puttanate …. Che tali si rivelano alla prima attenta disamina….

Ma soprattutto attraverso la coercizione subliminale e la metacomunicazione… distorcono le menti e la logica, sia del pensiero, sia dell’esempio da cui derivare l’insegnamento…

Insomma una brodaglia di concetti, pensieri, idee, rimescolati da uno stregone medioevale come in un Sabba …. Il cui risultato finale è qui sotto i nostri occhi… tutti pensano (si fa per dire) di essere gli unici detentori della Verità… magari per avere chissà come e chissà perché messo in tasca una laurea o peggio un diploma… magari trenta quaranta anni prima aver avuto accesso ad un briciolo, per di più falso, di cultura tipo OGM modificata…..

Il progetto di attacco all’Umanità che il Potere sta portando avanti è esattamente lo stesso sia sul piano ambientale, agricolo, alimentare, culturale…. Addirittura un predeterminato programma di privazione delle identità nazionali/etniche/antropologiche, dell’identità culturale messa in atto con la conquista da parte dei modelli cinematografici e televisivi… ma soprattutto scandalosamente tentando di struggere anche il legante linguistico… tant’è che per fortuna la magistratura (da non credere) su richiesta dei professori del Politecnico di Milano è intervenuta bloccando le intenzioni della dirigenza di far tenere le lezioni e gli esami del Politecnico esclusivamente in lingua inglese…

Una follia, una prevaricazione, una superbia e sottrazione di Sovranità inaudite.

Sto saltando volutamente e continuamente dal particolare al generale proprio per evidenziare che sia sul piano individuale che sociale è da sempre in atto, e tuttora più che mai, questa azione violenta di sottrazione dell’identità di ciascuno… che passa anche attraverso questa evanescenza di fondamenta concettuali solide condivise… il che non è… e questa azione si evidenza anche nella vita di relazione come pure nei “Social Network”, quale Facebook dove in ogni occasione in cui mi capita di intervenire o di distrattamente dare un’occhiata…

Tutti chiacchierano di tutto… con la pretesa di essere dei luminari di scienza in tutti i campi dello scibile umano… quando la quasi assoluta totalità in realtà non sa un cazzo di niente …. Di niente…. Parafrasando scimmiescamente in millesimo il comportamento dei “presenzialisti” televisivi che partecipano ad ogni genere di trasmissioni sugli argomenti più disparati prendendo impropriamente la parola su argomenti di cui FORSE conoscono solo il nome generico che individua il tema e partendo dalla sola conoscenza del nome (sicuramente neppure conoscendo la derivazione etimologica) pontificano come dal pulpito….….

Questo non è casuale… ma fa parte di un gigantesco piano mondialista… che attraverso vari modelli degenerativi nei vari campi di azione tende a trattenere la naturale tensione evolutiva della specie umana…

Quindi,…. per tirare le somme… da una parte sarebbe auspicabile la diversità di etnia, di pensiero, di lingua e quant’altro… per accrescere nella diversità le potenzialità delle probabilità e delle loro variabili….

Ma dall’altra sarebbe invece ottimale un comportamento adulto, coerente, consapevole, responsabile che desse quella giusta sobria visione della reale valenza personale e quindi innalzasse equilibrate misure all’egocentrismo ed egoismo di ciascuno… in modo da evitare di rendere i luoghi di discussione e di scambio di idee una Babele cialtronesca in cui tutti cianciano come infanti parole di cui non capiscono neppure il senso e dissertano di tutto non avendo minima consapevolezza di nulla…. con ciò boicottando anche quello che di buono qualcuno più competente potrebbe apportare alla comunità…..


Veiensfurens (alias Orazio Fergnani) – AlbaMediterranea.

LA CHIESA CATTOLICA SPA

La Chiesa cattolica principalmente attraverso il controllo (da oltre due secoli) di queste banche:

Darier Hentsch & Cie Bank (1796, Svizzera);

Gruppo Rothschild;

Barings Bank;

Citybank di New York;

e J. Henry Shroeder Bank, oltre a milioni di ogni genere di attività….

oggi controlla buona parte dei pacchetti azionari di tutte le banche al mondo…. Ivi comprese anche le banche private che controllano, a partire dagli ultimi trent’anni, quasi tutte le banche “Nazionali” europee che a loro volta controllano la B.C.E. … per cui al padrone non si può dire di no se ogni tanto si prende la libertà di pazzeggiare…

L’investimento (indiretto)… nel settore bancario di maggior valore per la Chiesa Cattolica è rappresentato dal suo investimento nel capitale di controllo delle Banche del Sistema della Federal Reserve degli Stati Uniti.


Tramite un dispositivo estremamente complesso di piccole holding diffuse, in alcuni casi, tra migliaia di banche, e partecipazioni incrociate in grado di occultare le proprietà facenti capo a enti stranieri, la Chiesa Cattolica ha effettivamente controllato la Federal Reserve, e di conseguenza il destino dell’economia degli Stati Uniti, già dall’inizio del XX secolo.

ALCUNI DEI TANTI ASPETTI DEL RAPPORTO DENARO, FISCO, RELIGIONE, CHIESA ... CLERO.

ALCUNI  DEI TANTI ASPETTI DEL RAPPORTO DENARO, FISCO, RELIGIONE, CHIESA ... CLERO.

PREMESSO ART.53 COSTITUZIONE

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.



DOPPIA “CONIAZIONE” FISCALE ED IMPOSITIVA (TEORICA) E MONETARIA LE DUE DISGIUNTE ED AUTONOME AVULSE L’UNA ALL’ALTRA…. ESATTAMENTE COME ORA
LA PRETESA DI ESAZIONE A PRESCINDERE DALLA NECESSARIA QUANTITà DI MONETAZIONE ALL’INTERNO DELL’ECONOMIA…



Per chiarire la situazione attuale occorre fare riferimento al motto di …… chi non conosce il passato non conosce il presente e chi non conosce il presente non può programmare il futuro.



Occorre quindi ricordarsi cosa successe in passato in analoghi frangenti quali modalità risolutorie furono scelte, quali furono le priorità e quale esito comportarono….
Nel Tardo Impero d’Occidente il costo crescente dell'esercito con continui aumenti di stipendio ed elargizioni per tenerlo quieto, le spese della corte e della burocrazia in quanto al governo servivano sempre più controllori che combattessero l'evasione fiscale ed applicassero le leggi nella vastità dell'Impero, non potendo più ricorrere alla metodica svalutazione monetaria che aveva causato tassi d'inflazione incredibili, si riversarono,sulle imposte con un intollerabile peso fiscale, soprattutto tra il III ed il IV secolo, quando le dimensioni dell'esercito raggiunsero i 500.000 e più armati a causa della riforma fiscale di Diocleziano con l'introduzione della iugatio-capitatio nelle campagne e altre imposizioni fiscali per i centri urbani.
Dato che i nullatenenti ovviamente non tenevano niente ed i ricchi contavano su appoggi e corruzione chi ne pagò come al solito (ed anche ora) il costo furono il ceto medio (piccoli proprietari terrieri, artigiani, trasportatori, mercanti) e gli amministratori locali (decurioni), tenuti a rispondere in proprio della quota di tasse fissata dallo Stato (indizione) a carico della comunità per evitare l'evasione fiscale. L'evergetismo, che era un munifico e magnifico vanto, diventò sempre più una obbligazione imposta dal governo centrale.
Le cariche pubbliche, che in precedenza erano ambite, significavano nel Tardo Impero gravami e rovina. Per arrestare la fuga dal decurionato, dalle professioni e dalle campagne, che divenne generale proprio con l'inasprimento della pressione fiscale tra il III ed il IV secolo d.C., lo Stato vincolò ciascun lavoratore e i suoi discendenti al lavoro svolto fino ad allora, vietando l'abbandono del posto occupato (professioni coatte), che nelle campagne darà avvio, attraverso il colonato, a quella che nel Medioevo alla "servitù della gleba".
È comprensibile, a questo punto, che la massima parte della popolazione considerasse l'arrivo dei barbari non tanto una minaccia, quanto una liberazione. Ormai si era scavato un solco profondo tra uno Stato sempre più invadente e prepotente e la società. Lo Stato che nel V secolo crollò sotto l'urto dei barbari era uno Stato ormai privo di consenso e costituito da una ristretta elite di superricchi e da una .sterminata massa di poveri irrecuperabilmente senza speranza di .emancipazione e miglioramento... qualcosaa di analogo alla situazione attuale. E per questo ed altre motivazioni economico/socio/politica ebbe facile presa il cristianesimo, e conseguentemente il Papato gradualmente (come al solito) si sostituì in toto all’Impero.



Nel Medio evo le cose non andarono meglio ma tralasciamo ed andiamo direttamente alla prima metà del Cinquecento che segna uno spartiacque nella storia della fiscalità non solo pontificia qui succintamente esaminata.
Una delle ragioni più significative di tale snodo va ricercata nella nascita e nello sviluppo della Riforma protestante in Europa che portò sconquasso di ogni ordine storicamente costituito, primariamente economico, finanziario, fiscale, oltre che sociale morale, religioso .
L’immagine del monaco Lutero che affigge le tesi non trova riscontro nella realtà, tuttavia tale disputa ebbe una diffusione straordinaria nell’intera area tedesca dell’Europa e non solo. Ciò avveniva a causa del contenuto delle 95 tesi, mediante le quali si sferrava un deciso attacco ad alcune concezioni teologiche della Chiesa romana nonché alle stesse strutture ecclesiastiche fino al vertice, colpendo l’istituzione stessa del papato. L’appello di Lutero corrispondeva esattamente alle aspirazioni della società politica tedesca che rivendicava con forza l’autonomia dell’imperatore tedesco dalla Curia romana e dal Suo Capo. Così tuonava Lutero:
Noi tedeschi siamo bellamente gabbati alla tedesca: mentre immaginiamo di essere signori, siamo divenuti gli schiavi del più scaltro dei tiranni, possediamo il nome, il titolo e l’insegna dell’Impero, ma tesoro, potenza, libertà e diritto li ha il papa, e, mentre quello si pappa il frutto, noi giocherelliamo col guscio vuoto…”
La quale affermazione proclama apertamente la vera motivazione dello scisma luterano…. Insomma è sempre questione di “vil pecunia”….
Col 1525 la riforma luterana da fatto puramente religioso passò ad assumere anche valenze economiche e politiche. Il 1525 infatti registra il primo atto della cosiddetta “secolarizzazione“ dei grandi benefici ecclesiastici con cui il gran maestro dell’ordine teutonico Alberto di Hohenzollern mutò le terre ecclesiastiche che egli godeva in beneficio in formula giuridica internazionale di “ducato”, ereditario per la propria famiglia: il ducato di Prussia. Il che determinò un punto di non ritorno per la riforma luterana e le conseguenze belliche con annesse stragi che sappiamo.
Ma per completare il quadro dell’operazione liberatoria dai vincoli impositivi del Papato occorre ricordare il contemporaneo verificarsi anche del movimento zwingliano, della riforma calvinista, nonché, dal 1534, dello scisma anglicano….
Tutto ciò ha significato per il Papato sul piano della fiscalità la riduzione delle cosiddette “entrate spirituali”. Riduzione ben più preoccupante rispetto alla decurtazione che, dopo i lunghi anni del Grande Scisma (1378-1417) e quelli del Piccolo Scisma o Scisma di Basilea (1439-1449), pure la S. Sede con Niccolò V (1447-1455) aveva subito, dovendo il Papato rinunciare a parte dei diritti vantati sulle terre e sul clero dei vari Stati cattolici.
Per sopperire a quanto accennato, soprattutto a partire dal regno di Sisto IV (1471-1484) si ricorse alla prima forma di debito pubblico al mondo: la vendita degli uffici venali. Non si capisce però come mai nelle entrate dello Stato della Chiesa non siano mai state messe a bilancio le cospique, anzi inenarrabili entrate provenienti dalle ruberie svolte per secoli in Sudamerica.

In ogni caso furono adottate nuove formule impositive.. e queste o rappresentavano incarichi amministrativi effettivi, e l’accesso “alla carriera direttiva” sia nel governo della Chiesa che dello Stato, oppure configuravano veri e propri titoli del debito pubblico che fornivano ai titolari una rendita finanziaria di entità correlata al valore dell’acquisto dell’ufficio stesso integrate da cariche onorifiche di facciata.

La corresponsione degli interessi spettanti alle cariche di secondo tipo veniva assicurata da parte delle entrate del Comune di Roma nonché dagli introiti dei monopoli. L’escamotage ebbe successo ed ossigenò il bilancio dello Stato. L’operazione esercitò varie funzioni, fra qui quella di creare consenso politico attorno al pontefice di una non discreta fascia di persone, che vedeva proprio nel rafforzamento dell’autorità del papa la tutela dei propri interessi, tra i detentori del debito pubblico non potevano mancare i più assidui e tradizionali…. le grandi banche, in particolare toscane che acquistavano le cariche su larga scala per rivenderle ad acquirenti minori …. anche portando al soglio pontificio vari loro rappresentanti… (esattamente come oggi).
Tralascio altre considerazioni solo per riflettere sulle successive imposte varate nella seconda metà del Cinquecento: dal sussidio del quattrino della carne, istituito nel 1553, al sussidio straordinario creato nel 1557, dal sussidio della foglietta introdotta da Sisto V nel 1588 alla tassa delle galere dello stesso anno.

Questo notevole incremento del peso fiscale inspiegabilmente non determinò sommosse contro il pontefice-re grazie soprattutto al sistema di riscossione affidato alle élites locali ma anche per il rafforzamento dell’autorità pontificia conseguente all’apertura del concilio di Trento e del successivo sviluppo della Controriforma, insomma la “venalità degli uffici” costituì nel lungo periodo un poderoso ed efficace fattore di consenso sociale: «uno strumento importante nell’attuazione del patto storico di alleanza tra papato e nobiltà cittadina», collante che in fin dei conti saldava i rapporti di potere tra il centro e i gruppi oligarchici locali.
Ma riduceva a condizioni di vita infime i semplici cittadini costretti a vivere al limite della sopravvivenza… tanto che all’arrivo dei Garibaldini costoro non trovarono in pratica alcuna opposizione (che non avvenne anche per altri motivi).. ma questa è tutt’altra storia.

Tre punti occorre qui mettere bene in chiaro :

  1. L’alta imposizione fiscale, sempre crescente nel corso degli anni non impedì però allo Stato della Chiesa di crearsi un debito pubblico oscillante fra le 15 (quindici), 20 (venti) volte del PIL (non mi sembra che nonostante questo e di sostenerlo per secoli rinnovandolo ripetutamente lo Stato della Chiesa sia stato dichiarato “fallito”.

  1. Non si capisce (anzi si capisce benissimo)…come mai anche allora lo Stato della Chiesa abbia avuto bisogno di prestiti quando in quello stesso periodo affluivano dalle Americhe per almeno due secoli galeoni carichi di oro, di argento e merci preziosissime di cui la Chiesa deteneva la compartecipazione agli utili in quanto uno dei cofinanziatori (papa Cybo) del viaggio di Colombo, della derivante scoperta delle Americhe, delle relative rotte e di tutte le scorrerie compiute nei secoli successivi particolarmente in Sudamerica.

  1. .e che quindi non sembrerebbe in questo caso particolare alcun elemento degno di essere preso a valido, reale, concreto, fondante di un contesto…. Un vero infame baillame logico/economico/fiscal/politico … un rospaccio del tutto indigesto ed intollerabile … pure con la più buona volontà di inghiottirlo..

  1. Ma soprattutto non si riesce a comprendere per quale ragione mai si dovrebbe accettare una imposizione fiscale al limite della schiavitù da una parte e del detrimento dell’economia in senso autodistruttivo dall’altra..

Resta il fatto che i Romani accolsero i garibaldini di LaMarmora come dei liberatori… dalla fame, dall’oppressione, dalle angherie, dalla vessazione fiscale, dall’ossessione liturgica rituale.

Tutta questa anticipazione storico/fiscale per consolidare il concetto che il regime fiscale è sempre iniquo, ingiusto, illogico…. E che esso va osteggiato sempre… ma ancor più nel momento che adesso andremo ad evidenziare..



Distribuzione del gettito in funzione della pressione fiscale: superato un certo limite t*, a cui corrisponde il gettito massimo Tmax, ulteriori aumenti dell'imposta causerebbero un aumento di evasione ed elusione, tale da ridurre il valore dello stesso. La forma reale e il valore t* sono sconosciuti e dipendono probabilmente da molti fattori.




E’ notorio che esagerare nel prelievo fiscale è detrimente per lì economia… talmente concetto consolidato che esiste addirittura un antico proverbio arabo che dice : < Quando sei nel deserto senza acqua … puoi spillare sangue del tuo cammello e berlo… ma se ne spilli oltremodo il tuo cammello morirà … e tu con lui>.

CAPITO??


giovedì 2 novembre 2017

AMBIGUITÀ, RAGGIRO, INFONDATEZZA GIURIDICA … E NON SOLO …DELLA MONETA ELETTRONICA

AMBIGUITÀ, RAGGIRO, INFONDATEZZA GIURIDICA … E NON SOLO …DELLA MONETA ELETTRONICA

Di Orazio Fergnani


Uno degli strumenti di ultima generazione utilizzato per controllare, studiare ed eventualmente poi intervenire e condurre gli individui nelle loro decisioni ed azioni è la cosiddetta carta di “credito” elettronica…....

Una tecnologia come mezzo di controllo sociale per imporre, attraverso una continua induzione di paure ed ansie, moduli di pensiero e comportamenti umani totalmente spersonalizzati, asserviti e ideologizzati. Obbiettivo finale: annichilire qualsiasi sentire, agire e pensare che possa essere veramente alternativo e concorrente. In sintesi,
annichilire la personalità e la libertà.

Questo è il pericolo su cui ci ammonisce il famoso e stimatissimo George Orwell attraverso i suoi racconti, i cui fatti  descritti a mo’ di allegoria, se confrontati con la situazione reale attuale, ci dicono che il pericolo descritto è in via di concretizzazione conclusiva.

Nonostante le grida di allerta che da decenni andiamo urlando in ogni sede, sembra proprio che finora non abbiano destato l’attenzione dell’opinione pubblica …. Da decenni la cosiddetta Sovranità Popolare garantita dall‘art. 1 della Costituzione viene via via sottratta attraverso subdole azioni di malgoverno, legiferazione lobbistica, usurpazione ed estorsione di diritti…. Tutto questo alla luce del sole ed apparentemente in modo del tutto legale….

La realtà dei fatti è del tutto agli antipodi; ed infatti nel corso di molti decenni lentamente ed apaticamente i Cittadini bovinamente lasciandosi depauperare della propria libertà e cedendola oziosamente nelle mani di entità incorporee, evanescenti, quasi inconsistenti e comunque intangibili, inattaccabili ed infine esecutrici di quel folle racconto di Orwell e quindi manipolatrici, interpolatrici, circonvenzionatrici delle menti e delle azioni dei cittadini si rendono complici più o meno consapevoli del furto e degli altri reati a loro stesso danno perpetrati… questo al presumibile scopo finale di accentrare in pochissime mani il oligarchiche e plutocratiche il potere dei cittadini che da questi era stato demandato allo Stato.

Se vogliamo difendere la nostra libertà, i nostri diritti e le nostre Sovranità dobbiamo innanzitutto scrollarci di dosso, l’inconsapevolezza, l’apatia, l’egocentrismo e al contrario prendere coscienza del nostro collettivo potere di cittadini e di farlo di nuovo tutelare, valere e rispettare.

Come infinite volte ripetuto in tutte le occasioni in cui abbiamo avuto un “pulpito” a disposizione io, Giorgio Vitali ed altri abbiamo sempre urlato al vento il grido di dolore delle nostre sovranità e diritti svaniti, dissolti nel nulla : la sovranità politica (nessuno si può candidare se non attraversano le forche caudine dalle segreterie di partito); la sovranità monetaria (ormai ceduta irrecuperabilmente alla B.C.E. – con tutte le considerazioni corollarie del caso); la sovranità del diritto (all’accesso alla giustizia, ad un giusto processo, a tempi di durata umani); alla  sovranità e relativi diritti di possesso, anche dei beni primari come la casa di abitazione e la stessa attività… ormai precluso a larga parte dei cittadini a causa delle leggi infami prodotte in questi ultimi anni; alla fine del diritto alla pensione, di inabilità e di anzianità; al diritto alla sanità ed all’assistenza per i meno abbienti, i malati, gli inabili, etc.,etc.,.

NULLA PIU’, DI FATTO, E’ RIMASTO AI CITTADINI

Per uscire da questo girone infernale in cui questi infami manipolatori ci hanno precipitato è necessaria una rivoluzione culturale che ci rieduchi alla libertà processo che in primo luogo riattivi il senso di critica, di analisi e di coerenza logica in ciascuno  per poter in ogni momento confutare, contestare e rifiutare questa estromissione dai propri naturali ed insottraibili diritti.

In questa visione ed azione di recupero della propria “persona” e concetto di soggetto centrale della società e dello Stato si deve inserire anche la battaglia per la difesa dell’utilizzo del denaro contante”.

Non una battaglia limitata e fine a se stessa ma inserita in un contesto molto più vasto ed “alto” che ha come obbiettivo la riappropriazione di tutti i diritti impropriamente, illegittimamente ed illegalmente sottratti come già elencati sopra …. Ma nello specifico azione questa, diretta a rivendicare la supremazia in termini assoluti dello strumento principe di pagamento nella transazioni negoziali (la Banconota) su un altro (la moneta elettronica), ma nel contempo riaffermare il diritto del Cittadino sovrano di scegliere liberamente e consapevolmente.

Nel corso degli anni la soglia al di sotto della quale è possibile utilizzare denaro contante per effettuare pagamenti tra privati o privati e società od amministrazioni non bancarie è stata gradualmente ridotta fino all’attuale limite di 1000 € ma ancora non basta e si fanno campagne pubblicitarie e “talk show” vari per disincentivare e ridurre ancor di più gli spazi d’uso del contante, con l’intento più o meno esplicito e finalizzato di giungere in un futuro alla totale soppressione di questa modalità di pagamento, sostituendolo  con l’artificioso dominio della moneta elettronica.

A supporto della bontà della loro tesi, i promotori ed i sostenitori della cosiddetta lotta al contante adducono il fatto che tutto quanto dichiarato in queste (cosiddette) “leggi” ….sia pensato e studiato al fine di ottenere gradi maggiori di benessere generale, equità, progresso, giustizia sociale, sicurezza pubblica e privata, e come sopra asserito < ….. lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo….>. Questo in modo da poter emettere una cosiddetta “Legge Speciale” – come ad esempio il D.Lgs.231/2007 e il D.Lgs.201/2011 – che servono allo scopo preciso e metodico per sottrarre Sovranità al cittadino e per darla alla casta dei superuomini che è quella della grande finanza internazionale IN UN SOLTANTO SUPERFICALE REGIME DI APPARENTE LEGALITÀ.

La verità, AL CONTRARIO è che la lotta contro l’utilizzo del denaro contante non annovera alcuno scopo nobile e le argomentazioni a suo sostegno sono pure e concentrate mistificazioni della realtà oggettiva.L’unico vero obbiettivo di questa falsa crociata consiste nel proteggere e consolidare il potere, le prebende e l’influenza di quella variegata casta di soggetti improduttivi che ormai ci ritroviamo direttamente allo “Sgoverno della Nazione” che usualmente prosperano usurariamente e parassatariamente a scapito del lavoro altrui.

Il pretesto di perseguire buoni propositi serve come paravento per dissolvere i residuali diritti naturali dei più deboli e si tenta pretestuosamente di associare la lotta al contante col contrasto all’evasione fiscale …..che ad una prima analisi sembrerebbe pure ammissibile, ma che ad una appena più approfondita disamina si capisce del tutto logicamente insostenibile… in quanto ben tutti sappiamo che il grosso dell’evasione fiscale non ruota affatto attorno l’utilizzo del denaro contante.

Infatti da dati in nostro possesso sappiamo perfettamente che il cosiddetto lavoro sommerso ed evasione dei professionisti, artigiani, piccoli imprenditori ammonta a circa 8 miliardi di €/anno, …mentre invece le banche nel loro complesso, e nel complesso delle loro “operazioni” (banche commerciali e d’affari, Banca d’Italia e B.C.E.), evadono al fisco e contestualmente rubano ai cittadini (sottraendoli alla circolazione del “liquido” del mercato) …. Circa 900 miliardi di €/anno.

Come è immediatamente comprensibile l’eliminazione del contante non serve assolutamente a nulla se non a privare milioni di cittadini del formidabile strumento di “manifestazione di apprezzamento – il denaro”. Restringere le possibilità di decisione ed utilizzazione di scegliere come metodo di pagamento ciò che noi cittadini consideriamo più adeguato,va così ad incidere direttamente sulla sfera delle libertà e delle abitudini delle persone. Limitandone la libera scelta e quindi l’ambito della capacità decisionale  … del tutto antidemocraticamente ed incostituzionalmente.

La banconota è solo un democratico, intelligente, sociale, solidale, neutro, mezzo per facilitare lo scambio; è un mezzo, e …deve essere sempre disponibile a piacimento di chi, “CITTADINO”, lo ha legalmente nella sua disponibilità  in quantità e rapidità adeguata alla necessità degli scambi da sostenere.

E nessuno (LE BANCHE) si deve mai interporre per nessun motivo fra la decisione del legale detentore e la sua immediata e quantificata disponibilità.

Stampare una banconota da 5 come da 500 € costa tutto compreso circa 30 €cent, e la circolazione della stessa banconota poi non costa nulla; io la passo a te, tu la passi a qualcun’altro..... nessuno ci guadagna, nessuno ci lucra…… tranne la B.C.E. e la Banca d’Italia ovviamente, al momento della emissione … ma questo in questo particolare momento sarebbe pure tollerabile….

Per chiarire una volta per tutte, l’infingardaggine ed infamia del comportamento delle banche si può prendere ad esempio la fornitura del servizio di “carta prepagata” cioè su cui abbiamo anticipatamente versato dei soldi nostri, e precisare nel dettaglio…

Se si deposita una banconota da 100 € e si ritirano i propri soldi precaricati sulla carta dal bankomat 100 €, la banca si tiene mediamente più di 1.5 €, ovvero l'1.5%. Se si riversa quella banconota in banca e poi la si ritira di nuovo al Bankomat ripetendo l’operazione per 67 volte (anche molto meno se si considerano altri elementi)…., i 100 € iniziali sono spariti : se li è giugulati vampirescamente la banca.

Per puro puntiglio occorre precisare che molte banche fanno pagare anche 2 € (ed oltre) per ogni prelievo al bancomat … il che sta a significare che su 50 € si arriva a pagare il 4%

Qualcuno potrebbe pure scelleratamente concepire che pagare la banca per mettere i soldi nel bancomat è un costo che si deve sostenere (noi sappiamo bene che dovrebbe sempre essere la banca che dovrebbe pagarci per depositare i nostri soldi nella sua sede), ma questa teoria sarebbe ancora più insostenibile  nel caso delle transazioni con denaro virtuale/elettronico….. la banca si tiene l’interesse usurario in percentuale, e con una minimo numero di passaggi si mangia tutto il capitale.

QUESTA È PURA E SEMPLICE FOLLIA…

Rischi zero ….. costi zero…. Mai esistita nessun’altra più lucrativa attività imprenditoriale ….. Oggi per di più i softwares bancari si trovano gratuitamente sul web. Minimo investimento massimo risultato… il sogno di re Mida divenuto realtà.

E agli antipodi, e per fortuna ….come contraltare; la banconota…

A Wörgel, il paese precursore della moneta cartacea indipendente creata dal Comune nel 1932, passava di mano 57 volte all'anno. Dopo il costo di stampa, Gratis… Nulla. Solo il primo anno un piccolo costo, poi gratis.

Lo stesso è stato ed è per qualunque altra moneta… Anche per la Lira… ed abbiamo documentazione di alcuni dati…

La banconota da diecimila lire costava circa seicento lire di stampa, inchiostro, filigrana, etc., ma negli ultimi anni di “corso” faceva ben 14.000 (quattordicimila) passaggi di mano prima di essere resa inutilizzabile a causa dell’usura (nel senso di consumazione)… per cui risultava che ogni passaggio costava allo Stato ed al cittadino ….

Quindi 600 £it. / 14.000 = 0,043 lire a transazione…

Ovvero pari al 0,00024 % del costo di produzione di una banconota…..

O anche, nel caso della banconota da 10.000 £…. Pari circa al 0,00001%  del valore nominale della banconota…

Dunque …. Da una parte abbiamo la tanto decantata e pubblicizzata moneta elettronica che costa più del 1,5% del valore nominale della “transazione” dei bit e che dopo 67 “click” (può esserci nulla di maggiormente folle??)….. annulla il suo valore iniziale ……

E … dall’altra abbiamo la tanto svilita e vituperata moneta cartacea… che in pratica ……

Non costa nulla!!!

Nella quotidianità l’impiego del contante permette di portare a termine transazioni in maniera celere e proficua… ad esempio ieri ero al distributore di carburante self service dove avevo una decina di automobilisti che mi precedevano nel pagamento ed ho avuto modo di verificare col cronometro del cellulare quanto tempo impiegava il cassiere ad effettuare il pagamento, ed eventualmente dare il resto (nel caso di pagamento in contanti) … e di quanto tempo impiegava per fare la transazione attraverso la strisciata della carta di credito e relativo scontrino di ricevuta…

Nei dieci casi è risultato questo :

A1) Nel caso del pagamento in contanti senza resto  (4 casi) tempo circa 4 secondi;

A2) Nel caso di pagamento in contanti con resto (3 casi) circa 8 secondi; 

B) Nel caso di pagamento con carta di “credito” e ricevuta (3 casi) circa 28 secondi……

Praticamente un doppio furto, uno monetario assommato ad un furto in termini di costi operativi, a tutto danno degli operatori che accettano il pagamento con carta di “credito”….

Senza considerare il terzo, occulto, furto, il costo sostenuto dal gestore l’attività… cha arriva anche al 3 o 4% del valore delle transazioni.

A supporto della moneta elettronica si fantastica che la lotta al contante è decisiva anche nella lotta ai furti e alle rapine.

Mai idiozia mistificatrice fu più monumentale….

Si deve sottolineare che l’eliminazione del contante non rappresenta per nulla la soluzione definitiva contro furti e rapine. Clonazione di bancomat e di carte di credito, manipolazione di conti bancari, furto d’identità sono a conoscenza di tutti.

A Luglio di quest’anno era a Piazza Monte Citorio a partecipare ad una manifestazione insieme ad altri amici, fra cui anche un’amica con cui ci scambiavamo idee ed opinioni nel frattempo che il relatore del comizio esponeva le sue tesi… All’improvviso vedo l’amica sbiancare e quasi svenire…. Si era improvvisamente accorta che le era sparito il portafogli… in cui non aveva denaro liquido … per cui riprendeva un atteggiamento normale… ma nel contempo si rendeva conto che le era fra l’altro sparita la carta di credito… Chiamata immediatamente la banca per bloccare la carta… il responsabile le rispondeva che era appena stato fatto il prelievo massimo giornaliero di 500 €…. Ovviamente dal ladro….Questo a testimoniare, se ce ne fosse bisogno, che è più facile per i lestofanti rubare denaro attraverso la carta di “credito” che non il denaro… che normalmente si tiene diviso in più tasche e ripostigli, borsa, portafogli… etc., etc..-

Alcuni sostenitori della moneta elettronica addirittura oltraggiano l’intelletto delle persone normalmente dotate, assegnando alla lotta al contante una assurda ed insostenibile, come appena visto…. valenza di battaglia di civiltà, così invertendo i ruoli e le funzioni dei due opposti termini del ragionamento…e cioè la causa e l’effetto, trovandosi nell’impossibilità di avere l’avallo della verità scientifica, tentano truffaldinamente di plagiare la mente degli sprovveduti che purtroppo sono la maggioranza.

Come visto all’inizio è in atto da decenni la progressiva spoliazione dei diritti dei cittadini di cui la rapina del denaro contante e la contemporanea imposizione obbligatoria per “legge” della moneta elettronica alimenta il potere arbitrario, usurpativo e discrezionale, sperequativo, della élite politico/finanziaria il cui consolidamento è estremamente deleterio e pericoloso poiché sottende alla passiva accettazione di una futura società dove l’uomo non è concepito come fine, ma come mezzo.

E qui occorre entrare nel merito del diritto di proprietà “tout court”…

Per definire e completare lo scenario serve precisamente comprende e definire cosa significa "proprietà popolare della moneta" (o anche solo il concetto di proprietà) …… si crede di capire, ma abbiamo riscontri che dimostrano che non ci riescono neppure gli “addetti ai lavori”.

Finalmente però in America ed in Europa ci si è svegliati dal “torpore” indotto e ci sono cause civili sotto il profilo del diritto in merito alla proprietà del contenuto e alla proprietà dello strumento che gestisce il contenuto.

Una simmetria esemplificativa .... 

Se si realizza un progetto tecnico con il software "Autocad"  il contenuto intellettuale è di proprietà  del progettista che lo realizza …. ma costui e la sua opera diventano inesorabilmente ed imprescindibilmente legati al proprietario del software con cui si è creato il progetto. Per cui si dipende per il futuro in tutto e per tutto dal proprietario del software e sempre più lo sarà nel futuro se non vi si pone rimedio (ecco uno dei motivi fondamentali per cui il “diritto d’autore” deve avere periodi di latenza sufficientemente brevi e differenziati stabiliti (questi sì) per Legge…...

Paradossalmente se il proprietario delle licenze Autocad un giorno decidesse di chiudere l’attività e ritirare le licenze ….  tutto il patrimonio intellettuale realizzato, veicolato e vincolato a quel software andrebbe in fumo! E questo è del tutto illogico ed inconcepibile!

Questo non può e non deve essere possibile!

Ormai lo stesso processo operativo di transustanzazione e svanimento, dissoluzione è in atto per quanto riguarda il denaro… che come il progetto non è più su supporto di carta…. Ma questo supporto … mentre la carta era completamente integrata e facente coesivamente parte del progetto … veniva rilevata e ritenuta da tutti “ la materia del progetto stesso”…. Ora il denaro/banconota sta subendo denigrativamente e furfantescamente la stessa opera di smaterializzazione molecolare e di separazione netta fra idea/concetto/pensiero del progetto (integrante il valore) ed il vile supporto materiale cartaceo…

ECCO LE FASI DELLA GRADUALE TRUFFA MESSA IN ATTO :

Sempre, fin dalla sua nascita … e fino ad ora il denaro è stato ed è uno strumento che idealmente e virtualmente racchiude e conserva nel tempo il valore, tuttavia …

FASE 1

Seppure nel corso dei secoli il “valore” del denaro prima era racchiuso nella nobiltà della lega di metallo più o meno prezioso di cui era fatta la moneta…

FASE 2

Poi successivamente il “valore” veniva riconosciuto nella concezione/consapevolezza che la banconota era la rappresentazione dell’integrazione in essa del “valore” del metallo nobile racchiuso nei forzieri del principe o della Repubblica…

FASE 3

Deinde in tempi più recenti… caduta la convertibilità in oro… questo valore integrato nel corpo cartaceo e rappresentato dal concetto di integrazione del “valore” del bene che si andava a veicolare sul mercato economico riconoscendo/acquistando il bene oggetto di interesse del “portatore della banconota” … nello scambio bene – banconota veniva integrato nella banconota che rimaneva in mano al venditore

Esso “valore” rimaneva comunque sempre ancorato al concetto che il portatore della banconota era il legittimo proprietario e colui che poteva disporne a piacimento secondo il dettato degli articoli del codice civile 832 e seguenti….

FASE 4

Questo anche quando, con l’avvento dell’euro …. Che seppure di proprietà della B.C.E. e non del portatore… comunque … per il fatto stesso che il portatore- possessore anche se in ombra rispetto alla B.C.E. (proprietaria) … ne era di fatto in possesso… comunque (siccome possessore) poteva disporre liberamente della cosa/denaro/banconota….

FASE 5

Ora invece … fase terminale del percorso truffaldino… come visto per il progetto concettuale… una volta utilizzato il software del “terzo incomodo” quello che prima era del portatore, sempre il valore della banconota… all’improvviso con l’introduzione in “gioco”di questo nuovo elemento (il software) questo “valore”diventa di chi il “valore” (del progetto autocad o della banconota – poco importa) …. soltanto gestisce il software…..Quindi il “portatore” solo per il fatto di essere entrato nel software attraverso un “gestore” …. che sia della società “Autocad” o della Banca Unicredit”….. e questo “valore” sia gestito in modo “proprietario” da costoro e non più dall’ignaro che inizialmente si è fidato ed affidato a costoro… Questo “valore” incredibilmente diventa del gestore del software…

Un po’ come potrebbe essere di affidare ad un rivenditore di auto la nostra automobile per la vendita e viceversa … solo perché gli abbiamo firmato l’incarico di venderla… e costui ci vada in giro o addirittura la affitti …..e quando gliela richiediamo indietro ci dice : < te la riconsegno dopodomani… prima vediamo se mi devi dare qualcosa di interessi….>.

La cosa è perfettamente verificabile facendo una semplice azione… Andando in banca a prelevare sul conto corrente una discreta somma di qualche migliaio di Euro… vi sarà risposto di tornare il giorno dopo o anche il giorno dopo ancora…

Facendo con ciò vedere che quello che è il vostro diritto in quanto legittimi proprietari del vostro denaro di disporne liberamente viene continuamente e costantemente calpestato da chi solo dovrebbe gestire il vostro bene… Infatti il vostro denaro vi dovrebbe essere istantaneamente restituito (con eventuali interessi) a semplice vostra richiesta…

Portare la gestione del denaro totalmente sotto il controllo elettronico significa cedere completamente, irrimediabilemente e definitivamente il valore contenuto nella moneta di nostra esclusiva proprietà, senza più alcuna possibilità di possibile contrattazione. 
Facendolo diventare di fatto proprietario, gestore, detentore ed arbitro insindacabile a tutti gli effetti sia della moneta che del “valore” in essa contenuta.

Cosa che in parte è già così…  perchè lo Stato negli ultimi anni con una serie di leggiuccole (fra cui quelle più sopra citate) ha obbligato le imprese ad avere i conti correnti, …. a pagare e ricevere pagamenti solo tramite bonifico.....

È quindi comprensibile paventare che da un momento all'altro ( e sta già succedendo) il “di fatto” proprietario del denaro (i banchieri) diano mandato ai maggiordomi (gli Stati) che aizzino i cani (Equitalia) per sequestrarci il conto corrente anche senza alcuna nostra autorizzazione e per qualunque insulso ed illecito motivo.

Già il fatto graduale, ma intenzionale, di questa strategia è in corso… con la serie continua di pseudo leggi che limitano la libertà di circolazione/transazione e la disponibilità della liquidità, del deposito, degli assegni, delle tasse… e l’entità massima delle transazioni etc., etc., come evidenziato nei testi delle pseudo-leggi portate ad esempio.

Per la cronaca sotto il profilo giuridico e giudiziario sia Microsoft sia Autocad (per fortuna e per rispetto del “Diritto”) stanno avendo dei problemi proprio perchè una privata e personale proprietà intellettuale non può in alcun caso, senza adeguato ed apposito “Negozio Giuridico”, diventare proprietà del software che la gestisce..

Col denaro sta avvenendo lo stesso e di peggio in quanto il denaro in una società dove tutto ormai e monetizzato, dal sesso ai riti funebri, dall’ottenimento di una carta d’identità ad un paio di mele essere controllati ed irreggimentati nello svolgimento della propria esistenza corrisponde esattamente a quanto descritto da Orwell da noi citato all’inizio…..

Diventare a tutti gli effetti schiavo, succube, soggiogato, prigioniero…

Ma noi ci opporremmo con tutte le forze, con ogni mezzo e fino all’ultimo respiro ad un destino così ingiusto, meschino, crudele e nefasto……


In quanto l’uomo ed i diritti dell’uomo sono il centro dell’universo.

mercoledì 1 novembre 2017

Socialismo e azione rivoluzionaria in Louis Auguste Blanqui

Socialismo e azione rivoluzionaria in Louis Auguste Blanqui

Louis Auguste Blanqui rappresentò il punto più alto della riflessione del neo-babouvismo, cioè il cosiddetto «socialismo dell’azione», e il superamento di esso: il suo insegnamento è già pienamente attuale e la sua teorizzazione fu sempre, e lo è tuttora, causa di dibattito politico; il Blanqui fu ed è oggetto di una larghissima attenzione da parte di storici, di politici, di militanti.
Rivoluzionario, anzi "insurrezionalista" puro, che trascorse in carcere gran parte della sua vita, Blanqui si dette sin dai primi anni della "Monarchia di Luglio" all’attività politico-cospirativa
Vicepresidente della "Societè des Amis du Peuple", egli assimilò l’idea babouvista dell’ineluttabilità della "guerra tra i ricchi e i poveri".
È suo merito aver assunto dalla Tradizione rivoluzionaria giacobina e babouvista (la cospirazione per l’uguaglianza di Babeuf) lo spirito di rivolta ma di averlo innestato nel conflitto del popolo e del proletariato per la loro emancipazione e per la conquista del potere.
Per questo Blanqui può essere considerato il maggior rivoluzionario socialista dell'ottocento, affiancabile a Marx ed Engels, dei quali fu precursore sia intellettualmente che politicamente.
Il suo pensiero economico, nonostante la novità del collegamento del socialismo all’effettività della Rivoluzione, non fu sempre però totalmente originale, ed egli fu debitore verso l’anticapitalismo inglese e anche verso Proudhon.
Più volte ebbe a riaffermare che importante non era tanto il pensiero, quanto il fatto, l’azione rivoluzionaria, e che il socialismo o meglio, la Repubblica Sociale, avrebbe costituito un qualcosa che sarebbe cresciuto dopo l’affermarsi del fattore eversivo e alla cui elaborazione e costruzione avrebbe contribuito decisamente la preparazione per la Rivoluzione e la lotta stessa del Popolo, del proletariato, del suo gruppo dirigente.
Per questo fu considerato la "testa e il cuore" del partito proletario francese, e questo anche se Marx ed Engels gli rimproveravano la concezione della "rivolta-insurrezione", avviata inizialmente da pochi, dall’élite rivoluzionaria, la quale non si proponeva di dirigere le masse, bensì di offrire a queste la Rivoluzione, se non totalmente portata a termine, almeno già impostata e suscitata.
Blanqui fu teorico dell’Azione Rivoluzionaria: ma questa avrebbe dovuto rappresentare solo l'avvio insurrezionale, perché il compito del completamento della Rivoluzione, così come quello dell'edificazione del Socialismo, sarebbe spettato alla classe lavoratrice.
Si arguisce perciò che fondamentali per lui, anche da un punto di vista teorico, furono i motivi della "tattica rivoluzionaria", del modo cioè di come pervenire al fatto.
Nel quadro di questa tattica, che diventava strategia -per Blanqui la rivoluzione era arte-, egli proponeva per il proletariato e per i rivoluzionari, che però più che altro coincidevano con l’intellettualità piccolo-borghese, organizzazioni autonome, quali le associazioni segrete o pubbliche, che egli personalmente fondò, e nelle quali era evidente il criterio dell’organizzazione che influenzò anche il fascismo sansepolcrista, cioè un’organizzazione gerarchizzata, in vista di una razionalizzazione organizzativa meglio atta al raggiungimento dello scopo finale.
Blanqui accettava però una politica di alleanze con altri ceti e gruppi sociali, aventi gli stessi fini del proletariato e proponentisi quale unico impegno la lotta.
Questo, mentre metteva in luce i limiti e i pericoli della democrazia, anche di quella più perfezionata e avanzata, e notava che i ceti oppressi erano sempre stati sfruttati a vantaggio dell'alta borghesia, che aveva tutto l'interesse a mantenere immutato l'ingiusto ordine di cose.
Già in uno degli interventi pubblici giovanili, la difesa in un processo intentatogli nel 1832 (il primo di una lunga serie che lo avrebbe condotto a soffrire complessivamente, in varie riprese, per ben 35 anni in prigione) scriveva: «La prova più significativa del fatto che quest'ordine di cose non è istituito se non in vista dello sfruttamento del povero da parte del ricco, che non si è ricercata altra base se non quella di un materialismo ignobile e brutale, è che l’intelligenza è colpita da ilotismo; effettivamente, essa è una garanzia di moralità, e la moralità introdotta inavvertitamente in un simile sistema non potrebbe entrarvi se non come elemento infallibile di distruzione». (*)
Questa volontà distruttiva del presente, paragonabile con la "gioia distruttrice" dello squadrismo fascista, aveva per Blanqui il fine immediato dello stabilimento della Repubblica Sociale con l’instaurazione di una dittatura rivoluzionaria, in vista dell’avvento del Socialismo.
La dittatura rivoluzionaria concepita da Blanqui era realistica; egli mirava infatti a individuare sia il gruppo dirigenti sia il "partito-guida", che avrebbe costruito il nuovo ordine sociale; intendeva predisporre l’organizzazione armata, atta a resistere dapprima e a trionfare poi nello scontro di classe; voleva infine sì limitare la libertà individuale, ma soltanto per potere dilatare, fin dal presente, quella del popolo.
Ne sarebbe nata una società libera e socialista: perché, per Blanqui, come poi per Benito Mussolini e il Socialismo-fascista, la dittatura rivoluzionaria continuava ad essere un "mezzo" e non un "fine".

Note:

(*) Blanqui: "Textes choisi" - Editions Sociales, Paris l955. pp. 85-92.