venerdì 15 dicembre 2017

Dopo lunga, scrupolosa e meditata analisi dei dati sui nostri stimati lettori e/o seguaci.




FEEDBACK

Dopo lunga, scrupolosa e meditata analisi dei dati sui nostri stimati lettori e/o seguaci... abbiamo riscontrato che grande parte dei nostri attenti lettori ci seguono da una folta schiera di Paesi esteri, anche molto esotici... tipo il Nepal..

Questo ci inorgoglisce molto e ci fa notevole piacere... però ci interesserebbe sapere attraverso quale alchimia sia giunta questa particolare attenzione da Paesi esteri anche così lontani per i temi che trattiamo …

Quindi aspettiamo ansiosamente di conoscere quali siano le motivazioni e le particolari peculiarità chi vi hanno indirizzato verso di noi di AlbaMediterranea.

Grazie fin da ora a quelli che ci vorranno fornire delle indicazioni in modo anche di migliorare il feedback.

A presto.


Orazio Fergnani – AlbaMediterranea 

giovedì 14 dicembre 2017

SPREAD 2011 Comm. Inchiesta banche: i 21 fatti non ancora conosciuti




SPREAD 2011 Comm. Inchiesta banche: i 21 fatti non ancora conosciuti

Il Tribunale di Trani  ha assolto i vertici di Standard &Poor's perche " il fatto non costituisce reato", implicitamente ammettendo il dritto al risarcimento per gli associati Adusbef e Codacons per la colpa attribuita a Standard &Poor's . 
 Ma vi è un' altro risarcimento del danno che dovrebbe essere riconosciuto: è quello che spetta allo Stato italiano per fatti non ancora noti  e che ora si espongono. 
 E' divenuto ormai imprescindibile   sostenere in futuro la Procura di Trani  in quanto essa sta difendendo gli interessi dello Stato italiano e dei suoi cittadini. 
 Il diritto risarcitorio dello Stato italiano si fonda sul fatto che per effetto del declassamento dell'Italia che fu eseguito nel periodo di riferimento da Standard & Poor’s,  Morgan Stanley,  esercitando nel Febbraio del 2012,  la clausola di estinzione anticipata di un derivato sottoscritto dal Tesoro italiano nel 1994 (clausola che si attuava in caso di declassamento),  incassò come penale di estinzione anticipata, detta in gergo finanziario mark to market , dal Tesoro stesso,   3,6 miliardi di euro.
 La penale di estinzione anticipata poteva scattare per due motivi : o in caso di declassamento dell’Italia o in caso di un indebitamento per rate non pagate o anche futuro (proiezione attualizzata delle perdite future attese ) del Tesoro verso Morgan Stanley superiore ai 50 milioni di euro.
 La responsabile del Tesoro  dott.ssa Maria Cannata  Bonfrate ha infatti riferito in aula che Morgan Stanley avrebbe potuto esercitare tale clausola di estinzione anticipata anche molti anni prima,  in quanto tale  clausola avrebbe potuto  già scattare per contratto anche solo in caso di  un indebitamento, presente per rate impagate  o futuro per mark to market ,  del Tesoro italiano superiore ai 50 milioni di euro. 
In presenza di un presidio a monte sul tasso della Banca Centrale Europea posto dal 1998 sotto il 2% , e quindi in presenza di uno scenario di tassi al ribasso, tutti i contratti derivati con mark to market negativo per il Tesoro italiano  avrebbero dovuto essere chiusi di default a partire dal 1998 in quanto palesemente iniqui per il Tesoro italiano .
 Si ravvede in questo un primo sospetto di dolo in capo a Morgan Stanley : Morgan Stanley aspettò ad esercitare la clausola di estinzione anticipata in modo che la penale relativa  superasse i 50 milioni di euro ed arrivasse nel 2012 a 3,6 miliardi di euro !
  Il Presidente del Consiglio del tempo,  Mario Monti,  fu costretto a tassare i cittadini italiani con un imposta straordinaria,  l'IMU, per poter coprire la spesa corrente causata dall’ improvviso addebito di  Morgan Stanley  sul conto corrente del Tesoro italiano per  3,6 miliardi di euro! 
 Si ritiene  pertanto che sia necessario  evidenziare   che Morgan Stanley esercitò tale clausola solo nel 2012  in quanto mai prima di allora,  si era verificato un rischio- Stato Italiano. 
 Si dimostra nel seguito che il rischio Stato- Italiano nel 2011 fu con studiata arte creato da un gruppo di hedge fund e banche d'affari straniere che pre-ordinarono un insieme di accadimenti,  mai resi  noti e  che ora nel seguito vengono esposti: 
 sappiamo che Deutsche Bank vendette  7 miliardi di euro di BTP (Buoni Poliennnali del Tesoro)  che aveva nel suo portafoglio e lo fece tra Febbraio 2011 e Giugno 2011. Lo fece senza motivo,  in quanto gli indici dell'Italia erano fino a quel periodo positivi : PIL in crescita, tasso di disoccupazione in decrescita e spread BTP/BUND in decrescita , non vi era ossia, in tutta evidenza,  un "rischio- Italia".    
 I fatti non conosciuti sono invece i seguenti:
 1) la vendita di BTP  da parte di Deutsche Bank avvenne prevalentemente nel Giugno del 2011.
 2) advisor di Deutsche Bank,  nel periodo considerato,  era Giuliano Amato. 
Ex Ministro del Tesoro,   certamente non fu lui a consigliare al Tesoro di cancellare le due aste dei BTP  di Giugno 2011 ed Agosto 2011, con cui se regolarmente effettuate lo Stato italiano avrebbe potuto vendere come ha sempre fatto 3/4 miliadi di euro di BTP per asta , così controbilanciando la vendita inspiegabile ed improvvisa di Deutche Bank 
  3) Goldman Sachs avrebbe venduto  allo scoperto (senza possederli , ma prendendoli in prestito da altre banche complici, qualcuno afferma da BNP Paribas,… )  BTP per  25 miliardi di euro.  Altri 8 miliardi di euro di BTP  furono venduti allo scoperto da Barclays sempre nel Luglio del 2011. 

4)Vendere senza possederli  33 miliardi di euro di BTP ha fatto crollare la quotazione dei BTP e pertanto in automatico ha fatto  aumentare gli interessi (i rendimenti)  che il Tesoro italiano ha dovuto  pagare in maggiorazione per farsi comprare alle aste i titoli di Stato,  la cui quotazione era stata fatta crollare a causa delle vendite allo scoperto di Goldman Sachs e  Barclays. 

5) decine di miliardi di euro  di Credit Default Swap ossia di assicurazioni sul rischio default dell'Italia sono stati inspiegabilmente sottoscritti  tra Giugno 2011 e Settembre 2011, inspiegabilmente perchè non vi era, fino a quel momento  un rischio- Italia :  il PIL era fino a quel momento ancora in crescita,  il tasso di disoccupazione ancora in decrescita .

6)Sottoscrivere decine di miliardi di euro  di Credit Default Swap su uno Stato crea in automatico un rischio Stato su quello Stato.

7)Il  Tesoro italiano ha inspiegabilmente cancellato le aste di BTP di Giugno 2011 ed Agosto 2011 dove storicamente ha sempre venduto 3/4  miliardi di euro di BTP per asta e quindi il non cancellare queste due aste  sarebbe già stato sufficiente per contrastare  l'ondata di vendite per 7 miliardi di euro di Deutsche Bank e nessun incremento dello Spread BTP/BUND si sarebbe verificato,  se il Tesoro italiano non avesse cancellato tali aste sui BTP.

8) la Consob  ha sospeso le vendite allo scoperto sui BTP soltanto nell'Agosto del 2011  quando le vacche erano ormai tutte fuggite... ossia esse vendite erano già avvenute. 

 9)Il consulente di Standard & Poors (l’agenzia di rating che ha declassato l'Italia) ha partecipato ad un concorso indetto da una fondazione statunitense il cui premio era di 200 mila euro per anno per 5 anni erogato da Morgan Stanley (che ha incassato 3,6 miliardi di euro grazie al declassamento dell'Italia fatto da Standard &Poors ),   il cui  sicuro vincitore poteva essere soltanto chi fosse stato Presidente della Fondazione stessa nel tal anno e avesse scritto oltre 200 articoli di finanza a livello internazionale nel tal anno,  che egli  in tal anno scrisse.     

10) il capitale flottante di Morgan Stanley e Standard &Poors,  pari a circa l'85% del loro capitale totale,  è detenuto,- attraverso interposte persone fisiche in realtà avvocati di studi legali , delegati di circa 1900 entità finanziarie dall'improbabile nome da una decina di hedge fund georgiani .arzebajani di antica origine tedesca , cd kazari . 

11) il BUND ha nel tempo avuto sempre un rendimento  stabile,  come confermato  sia dalla Dr.ssa Cannata che dal Dr  Vegas, "sotto il 2%" . 

 12) Non è dato sapere  per quale incosciente (e faziosa) convenzione tra esponenti dei  Tesori degli Stati area euro,  sia stato consentito,  si presume dal 1993,  alla Bundesbank di comprare sul mercato secondario, i titoli di Stato della Germania non collocati dal Tesoro della Germania sul mercato primario, mentre ad alcune banche centrali dell’area euro, tra cui Banca d’ Italia ,  questa possibilità di acquisto dei propri titoli è stata consentita da Mario Draghi,  ma soltanto a partire dal 2015.  
 13) Al  Dr  Vegas e alla Dr.ssa Cannata in sede di testimonianza al processo contro le agenzie del rating,  è scappato detto che il Bund è sempre stabile 
  (All'uopo andrebbe chiesto al Dr  Vegas ed alla Dr.ssa Cannata ma anche al Dr  Padoan per quale insano motivo il bund sia  “sempre stabile” , per quale occulta  convenzione col Tesoro della Germania il rendimento del Bund è sempre rimasto  stabile sotto il 2%” ...)
14) Un Bund sempre stabile è un arma micidiale posta nelle mani delle agenzie di rating in quanto l'incremento dello Spread BTP/BUND si è verificato proprio perchè il rendimento dei  BTP italiani purtroppo  può aumentare , in quanto inspiegabilmente a Banca d'italia non si sa per quale insana convenzione risalente al 1993  non è stato consentito di comprare titoli di stato italiani rimasti invenduti alle aste,  mentre alla Bundesbank è stato consentito di comprare, sul mercato secondario,  i titoli di stato tedeschi rimasti invenduti alle aste, motivo per cui il BUND è rimasto sempre stabile e questo è l'unico motivo per cui si può determinare  un incremento dello spread tra rendimento che può aumentare del BTP e rendimento del BUND che rimarrà invece sempre stabile essendo consentito alla BUNDESBANK di comprare i BUND sul mercato secondario.
La differenza , ossia lo spread  tra un tasso ed un altro, ovviamente si determina,  soltanto se uno (BUND) dei due rimane stabile nel tempo,  mentre l’altro (BTP)  aumenta 

 15) le agenzie di rating,  declassando lo Stato italiano, a cui, avendogli attribuito nel 2011/2012    un rischio-paese,    hanno auto-determinato un aumento dello spread  tra rendimento dei BTP e quello dei  BUND,    con un effetto avvitamento:     il peggioramento del declassamento, ha ampliato ancora di più lo spread . 

 Premesso quanto sopra è ipotizzabile che vi fu una strategia  congiunta e pre-ordinata nel periodo 2011/2012  tra:  
 a) Duetsche Bank che vendette senza motivo 7 miliardi di BTP prevalentemente nel Giugno 2011, 
 b) Agenzia  di rating S&P che declasso’ l'Italia  senza motivo, 
  c) Goldman Sachs che vendette senza possederli 25 miliardi di euro di BTP nel Luglio 2011, 
 d) Barclays che vendette senza possederli 8 miliardi di euro di BTP  nel Luglio 2011, 
sottoscrittori senza motivo di CDS per miliardi di euro sul rischio default Italia nel periodo Giugno- Novembre 2011,  
e) esponenti del Tesoro che annullarono le aste di Giugno ed Agosto 2011, 
f) Consob che sospese vendite allo scoperto ma solo nell' Agosto del 2011 quando esse erano purtroppo già avvenute ,
 g) ed ancor prima Direttori del Tesoro e Ministri del Tesoro  di Italia e Germania  che resero possibili dal 1993 le condizioni affinchè il rendimento del BUND rimanesse  sempre stabile sotto il 2% consentendo alla Germania di acquistare sul mercato secondario, i titoli di Stato tedeschi non collocati sul mercato primario.  
 16) con questa preordinata strategia fu arrecato allo Stato italiano ed ai suoi cittadini un danno gravissimo, già quantificato dalla Corte dei Conti  in 120 miliardi di euro per effetto dei maggior rendimenti di circa il 5% che lo Stato Italiano dovette pagare in più sul debito pubblico (=2100 miliardi di euro al tempo)  da Giugno 2011 a Giugno 2012, quando questa strategia pre-ordinata e congiunta terminò,  in parte contrastata da Morgan Stanley 
Morgan Stanley inizio’ nel Febbraio del 2012  a risolvere anticipatamente i contratti derivati sui BTP dove essa MS invece avrebbe perso se i rendimenti sui BPT  fossero aumentati, avendo Morgan Stanley stipulato col Tesoro italiano derivati sul tasso del tipo banca vince se tasso cala con sottostante BPT e CCT. 

 17) il tasso di inflazione  è stato  calmierato al ribasso in modo artificioso attraverso l’azzeramento delle basi ISTAT a partire dal 1993 e dall’Ottobre 1998  è stato  calmierato al ribasso attraverso  EUROSTAT che ha variato al ribasso  di suo pugno il peso percentuale dei beni energetici,  quali spesa per carburante auto  e spesa per bollette luce e gas, all'interno del paniere di spesa delle famiglie trasformando appunto nell’ottobre del 1998 l’indice Laspeyres da fisso a concatenato ossia variabile annualmente (sempre al ribasso )  percentualmente in riguardo alla spesa per beni energetici delle famiglie .  



18)  l’artificiosa diminuzione al ribasso del tasso di inflazione ha determinato che il Governatore di Banca d’Italia  diminuisse di Suo pugno dal   1992   il tasso ufficiale di sconto a cui è legato il tasso Euribor che è il tasso di  riferimento dei contratti derivati sottoscritti dal Tesoro, così determinando la perdita in danno del Tesoro italiano in tutti i derivati sul tasso del tipo banca vince se tasso cala,  quelli su cui oggi  per uscire anzitempo dai contratti derivati, il Tesoro italiano dovrebbe pagare in aggiunta a quanto già pagato,  circa 60 miliardi di euro di mark to market a 21 banche d’affari straniere.

19) il capitale flottante delle banche quotate italiane,  pari dal 1993 a circa l'85% del loro capitale totale (prima del 1992 era il 15%),  è detenuto,- attraverso interposte persone fisiche in realtà avvocati dello  studio  legale Trevisan di Milano, delegati da circa 1900 entità finanziarie a loro volta  deleganti detta  decina di hedge fund anglo- caucasici,  che pertanto hanno controllato indirettamente matematicamente (265 voti su 529) anche Bankitalia spa dal 1993 , essendo dette banche quotate italiane anche le maggiori azioniste di Bankitalia Spa dal 1993, costringendo, nelle riunioni assembleari di Bankitalia Spa , il  Governatore della stessa a variare il tasso ufficiale di sconto sempre al ribasso (infatti passato dal 15 % del 1992 allo 0% di oggi )  determinando una perdita certa per il Tesoro italiano in tutti i derivati sottoscritti dal 1993 e contemplanti la clausola banca vince un importo ulteriore,  se tasso ufficiale di sconto cala. 
E il TUS è calato perche dalla L. n 82 del 7 Febbraio 1992 è stata  variato di suo pugno dall'inconsapevole  Governatore della controllata dagli hedge fund Banca d'Italia.

20)  in questo modo , con questa studiata strategia, Morgan Stanley ed altre 20 banche d’affari straniere hanno incassato dal Tesoro italiano un maggior tasso fisso sui sottostanti  BTP e CCT (mediamente dal 1993 del 8%)  ed in aggiunta il differenziale tra tale tasso fisso ed il tasso variabile che oggi è circa lo 0% , ossia oggi il Tesoro italiano si trova a pagare  un mediamente 16%  di interesse, tra BTP e derivato,  anziche lo 0%.  

21) in tali contratti derivati le 21 banche d'affari hanno inoltre apposto una clausola matematica a causa di cui il Tesoro italiano ha una PERDITA GIA'  CERTA ALLA STIPULA: le 21 banche d'affari, oltre agli interessi  su BPT e CCT, hanno incassato, ad ogni scadenza semestrale del derivato un tasso mentre hanno pagato solo l'Euribor cosi addebitando al Tesoro italiano  ad ogni scadenza semestrale del derivato lo spread calcolato su decine di miliardi di euro di sottostante , cosi determinando una perdita certa per il Tesoro di centinaia di  milioni di euro  ogni 6 mesi per ogni contratto derivato sottoscritto . 

E' implicito che i derivati sul tasso dei BTP stipulati da Morgan Stanley fossero tutti del tipo banca vince se tasso cala,  diversamente il mark to market (perdita futura attesa)  pagato dal Tesoro di 3,6 miliardi di euro non sarebbe stato negativo per il Tesoro stesso. 
Potrebbe  pertanto essere necessario introdurre l’'aggravante dell' associazione tra  Deutsche Bank,   Goldman Sachs , Morgan Stanley ed altre banche /fondi stranieri/societa di trading  che prestarono a Goldman/Barclays  nel Luglio del 2011 BTP per complessivi circa 33 miliardi di euro  ed hedge fund azionisti delle stesse e sottoscrittori dei CDS  del periodo Giugno 2011- Settembre  2011 ,.
 Quanto sopra al fine di ampliare la richiesta di risarcimento anche ai soggetti supposti coinvolti

Sia il Dr Vegas e che la Dr.ssa Cannata hanno infatti confermato che il rendimento dei titoli di Stato italiani BTP è tornato alla normalità, ossia ai livelli di Giugno 2011 (2,56%)  soltanto nel Giugno del 2012, un anno circa più tardi, 
Giungendo addirittura al 7,50% nel Novembre del 2011, questo ha provocato un maggior aggravio di  interessi subito dallo Stato Italiano del 5% su una massa di titoli pari al debito pubblico per  2100 miliardi di euro per un anno (5% x 2100 miliardi di euro ero un anno circa ) .

Sarebbe congruo pertanto quantificare  in oltre 100 miliardi di euro i maggiori interessi che il Tesoro dello Stato italiano ha dovuto pagare a detti  cd  "investitori istituzionali" dal Giugno 2011 a Giugno 2012 per effetto della suddetta azione strategia  condotta in ipotizzata associazione. Il sito governativo britannicobeta.copmanieshuse.gov.uk  ha dimostrato che cd investitori  internazionali e le banche d'affari discendono dalle stesse societa DIKAPPA e TRUSHELFCO , costituendo il piu grande OLIGOPOLIO che mente umana abbia mai conosciuto . 



La Corte dei Conti, infatti quantificato un danno allo Stato italiano ed alla sua CLASSE MEDIA di 120 milliardi di euro . 



Il dr Vegas, sì lasciò sfuggire una  frase durante la sua testimonianza al processo di Trani  ...appena dopo aver specificato che per aumento di 6 punti base in un giorno (da 180 a 186 ) si intende un aumento del rendimento dello  0,06% al giorno , ha espressamente detto la frase "operazioni non ancora concluse" per giustificare  il momento  in cui lo spread  nel Giugno del 2012 iniziò a diminuire.  
Si riferiva certamente  alle vendite allo scoperto di BTP (BTP future) di Goldman  per 25 miliardi di euro ed di 8 miliardi di euro di Barclays nel Luglio 2011 : lo spread iniziò a diminuire nel Giugno del 2012 o quando Goldman concluse tecnicamente le vendite allo scoperto ossia quando iniziò ad acquistare  sul mercato a prezzi crollati  lo stesso numero di  BTP   per restituirli a chi glieli aveva prestati.

 L'acquisto di tale quantità di BTP  a partire da Giugno 2012 ha avuto l'effetto automatico di far diminuire i rendimenti dei BTP e quindi di far diminuire lo spread BTP/BUND. 

Questo darebbe modo di introdurre nel processo tutto il discorso legato alle tecniche di borsa utilizzate per far aumentare lo spread ed avanzare una richiesta di risarcimento di 120 miliardi di euro verso Deutsche, Goldman ,...

Sarebbe necessario risentire  il dr Vegas in merito a  cosa intendesse per "operazioni non ancora concluse "  ,

E' probabile che Morgan Stanley abbia stipulato col  Tesoro tutti derivati sul tasso dei   CCT  del tipo banca vince se tasso cala.
L' azione congiunta di Deustche e Goldman/Barclays  di vendita di BTP tra Giugno 2011 e Luglio 2011,  danneggiava Morgan nella posizione sui derivati  sui CCT contratti col Tesoro , in quanto la vendita nel Giugno 2011-Luglio 2011 di 33 miliardi di euro di BTP (+ i 7 di deutsche= 40 miliardi di euro –la lira nel 1992 crollò per effetto di una vendita di lira per 50.000 miliardi di lire= circa 30 miliardi di euro) ,  ha  avuto l'effetto di aumentare il rendimento dei BTP del 5% , ma anche il rendimento di tutti gli altri titoli di stato (CCT,..) 
Per questo motivo Morgan Stanley ha esercitato la clausola di estinzione anticipata in quanto essa avendo stipulato col Tesoro derivati sul tasso sui CCT del tipo banca vince se tasso cala  è implicito, diversamente  il mark to market per il Tesoro italiano  non sarebbe stato negativo nel febbraio  2012  di 3,6 miliardi di euro, pagati da Mario Monti) Morgan Stanley avrebbe iniziato a perdere nella posizione sui derivati e non sapendo quanto questa azione congiunta di Goldman e Deutsche sarebbe durata, ha preferito esercitare la clausola di estinzione anticipata . Sarebbe necessario acquisire la testimonianza del figlio di Monti ,  all'epoca   presidente di Morgan Stanley,  al fine di una conferma della circostanza sopra descritta,   ossia sul fatto che le vendite di 7 miliardi di euro di BTP da parte di Duetsche e di 33 miliardi di euro di BTP allo scoperto nel luglio 2011 di Goldman/Barclays , stessero o non stessero danneggiando Morgan Stanley nella posizione sui derivati sul tasso dei CCT derivati  contratti col Tesoro italiano probabilmente a partire dal settembre 1992 .
Sarebbe necessario acquisire presso Morgan Stanley  Italia Spa tutti i contratti derivati sul tasso stipulati col Tesoro da Settembre 1992  . Nel caso Morgan Stanley  si rifiutasse di esibirli sembrerebbe  passibile di sanzione per occultamento/distruzione delle scritture contabili in quanto l'obbligo di conservazione delle stesse non si è prescritto essendo stati tali contratti derivati rollati nel 2012, ossia prolungata la scadenza per circa altri 10-20 anni..

I contratti risulterebbe che siano stati registrati all'ufficio del registro o comunque asseverati presso il Tribunale per conferirvi  data certa.

 Ai sensi della Sentenza della Corte Costituzionale  n. 78 del 2012, ai fini della prescrizione decennale non rileva  l'ultima annotazione , ma trattandosi di rapporto unitario , rileva l'inizio rapporto. pertanto Morgan Stanley e tutte le altre banche d'affari che hanno piazzato derivati al Tesoro sono obbligate, per la legge italiana e per la suddetta Sentenza della Corte Costituzionale , ad esibire i contratti derivati dal  1992 non essendosi prescritto  l'obbligo di conservazione ad essi relativo .

Da quanto  esposto,  ci si rende conto di ciò che ormai anche un cieco vedrebbe:  sarebbe limitativo e fuorviante parlare di complotto,  trattandosi invece di articolate studiate pre-ordinate strategie  di borsa e di mercato al fine di MANIPOLARLO ed al fine di arrecare un danno grave allo Stato italiano ed alla sua CLASSE MEDIA (94% della popolazione italiana)
   A disposizione due alternative: o continuare a fare come le tre  scimmiette, non vedo e non sento, non parlo   lasciando che lo Stato italiano e la sua CLASSE MEDIA vengano ancora indebitati con queste tecniche truffaldine oppure aspettare altri 25 anni per intervenire. D'altronde i Carabinieri ed i Tribunali italiani non sono ancora stati sfrattati da questi fondi speculatori.  
Il  Governo sta infatti vendendo le caserme dei Carabinieri  alla società immobiliare degli hedge fund kazari, a Black Stone .
  Poi  venderà anche i Tribunali e gli ospedali . Poi Black Stone aumenterà gli affitti e se lo Stato italiano, oberato  sempre  più dai debiti nel modo sopra descritto  indotti, non pagherà il fitto a Black Stone , i Carabinieri italiani saranno sfrattati da Black Stone, i Magistrati italiani  saranno sfrattati dai Tribunali, i medici italiani saranno sfrattati dagli ospedali.
  Si può sempre continuare a non intervenire e continuare a coprirsi gli occhi, il fondo invero, lo sfratto,  ancora non è giunto.

 Per quanto i riguarda i vertici finanziari italiani , sembrerebbero inconsapevoli di ciò che stessero commettendo: cosa poter pretendere da laureati in matematica pura o  in legge o in lettere e filosofia posti come ministri del Tesoro , o governatori di Banca d’Italia o responsabili del Tesoro?. Non un economista, non un laureato in Economia e Commercio ai vertici finanziari  italiani dal 1993. L'ultimo laureato in Economia&Commercio fu Goria che infatti si guardò bene dal privatizzare Banca d'Italia o dall'abolire la separazione bancaria o dal far sottoscrivere derivati  al Tesoro o agli enti locali italiani. 
 Non erano pertanto costoro in grado di valutare la portata macro-economica almeno nei successivi 7/8 anni (quanto dura un ciclo economico dal 1993, prima che la borsa di Milano sia fatta crollare come è crollata nel 1994, 2001 , 2008, 2016)  : sembrerebbe che non  avessero consapevolezza nell'arrecare un danno grave allo Stato italiano e alla sua CLASSE MEDIA. 

PERSONE SBAGLIATE AL POSTO GIUSTO.

 Compito dell’economista è invece valutare gli effetti risultanti di ciò che sta compiendo. almeno nei successivi 7 anni....





Mps: nulla è cambiato a 10 anni dall’affaire Antonveneta

Mps: nulla è cambiato a 10 anni dall’affaire Antonveneta

http://www.ilcittadinoonline.it/economia-e-politica/mps-nulla-cambiato-10-anni-dallaffaire-antonveneta/
Data: 11 dicembre 2017 19:12

Il rinnovamento e la trasparenza rimangono una pia illusione

di Marco Sbarra
SIENA. Sono trascorsi pochi giorni dal decimo anniversario di quello che era stato presentato come l’affare del secolo prima di rivelarsi invecela madre di tutte le distruzioni di valore nel settore bancario”, metafora illuminante regalataci da Nicola Scocca, l’ex direttore finanziario silurato dalla Fondazione Mps nel 2008. L’8 novembre 2007 il CdA di Rocca Salimbeni ratificò tra scene di entusiasmo l’acquisizione di Banca Antonveneta, il “dono” che, è il caso di dire, infiniti lutti addusse ai senesi.
L’evento è passato sotto silenzio, quasi sia stato considerato un effetto collaterale della tragedia del Monte dei Paschi e non la causa. Lo stesso Barbagallo, Capo della Vigilanza di BanKitalia, ha sminuito in questi giorni la sua rilevanza – forse non del tutto disinteressatamente – preferendo focalizzare la sua attenzione sugli effetti della congiuntura” e sui comportamenti gravi e fraudolenti posti in essere sin dal 2008 dai precedenti esponenti di vertice”.
Interroghiamoci allora su come funzionò il management di primo livello di Rocca Salimbeni alle prese con l’integrazione di Antonveneta e con quali professionalità, indipendenza e correttezza abbia operato.
Pochi giorni dopo l’acquisizione Mussari Vigni incaricarono Marco Morelli, all’epoca Vice Direttore Generale, di organizzare e dirigere un gruppo di lavoro interno incaricato di individuare le fonti di finanziamento dell’acquisizione di Antonveneta.
Il candidato naturale per quel compito sarebbe stato il CFO Pirondini, ma la scelta cadde su Morelli poichè il suo superiore non conosceva l’inglese. Questo aneddoto davvero curioso è raccontato dallo stesso Morelli.
Pirondini offre un’altra spiegazione: fu indicato Morelli perché proveniva da una banca d’affari ed aveva esperienza di capital markets. A quale banca si riferisse lo vedremo nella seconda parte.
Del gruppo di lavoro diretto dall’attuale A.D. faceva parte anche David Rossi. L’allora Responsabile dell’Area Comunicazione era quindi perfettamente al corrente di tutti i risvolti dell’operazione, tanto è vero che lo stesso, in una drammatica e mail indirizzata due giorni prima di morire a Fabrizio Viola – pubblicata dal Fatto Quotidiano – scriveva di voler incontrare i magistrati, poiché Avendo lavorato con tutti, sono perfettamente in grado di ricostruire gli scenari, se è quello che cercano”.
E’ davvero difficile pensare che l’affaire Antonveneta non c’entri nulla con la morte di Rossi.
Un primo problema da chiarire riguarda l’identificazione del CFO del Monte nel periodo che va dal 28 agosto 2008 al 20 ottobre 2008. Daniele Pirondini dichiarò ai magistrati che cessò dal suo incarico di CFO nell’agosto 2008, mentre risulta dai documenti della banca che Morelli fu insediato in quella carica solo il 20 ottobre di quell’anno. Gli stessi riportano che a Pirondini rimase la carica di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari.
Se i ricordi di Pirondini risultano esatti viene da chiedersi chi svolse la funzione di CFO in quel lasso di tempo, poiché ufficialmente dopo Pirondini venne nominato Morelli. Questo particolare non è privo di rivelanza, poiché nel Monte dei Paschi di Siena il delicato compito di intrattenere i rapporti con Banca d’Italia – ricordo che MussariVigni Baldassarri sono stati condannati in primo grado a Siena per il reato di ostacolo alle funzioni di Vigilanza poi assolti in appello a Firenze – è demandato ad una struttura della Direzione CFO che fa capo al Responsabile.
Si dà il caso che la lettera di contestazioni del contratto di finanziamento Fresh stipulato fra Mps JP Morgan fu inviata da Bankit il 23 settembre del 2008 e riscontrata dal Monte con una missiva firmata da Vigni il 3 ottobre seguente, quindi proprio nel periodo dell’apparente interregno del Direttore finanziario. Chi operava in quel periodo come CFO ne aveva i poteri?
Perché Pirondini dichiara ai magistrati di aver continuato a curare fino a dicembre 2008 – ma solo come collaboratore – l’operazione Fresh e di aver provveduto, in particolare dopo la lettera del 23 settembre 2008 di Bankit, a curare i rapporti con la Vigilanza.
Ci si chiede in base a quali competenze abbia firmato il 1° ottobre 2008 un’indemnity – che poteva risultare esiziale per il Monte – a favore di JP Morgan che gli è costata il rinvio a giudizio nel processo Mps di Milano, tanto più che ammette di non ricordarsi nemmeno di averla firmata.
Altra incongruenza la si rileva nel mancato riscontro di tracce documentali del passaggio tra gli uffici apicali del Monte di atti della massima importanza e nell’assenza di verbali delle presenze agli incontri di vertice, cosicché è quasi impossibile venire a sapere con certezza chi fosse venuto a conoscenza di atti e fatti determinanti.
Mi riferisco in particolare all’indemnity del 15 aprile del 2008 rilasciata da Marco Morelli a JP Morgan il giorno prima del regolamento del Fresh.
Sembra incredibile ma non sussisterebbe alcuna prova tangibile che quel documento che esponeva la banca ad un rischio eventuale di un miliardo di euro sia transitato da Morelli al suo superiore diretto Vigni. La cosa non è indifferente in quanto quest’ultimo il 3 ottobre 2008 firmò la risposta a BanKit senza far cenno alcuno a quella garanzia.
Lo stesso problema si ripresenta per un’altra indemnity firmata, con la preventiva approvazione di Morelli, da Massimo Molinari Responsabile della Tesoreria il 10 marzo 2009 a favore di Bank of New York, incaricata da JP Morgan di collocare i bond Fresh, per risolvere la contrarietà di alcuni obbligazionisti ad approvare le modifiche imposte da Bankitalia al contratto.
Ma pure per la terza indemnity rilasciata il 1° ottobre 2008 a favore di JP Morgan non pare esserci la certezza che Pirondini, suo firmatario, abbia informato Vigni.
Mi domando se nella Direzione Generale esistesse un protocollo, o se non regnasse piuttosto una disorganizzazione deleteria dovuta all’impossibilità di portare a compimento, per di più in tempi ristretti, una missione impossibile come quella dell’integrazione di Antonveneta.
Per valutare la professionalità dei vertici credo sia utile leggere queste due citazioni. Una è di Giuseppe Mussari in qualità di Presidente del Monte dei Paschi di Siena: Questo non è il mio lavoro, e non voglio confonderlo con la professione: tornerò a far l’avvocato, che poi è quello che so fare” .
L’altra di Antonio Vigni, ex Direttore Generale: “Fò il coltivatore diretto, c’ho un’aziendina”. Il novello Cincinnato era uomo delle Istituzioni e secondo lui per un montepaschino era normale informare delle decisioni della banca la Provincia o il Comune di Siena in quanto questi erano considerati Istituti di tutti.
Vigni ammette di avere scarse conoscenze in finanza e con umiltà davvero ammirevole riconosce che di quella branca ne sapeva meno di Mussari, il che è tutto dire.
I due personaggi avevano caratteri diametralmente opposti, ma c’era una caratteristica che li univa: entrambi erano made in Pci/Pd.
La poca dimestichezza con la professione svolta dei vertici del Monte però non può spiegare da sola il disastro Antonveneta. Si ha l’impressione che Mussari – chissà se per sua sua volontà o per input superiori – si sentisse investito di una sacra missione da portare a termine con qualsiasi mezzo e a qualsiasi prezzo. Bisogna però riconoscere che nessuno dei vertici se l’è sentita di opporsi in prima persona a quell’acquisizione, nemmeno Morelli, il quale anzi ammise di avere apprezzato l’iniziativa e di non aver espresso opinioni sulla congruità del prezzo.
Per rendersi conto della totale sconsideratezza dell’affare basta andare alle “clausole vessatorie” presenti nel contratto di acquisizione di Antoneveneta: 1) No due diligence 2) No clausole di salvaguardia 3) Pagamento esclusivamente per cassa 4) Pagamento interessi dalla stipula del contratto al closing per circa 234 milioni di euro.
In più, chissà perché non fu effettuato l’agevole controllo preventivo sulla sussistenza di linee di finanziamento concesse ad Antonveneta dalla Capogruppo ABN Ambro, rivelatesi in seguito per un totale di 7,9 miliardi di euro.
Viene quasi da pensare che quel salto nel buio sia stato l’atto conclusivo di un disegno strategico più che un gesto di incoscienza.
1 – Continua


Il signoraggio di JP Morgan su Mps


Il signoraggio di JP Morgan su Mps

Il Monte nelle mani della superbanca d'affari americana

Marco Morelli
di Marco Sbarra
SIENA. E’ iniziato recentemente a Milano il processo Mps-Antonveneta, che ha tra i suoi principali obiettivi quello di chiarire la vera natura dell’aumento di capitale di un miliardo di euro riservato a JP Morgan, il famoso Fresh.
L’ipotesi avanzata dai Pubblici Ministeri è che quello strumento innovativo in realtà sia servito per mascherare il fatto che il Monte non fosse in possesso dei requisiti patrimoniali richiesti dalla Banca d’Italia per l’acquisizione. Rocca Salimbeni, come un prestidigitatore provetto, avrebbe fatto passare per aumento di capitale un finanziamento concessole dalla banca statunitense.
Questa tesi si basa principalmente sul fatto del ritrovamento di tre indemnity rilasciate dal Monte dei Paschi in favore, direttamente o indirettamente, di JP Morgan.
La banca “amica” statunitense all’epoca era di casa in Monte dei Paschi. Secondo Raffaele Giovanni Rizzi, in quel periodo Responsabile dell’Area Legale, fu Marco Morelli assieme a Massimo Molinari (Responsabile della Tesoreria) a selezionare JP Morgan per il Fresh.
Per quanto riguarda le manleve, varie testimonianze concordano sul fatto che fu la banca d’affari a pretenderne il rilascio.
Con la prima, firmata da Morelli il 15 aprile 2008, il Monte garantiva l’aumento di capitale Fresh di un miliardo di euro con capitale proprio, assegnando in pratica a JP Morgan il particolarissimo status di socio senza rischi.
La seconda venne firmata da Massimo Molinari – con l’O.K. Di Morelli – il 10 marzo 2009 nel bel mezzo di un’assemblea degli obbligazionisti Fresh chiamati ad approvare le modifiche al contratto pretese da Bankitalia e fu rilasciata a favore di Bank of New York in qualità di mandataria per il collocamento dei titoli. Il Monte garantiva ad alcuni primari obbligazionisti del Fresh il pagamento delle cedole anche nel caso non ricorressero le condizioni restrittive stabilite dalla Vigilanza, rischio che avrebbe dovuto essere di comptenza di JPM.
La terza porta la firma di Daniele Pirondini e data il 1° ottobre 2008, lo stesso giorno in cui i contratti del Fresh vennero modificati secondo le direttive di Bankitalia comunicate il 23 settembre: peccato che quella garanzia in realtà mettesse nel nulla le variazioni apportate. Banca Montepaschi infatti assicurava a JP Morgan il pagamento dei canoni di usufrutto indipendentemente dalle modifiche contrattuali apportate, ripristinando in pratica le pattuizioni originali secondo le quali JPM doveva risultare completamente affrancata da qualsiasi rischio, perché la stessa si considerava come mero intermediario.
Pagava infatti le cedole agli obbligazionisti Fresh dopo aver ricevuto il canone di usufrutto da Rocca Salimbeni di pari importo. La banca d’affari pose, come suo solito, la questione come un punto non negoziabile.
In soldoni il Monte pagava il canone di usufrutto a JPM, questa retrocedeva la somma a BONY che a sua volta la riconosceva pari pari agli obbligazionisti.
Quindi, in definitiva, possiamo dire che era la banca di Siena a pagare gli obbligazionisti Fresh, i quali andavano soddisfatti ad ogni costo così come sembrerebbe dimostrato dall'”estrosa” distribuzione nel 2010 di un centesimo di euro alle azioni di risparmio per un totale di circa 168.000 euro. Sta di fatto che, grazie a quell’escamotage, ai bondholders Fresh venne garantita la bellezza di una cedola da 50 milioni circa di euro il cui importo poteva invece essere tranquillamente accantonato in bilancio.
E’ inevitabile che sorgano molti dubbi sul fatto che il rischio d’impresa nell’aumento di capitale Fresh sia stato trasferito a JP Morgan, con la conseguenza ferale che potrebbero essere venuti a mancare i Ratios patrimoniali necessari per acquisire Antonveneta.
MussariVigni e Baldassarri responsabili dello sfascio del Monte? Prescindendo dall’aspetto penale, credo che nessuno dei vertici apicali che hanno condiviso quel maledetto affaire possa dichiararsi del tutto innocente.
Ma le sorprese del Fresh non sono ancora finite. Nei contratti che lo regolavano c’era una clausola che probabilmente costituiva un unicum a livello mondiale: prevedeva l’obbligo per Mps di pagare una somma annuale milionaria a favore di JPM per il preteso costo da questa sopportato per l’appostazione in bilancio delle azioni di Rocca Salimbeni. Un socio davvero speciale “l’amico americano”, che ottenne di versare solo 950 milioni di euro per il Fresh invece del miliardo previsto, perché 50 se li tenne a titolo di garanzia per il pagamento di quel costo.
E sì che JPM incamerò la bellezza di 240 milioni di euro a titolo di canone di usufrutto.
Lo strano è che nonostante l’infelice esito del Fresh architettato da JP Morgan con l’avallo di Morelli, nonostante i guadagni stratosferici lucrati da quel socio “particolare”, il “satellite” Monte continui a gravitare nella sfera di influenza di quella super potenza bancaria americana.
Andiamo al 20 settembre 2016, quando fa il suo rientro al Monte come numero uno colui che era stato nel periodo dell’affare Antonveneta prima Vice Direttore Generale, poi Responsabile finanziario dell’operazione e infine CFO. In pratica il numero tre di Rocca Salimbeni, dotato di amplissimi poteri grazie alla procura rilasciatagli dal Direttore Generale Antonio Vigni.
Siamo di fronte al classico esempio di un ritorno di natura endogena, oppure la mossa è stata decisa fuori dal Monte? Per il Fatto Quotidiano.it e per Wall Street Italia (due fra i tanti media che si sono espressi su quell’argomento) non ci sono dubbi: Il primo titola: Mps, Jp Morgan ordina e la Bce obbedisce: nuovo ad sia Morelli, uomo di Mussari multato da Bankitalia”, il secondo: “MPS nelle mani di JP Morgan. Banca Usa dietro addio Viola e ingresso AD Morelli”.
Ricordiamo che la banca americana da sempre “amica” di Mps è stato il grande sponsor dell’aumento di capitale privato di 5 miliardi fallito un anno fa nonostante gli sforzi profusi da Morelli.
Quel Morelli che “Prima di entrare nel Gruppo Mps era Amministratore Delegato e Direttore Generale di JP Morgan Italia e membro del Comitato esecutivo della JP Morgan Europa” (come si può leggere nel Curriculum Vitae dallo stesso redatto).
L’attuale Amministratore Delegato del Monte sembrerebbe intrattenere solidi legami con la banca diretta da Jamie Dimon. Abbiamo già dato conto del fatto che Morelli agevolò JP Morgan con due indemnity salva rischi per cui è stato indagato a Siena, uscendone però a testa alta con la posizione archiviata. Ma ancora è alle prese con le censure della Banca d’Italia, la quale l’8 ottobre 2013 lo ha multato per 208.500 euro a causa del“la gravità del comportamento tenuto” e del “le molteplici violazioni”.
Nelle motivazioni del documento si legge che il comportamento di Morelli“risulta di particolare gravità considerato che egli ha partecipato a tutte le fasi dell’operazione (Fresh), dalle prime interlocuzioni (periodo al quale risale l’indemnity del 2008, da lui stesso sottoscritta) fino alla definizione del termination agreement. Tale documento, non può verosimilmente essere stato formato e sottoscritto a sua totale insaputa”.
Poi prosegue spiegando che “Morelli seguiva da vicino l’operazione di acquisto di Antonveneta e le correlate operazioni di rafforzamento patrimoniale. In particolare partecipava, anche in virtù delle specifiche competenze professionali, alle fasi più significative dell’operazione Fresh, fin dalla sua iniziale strutturazione”…Il sig. Morelli, inoltre, conosceva l’esistenza (come risulta comprovato dalla e-mail del 12.3.2009, della indemnity rilasciata nel 2009. All’ex dirigente non poteva sfuggire la necessità di trasmettere tale documento alla Vigilanza: la garanzia in esame riportava in capo a Mps il rischio di impresa in ordine alla quota parte di notes Fresh su cui insisteva (Le citazioni sono riprese dal Fatto Quotidiano.it del 9 ottobre 2016).
Va doverosamente evidenziato che la sanzione di Bankitalia non è ancora divenuta definitiva in quanto Morelli ha proposto ricorso.
A questo punto è doveroso porsi tre domande:
1) il Monte dei Paschi Siena si può considerare una banca indipendente?
2) Marco Morelli è in possesso dei requisiti di onorabilità e correttezza imposti dalle leggi per lo svolgimento del suo incarico al Monte?
3) L’attuale Amministratore Delegato di Rocca Salimbeni può rappresentare la invocata discontinuità rispetto al management responsabile della tragedia Antonveneta?
Quel che è certo è che il prossimo 18 dicembre 2017, in occasione della riunione del Consiglio di Amministrazione del Monte, Marco Morelli, l’uomo che “veniva da una banca d’affari”, sarà arcisicuramente riconfermato nella carica di Amministratore Delegato di Rocca Salimbeni.
E nessuno si alzerà per chiedergli se non sia il caso di fare un passo indietro.
P.S. “Vuolsi così colà dove si puote/ciò che si vuole, e più non dimandare.

AMBIGUITÀ, RAGGIRO, INFONDATEZZA GIURIDICA … E NON SOLO …DELLA MONETA ELETTRONICA Di Orazio Fergnani



AMBIGUITÀ, RAGGIRO, INFONDATEZZA GIURIDICA … E NON SOLO …DELLA MONETA ELETTRONICA

Di Orazio Fergnani


Uno degli strumenti di ultima generazione utilizzato per controllare, studiare ed eventualmente poi intervenire e condurre gli individui nelle loro decisioni ed azioni è la cosiddetta carta di “credito” elettronica…....

Una tecnologia come mezzo di controllo sociale per imporre, attraverso una continua induzione di paure ed ansie, moduli di pensiero e comportamenti umani totalmente spersonalizzati, asserviti e ideologizzati. Obbiettivo finale: annichilire qualsiasi sentire, agire e pensare che possa essere veramente alternativo e concorrente. In sintesi,
annichilire la personalità e la libertà.

Questo è il pericolo su cui ci ammonisce il famoso e stimatissimo George Orwell attraverso i suoi racconti, i cui fatti  descritti a mo’ di allegoria, se confrontati con la situazione reale attuale, ci dicono che il pericolo descritto è in via di concretizzazione conclusiva.

Nonostante le grida di allerta che da decenni andiamo urlando in ogni sede, sembra proprio che finora non abbiano destato l’attenzione dell’opinione pubblica …. Da decenni la cosiddetta Sovranità Popolare garantita dall‘art. 1 della Costituzione viene via via sottratta attraverso subdole azioni di malgoverno, legiferazione lobbistica, usurpazione ed estorsione di diritti…. Tutto questo alla luce del sole ed apparentemente in modo del tutto legale….

La realtà dei fatti è del tutto agli antipodi; ed infatti nel corso di molti decenni lentamente ed apaticamente i Cittadini bovinamente lasciandosi depauperare della propria libertà e cedendola oziosamente nelle mani di entità incorporee, evanescenti, quasi inconsistenti e comunque intangibili, inattaccabili ed infine esecutrici di quel folle racconto di Orwell e quindi manipolatrici, interpolatrici, circonvenzionatrici delle menti e delle azioni dei cittadini si rendono complici più o meno consapevoli del furto e degli altri reati a loro stesso danno perpetrati… questo al presumibile scopo finale di accentrare in pochissime mani il oligarchiche e plutocratiche il potere dei cittadini che da questi era stato demandato allo Stato.

Se vogliamo difendere la nostra libertà, i nostri diritti e le nostre Sovranità dobbiamo innanzitutto scrollarci di dosso, l’inconsapevolezza, l’apatia, l’egocentrismo e al contrario prendere coscienza del nostro collettivo potere di cittadini e di farlo di nuovo tutelare, valere e rispettare.

Come infinite volte ripetuto in tutte le occasioni in cui abbiamo avuto un “pulpito” a disposizione io, Giorgio Vitali ed altri abbiamo sempre urlato al vento il grido di dolore delle nostre sovranità e diritti svaniti, dissolti nel nulla : la sovranità politica (nessuno si può candidare se non attraversano le forche caudine dalle segreterie di partito); la sovranità monetaria (ormai ceduta irrecuperabilmente alla B.C.E. – con tutte le considerazioni corollarie del caso); la sovranità del diritto (all’accesso alla giustizia, ad un giusto processo, a tempi di durata umani); alla  sovranità e relativi diritti di possesso, anche dei beni primari come la casa di abitazione e la stessa attività… ormai precluso a larga parte dei cittadini a causa delle leggi infami prodotte in questi ultimi anni; alla fine del diritto alla pensione, di inabilità e di anzianità; al diritto alla sanità ed all’assistenza per i meno abbienti, i malati, gli inabili, etc.,etc.,.

NULLA PIU’, DI FATTO, E’ RIMASTO AI CITTADINI

Per uscire da questo girone infernale in cui questi infami manipolatori ci hanno precipitato è necessaria una rivoluzione culturale che ci rieduchi alla libertà processo che in primo luogo riattivi il senso di critica, di analisi e di coerenza logica in ciascuno  per poter in ogni momento confutare, contestare e rifiutare questa estromissione dai propri naturali ed insottraibili diritti.

In questa visione ed azione di recupero della propria “persona” e concetto di soggetto centrale della società e dello Stato si deve inserire anche la battaglia per la difesa dell’utilizzo del denaro contante”.

Non una battaglia limitata e fine a se stessa ma inserita in un contesto molto più vasto ed “alto” che ha come obbiettivo la riappropriazione di tutti i diritti impropriamente, illegittimamente ed illegalmente sottratti come già elencati sopra …. Ma nello specifico azione questa, diretta a rivendicare la supremazia in termini assoluti dello strumento principe di pagamento nella transazioni negoziali (la Banconota) su un altro (la moneta elettronica), ma nel contempo riaffermare il diritto del Cittadino sovrano di scegliere liberamente e consapevolmente.

Nel corso degli anni la soglia al di sotto della quale è possibile utilizzare denaro contante per effettuare pagamenti tra privati o privati e società od amministrazioni non bancarie è stata gradualmente ridotta fino all’attuale limite di 1000 € ma ancora non basta e si fanno campagne pubblicitarie e “talk show” vari per disincentivare e ridurre ancor di più gli spazi d’uso del contante, con l’intento più o meno esplicito e finalizzato di giungere in un futuro alla totale soppressione di questa modalità di pagamento, sostituendolo  con l’artificioso dominio della moneta elettronica.

A supporto della bontà della loro tesi, i promotori ed i sostenitori della cosiddetta lotta al contante adducono il fatto che tutto quanto dichiarato in queste (cosiddette) “leggi” ….sia pensato e studiato al fine di ottenere gradi maggiori di benessere generale, equità, progresso, giustizia sociale, sicurezza pubblica e privata, e come sopra asserito < ….. lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo….>. Questo in modo da poter emettere una cosiddetta “Legge Speciale” – come ad esempio il D.Lgs.231/2007 e il D.Lgs.201/2011 – che servono allo scopo preciso e metodico per sottrarre Sovranità al cittadino e per darla alla casta dei superuomini che è quella della grande finanza internazionale IN UN SOLTANTO SUPERFICALE REGIME DI APPARENTE LEGALITÀ.

La verità, AL CONTRARIO è che la lotta contro l’utilizzo del denaro contante non annovera alcuno scopo nobile e le argomentazioni a suo sostegno sono pure e concentrate mistificazioni della realtà oggettiva.L’unico vero obbiettivo di questa falsa crociata consiste nel proteggere e consolidare il potere, le prebende e l’influenza di quella variegata casta di soggetti improduttivi che ormai ci ritroviamo direttamente allo “Sgoverno della Nazione” che usualmente prosperano usurariamente e parassatariamente a scapito del lavoro altrui.

Il pretesto di perseguire buoni propositi serve come paravento per dissolvere i residuali diritti naturali dei più deboli e si tenta pretestuosamente di associare la lotta al contante col contrasto all’evasione fiscale …..che ad una prima analisi sembrerebbe pure ammissibile, ma che ad una appena più approfondita disamina si capisce del tutto logicamente insostenibile… in quanto ben tutti sappiamo che il grosso dell’evasione fiscale non ruota affatto attorno l’utilizzo del denaro contante.

Infatti da dati in nostro possesso sappiamo perfettamente che il cosiddetto lavoro sommerso ed evasione dei professionisti, artigiani, piccoli imprenditori ammonta a circa 8 miliardi di €/anno, …mentre invece le banche nel loro complesso, e nel complesso delle loro “operazioni” (banche commerciali e d’affari, Banca d’Italia e B.C.E.), evadono al fisco e contestualmente rubano ai cittadini (sottraendoli alla circolazione del “liquido” del mercato) …. Circa 900 miliardi di €/anno.

Come è immediatamente comprensibile l’eliminazione del contante non serve assolutamente a nulla se non a privare milioni di cittadini del formidabile strumento di “manifestazione di apprezzamento – il denaro”. Restringere le possibilità di decisione ed utilizzazione di scegliere come metodo di pagamento ciò che noi cittadini consideriamo più adeguato,va così ad incidere direttamente sulla sfera delle libertà e delle abitudini delle persone. Limitandone la libera scelta e quindi l’ambito della capacità decisionale  … del tutto antidemocraticamente ed incostituzionalmente.

La banconota è solo un democratico, intelligente, sociale, solidale, neutro, mezzo per facilitare lo scambio; è un mezzo, e …deve essere sempre disponibile a piacimento di chi, “CITTADINO”, lo ha legalmente nella sua disponibilità  in quantità e rapidità adeguata alla necessità degli scambi da sostenere.

E nessuno (LE BANCHE) si deve mai interporre per nessun motivo fra la decisione del legale detentore e la sua immediata e quantificata disponibilità.

Stampare una banconota da 5 come da 500 € costa tutto compreso circa 30 €cent, e la circolazione della stessa banconota poi non costa nulla; io la passo a te, tu la passi a qualcun’altro..... nessuno ci guadagna, nessuno ci lucra…… tranne la B.C.E. e la Banca d’Italia ovviamente, al momento della emissione … ma questo in questo particolare momento sarebbe pure tollerabile….

Per chiarire una volta per tutte, l’infingardaggine ed infamia del comportamento delle banche si può prendere ad esempio la fornitura del servizio di “carta prepagata” cioè su cui abbiamo anticipatamente versato dei soldi nostri, e precisare nel dettaglio…

Se si deposita una banconota da 100 € e si ritirano i propri soldi precaricati sulla carta dal bankomat 100 €, la banca si tiene mediamente più di 1.5 €, ovvero l'1.5%. Se si riversa quella banconota in banca e poi la si ritira di nuovo al Bankomat ripetendo l’operazione per 67 volte (anche molto meno se si considerano altri elementi)…., i 100 € iniziali sono spariti : se li è giugulati vampirescamente la banca.

Per puro puntiglio occorre precisare che molte banche fanno pagare anche 2 € (ed oltre) per ogni prelievo al bancomat … il che sta a significare che su 50 € si arriva a pagare il 4%

Qualcuno potrebbe pure scelleratamente concepire che pagare la banca per mettere i soldi nel bancomat è un costo che si deve sostenere (noi sappiamo bene che dovrebbe sempre essere la banca che dovrebbe pagarci per depositare i nostri soldi nella sua sede), ma questa teoria sarebbe ancora più insostenibile  nel caso delle transazioni con denaro virtuale/elettronico….. la banca si tiene l’interesse usurario in percentuale, e con una minimo numero di passaggi si mangia tutto il capitale.

QUESTA È PURA E SEMPLICE FOLLIA…

Rischi zero ….. costi zero…. Mai esistita nessun’altra più lucrativa attività imprenditoriale ….. Oggi per di più i softwares bancari si trovano gratuitamente sul web. Minimo investimento massimo risultato… il sogno di re Mida divenuto realtà.

E agli antipodi, e per fortuna ….come contraltare; la banconota…

A Wörgel, il paese precursore della moneta cartacea indipendente creata dal Comune nel 1932, passava di mano 57 volte all'anno. Dopo il costo di stampa, Gratis… Nulla. Solo il primo anno un piccolo costo, poi gratis.

Lo stesso è stato ed è per qualunque altra moneta… Anche per la Lira… ed abbiamo documentazione di alcuni dati…

La banconota da diecimila lire costava circa seicento lire di stampa, inchiostro, filigrana, etc., ma negli ultimi anni di “corso” faceva ben 14.000 (quattordicimila) passaggi di mano prima di essere resa inutilizzabile a causa dell’usura (nel senso di consumazione)… per cui risultava che ogni passaggio costava allo Stato ed al cittadino ….

Quindi 600 £it. / 14.000 = 0,043 lire a transazione…

Ovvero pari al 0,00024 % del costo di produzione di una banconota…..

O anche, nel caso della banconota da 10.000 £…. Pari circa al 0,00001%  del valore nominale della banconota…

Dunque …. Da una parte abbiamo la tanto decantata e pubblicizzata moneta elettronica che costa più del 1,5% del valore nominale della “transazione” dei bit e che dopo 67 “click” (può esserci nulla di maggiormente folle??)….. annulla il suo valore iniziale ……

E … dall’altra abbiamo la tanto svilita e vituperata moneta cartacea… che in pratica ……

Non costa nulla!!!

Nella quotidianità l’impiego del contante permette di portare a termine transazioni in maniera celere e proficua… ad esempio ieri ero al distributore di carburante self service dove avevo una decina di automobilisti che mi precedevano nel pagamento ed ho avuto modo di verificare col cronometro del cellulare quanto tempo impiegava il cassiere ad effettuare il pagamento, ed eventualmente dare il resto (nel caso di pagamento in contanti) … e di quanto tempo impiegava per fare la transazione attraverso la strisciata della carta di credito e relativo scontrino di ricevuta…

Nei dieci casi è risultato questo :

A1) Nel caso del pagamento in contanti senza resto  (4 casi) tempo circa 4 secondi;

A2) Nel caso di pagamento in contanti con resto (3 casi) circa 8 secondi; 

B) Nel caso di pagamento con carta di “credito” e ricevuta (3 casi) circa 28 secondi……

Praticamente un doppio furto, uno monetario assommato ad un furto in termini di costi operativi, a tutto danno degli operatori che accettano il pagamento con carta di “credito”….

Senza considerare il terzo, occulto, furto, il costo sostenuto dal gestore l’attività… che arriva anche al 3 o 4% del valore delle transazioni.

A supporto della moneta elettronica si fantastica che la lotta al contante è decisiva anche nella lotta ai furti e alle rapine.

Mai idiozia mistificatrice fu più monumentale….

Si deve sottolineare che l’eliminazione del contante non rappresenta per nulla la soluzione definitiva contro furti e rapine. Clonazione di bancomat e di carte di credito, manipolazione di conti bancari, furto d’identità sono a conoscenza di tutti.

A Luglio di quest’anno era a Piazza Monte Citorio a partecipare ad una manifestazione insieme ad altri amici, fra cui anche un’amica con cui ci scambiavamo idee ed opinioni nel frattempo che il relatore del comizio esponeva le sue tesi… All’improvviso vedo l’amica sbiancare e quasi svenire…. Si era improvvisamente accorta che le era sparito il portafogli… in cui non aveva denaro liquido … per cui riprendeva un atteggiamento normale… ma nel contempo si rendeva conto che le era fra l’altro sparita la carta di credito… Chiamata immediatamente la banca per bloccare la carta… il responsabile le rispondeva che era appena stato fatto il prelievo massimo giornaliero di 500 €…. Ovviamente dal ladro….Questo a testimoniare, se ce ne fosse bisogno, che è più facile per i lestofanti rubare denaro attraverso la carta di “credito” che non il denaro… che normalmente si tiene diviso in più tasche e ripostigli, borsa, portafogli… etc., etc..-

Alcuni sostenitori della moneta elettronica addirittura oltraggiano l’intelletto delle persone normalmente dotate, assegnando alla lotta al contante una assurda ed insostenibile, come appena visto…. valenza di battaglia di civiltà, così invertendo i ruoli e le funzioni dei due opposti termini del ragionamento…e cioè la causa e l’effetto, trovandosi nell’impossibilità di avere l’avallo della verità scientifica, tentano truffaldinamente di plagiare la mente degli sprovveduti che purtroppo sono la maggioranza.

Come visto all’inizio è in atto da decenni la progressiva spoliazione dei diritti dei cittadini di cui la rapina del denaro contante e la contemporanea imposizione obbligatoria per “legge” della moneta elettronica alimenta il potere arbitrario, usurpativo e discrezionale, sperequativo, della élite politico/finanziaria il cui consolidamento è estremamente deleterio e pericoloso poiché sottende alla passiva accettazione di una futura società dove l’uomo non è concepito come fine, ma come mezzo.

E qui occorre entrare nel merito del diritto di proprietà “tout court”…

Per definire e completare lo scenario serve precisamente comprende e definire cosa significa "proprietà popolare della moneta" (o anche solo il concetto di proprietà) …… si crede di capire, ma abbiamo riscontri che dimostrano che non ci riescono neppure gli “addetti ai lavori”.

Finalmente però in America ed in Europa ci si è svegliati dal “torpore” indotto e ci sono cause civili sotto il profilo del diritto in merito alla proprietà del contenuto e alla proprietà dello strumento che gestisce il contenuto.

Una simmetria esemplificativa .... 

Se si realizza un progetto tecnico con il software "Autocad"  il contenuto intellettuale è di proprietà  del progettista che lo realizza …. ma costui e la sua opera diventano inesorabilmente ed imprescindibilmente legati al proprietario del software con cui si è creato il progetto. Per cui si dipende per il futuro in tutto e per tutto dal proprietario del software e sempre più lo sarà nel futuro se non vi si pone rimedio (ecco uno dei motivi fondamentali per cui il “diritto d’autore” deve avere periodi di latenza sufficientemente brevi e differenziati stabiliti (questi sì) per Legge…...

Paradossalmente se il proprietario delle licenze Autocad un giorno decidesse di chiudere l’attività e ritirare le licenze ….  tutto il patrimonio intellettuale realizzato, veicolato e vincolato a quel software andrebbe in fumo! E questo è del tutto illogico ed inconcepibile!

Questo non può e non deve essere possibile!

Ormai lo stesso processo operativo di transustanzazione e svanimento, dissoluzione è in atto per quanto riguarda il denaro… che come il progetto non è più su supporto di carta…. Ma questo supporto … mentre la carta era completamente integrata e facente coesivamente parte del progetto … veniva rilevata e ritenuta da tutti “ la materia del progetto stesso”…. Ora il denaro/banconota sta subendo denigrativamente e furfantescamente la stessa opera di smaterializzazione molecolare e di separazione netta fra idea/concetto/pensiero del progetto (integrante il valore) ed il vile supporto materiale cartaceo…

ECCO LE FASI DELLA GRADUALE TRUFFA MESSA IN ATTO :

Sempre, fin dalla sua nascita … e fino ad ora il denaro è stato ed è uno strumento che idealmente e virtualmente racchiude e conserva nel tempo il valore, tuttavia …

FASE 1

Seppure nel corso dei secoli il “valore” del denaro prima era racchiuso nella nobiltà della lega di metallo più o meno prezioso di cui era fatta la moneta…

FASE 2

Poi successivamente il “valore” veniva riconosciuto nella concezione/consapevolezza che la banconota era la rappresentazione dell’integrazione in essa del “valore” del metallo nobile racchiuso nei forzieri del principe o della Repubblica…

FASE 3

Deinde in tempi più recenti… caduta la convertibilità in oro… questo valore integrato nel corpo cartaceo e rappresentato dal concetto di integrazione del “valore” del bene che si andava a veicolare sul mercato economico riconoscendo/acquistando il bene oggetto di interesse del “portatore della banconota” … nello scambio bene – banconota veniva integrato nella banconota che rimaneva in mano al venditore

Esso “valore” rimaneva comunque sempre ancorato al concetto che il portatore della banconota era il legittimo proprietario e colui che poteva disporne a piacimento secondo il dettato degli articoli del codice civile 832 e seguenti….

FASE 4

Questo anche quando, con l’avvento dell’euro …. Che seppure di proprietà della B.C.E. e non del portatore… comunque … per il fatto stesso che il portatore- possessore anche se in ombra rispetto alla B.C.E. (proprietaria) … ne era di fatto in possesso… comunque (siccome possessore) poteva disporre liberamente della cosa/denaro/banconota….

FASE 5

Ora invece … fase terminale del percorso truffaldino… come visto per il progetto concettuale… una volta utilizzato il software del “terzo incomodo” quello che prima era del portatore, sempre il valore della banconota… all’improvviso con l’introduzione in “gioco”di questo nuovo elemento (il software) questo “valore”diventa di chi il “valore” (del progetto autocad o della banconota – poco importa) …. soltanto gestisce il software…..Quindi il “portatore” solo per il fatto di essere entrato nel software attraverso un “gestore” …. che sia della società “Autocad” o della Banca Unicredit”….. e questo “valore” sia gestito in modo “proprietario” da costoro e non più dall’ignaro che inizialmente si è fidato ed affidato a costoro… Questo “valore” incredibilmente diventa del gestore del software…

Un po’ come potrebbe essere di affidare ad un rivenditore di auto la nostra automobile per la vendita e viceversa … solo perché gli abbiamo firmato l’incarico di venderla… e costui ci vada in giro o addirittura la affitti …..e quando gliela richiediamo indietro ci dice : < te la riconsegno dopodomani… prima vediamo se mi devi dare qualcosa di interessi….>.

La cosa è perfettamente verificabile facendo una semplice azione… Andando in banca a prelevare sul conto corrente una discreta somma di qualche migliaio di Euro… vi sarà risposto di tornare il giorno dopo o anche il giorno dopo ancora…

Facendo con ciò vedere che quello che è il vostro diritto in quanto legittimi proprietari del vostro denaro di disporne liberamente viene continuamente e costantemente calpestato da chi solo dovrebbe gestire il vostro bene… Infatti il vostro denaro vi dovrebbe essere istantaneamente restituito (con eventuali interessi) a semplice vostra richiesta…

Portare la gestione del denaro totalmente sotto il controllo elettronico significa cedere completamente, irrimediabilemente e definitivamente il valore contenuto nella moneta di nostra esclusiva proprietà, senza più alcuna possibilità di possibile contrattazione. 
Facendolo diventare di fatto proprietario, gestore, detentore ed arbitro insindacabile a tutti gli effetti sia della moneta che del “valore” in essa contenuta.

Cosa che in parte è già così…  perchè lo Stato negli ultimi anni con una serie di leggiuccole (fra cui quelle più sopra citate) ha obbligato le imprese ad avere i conti correnti, …. a pagare e ricevere pagamenti solo tramite bonifico.....

È quindi comprensibile paventare che da un momento all'altro ( e sta già succedendo) il “di fatto” proprietario del denaro (i banchieri) diano mandato ai maggiordomi (gli Stati) che aizzino i cani (Equitalia) per sequestrarci il conto corrente anche senza alcuna nostra autorizzazione e per qualunque insulso ed illecito motivo.

Già il fatto graduale, ma intenzionale, di questa strategia è in corso… con la serie continua di pseudo leggi che limitano la libertà di circolazione/transazione e la disponibilità della liquidità, del deposito, degli assegni, delle tasse… e l’entità massima delle transazioni etc., etc., come evidenziato nei testi delle pseudo-leggi portate ad esempio.

Per la cronaca sotto il profilo giuridico e giudiziario sia Microsoft sia Autocad (per fortuna e per rispetto del “Diritto”) stanno avendo dei problemi proprio perchè una privata e personale proprietà intellettuale non può in alcun caso, senza adeguato ed apposito “Negozio Giuridico”, diventare proprietà del software che la gestisce..

Col denaro sta avvenendo lo stesso e di peggio in quanto il denaro in una società dove tutto ormai e monetizzato, dal sesso ai riti funebri, dall’ottenimento di una carta d’identità ad un paio di mele essere controllati ed irreggimentati nello svolgimento della propria esistenza corrisponde esattamente a quanto descritto da Orwell da noi citato all’inizio…..

Diventare a tutti gli effetti schiavo, succube, soggiogato, prigioniero…

Ma noi ci opporremmo con tutte le forze, con ogni mezzo e fino all’ultimo respiro ad un destino così ingiusto, meschino, crudele e nefasto……

In quanto l’uomo ed i diritti dell’uomo sono il centro dell’universo.