LA TEORIA DELLA SCARSITA’ E
L’ESPROPRIO MATEMATICO
Mi hanno fatto notare che
sono monotematico, ma i motivi sono essenzialmente due: il primo è
che mi sono proposto “volutamente” di trattare la materia in
stile “divulgativo” in continuazione al fine toccare molti
aspetti negativi della nostra vita che crediamo “indipendenti” e
legarli alla “sola causa” che tutti rifiutano di comprendere; il
secondo è che se uno scopre di avere un cancro (ma ne deve essere
realmente cosciente) non può far altro, che fare di tutto per
curarlo (ossessivamente).
La “moneta debito”
con il suo “interesse” è un cancro per il mondo e finché il
popolo non lo capirà saranno dolori per tutti. L’avidità umana e
la ricerca del potere per dominare, sono diventati “sistema” che
“alcuni” utilizzano per farci giocare con la “democrazia”, e
mentre noi giochiamo, ci preparano in continuazione la sorpresa (ogni
tanto poi ci danno le caramelle).
Ma andiamo
all’argomento.
Molti si sono cimentati
nel definire la teoria della rarità al fine di voler estrinsecare il
concetto del valore ed allontanarlo da quello che è invece un
relazione strettissima con l’uomo. Il valore in se non esiste se
non nella necessita di un rapporto intellettuale e di conseguenza
relazionale e convenzionale. Qualcosa assume valore, se qualcuno la
cerca per soddisfare un bisogno, tanto più se primario.
L’oro, in fin dei conti
veniva ricercato più per la funzione di riserva e conservazione del
valore (e fungibilità) che per altro, sicuramente non assolveva
direttamente ad un bisogno fisiologico (vestirsi, mangiare, bere) ma
piuttosto ad un bisogno “psicologico” ossia la certezza di
mantenere un determinato valore nel “tempo e nello spazio”
immutato. Solo dopo, in azioni dell’uomo di tipo previsionale (G.
Auriti) questo strumento di conservazione del valore assumeva esso
stesso valore, ma solo per essere ri-trasformato in altra moneta o in
merce.
Ora sotto questa
funzione può apparire chiaro, che meno c’è ne in circolazione e
più conserva (mantiene) il valore assegnatogli nel tempo.
Ma ciò, sempre e solo,
per consolidata convenzione ed induzione, diversamente con una
tonnellata d’oro in un isola senza acqua questo diventa più
inutile delle pietre. Dal 1971 sappiamo che il Golden Standard non
esiste più, quindi il valore convenzionale (indotto) è di fatto
passato (volenti o nolenti) al denaro cartaceo (e/o digitale..!!!),
che però per la stessa legge (ma con altri fini) i sistemi di
gestione ed emissione tendono a limitarlo nel mercato. Il principio
“ufficiale” (dei dinosauri della economia che continuano a
sbagliare ma non si domandano mai il perché, salvo pochi illuminati,
che invece, sanno perfettamente cosa sta realmente succedendo) è
quello della “rarefazione monetaria”, più limito il denaro (fase
di recupero della liquidità dopo la fase espansiva) in circolazione
più questo non si “svaluta”.
Ora la cosa all’apparenza
potrebbe avere un senso tanto è vero che la BCE© ne fa
un strategia maestra e tutti gli esperti del settore dietro (come
pecore) a seguirne le evoluzioni. Il problema è che questo tipo di
moneta di fatto, ha un’altra funzione sconosciuta alla maggioranza
del popolo, che è quello di “dominazione e gestione del valore”
e di trasferimento (tout-court) di beni reali, con il semplice
meccanismo degli “interessi” (che abbiamo spiegato tante volte).
Questa moneta (debito) si “invera” solo girando sul mercato
reale; quando questa si è “inverata” ha assorbito il valore
reale dal mercato (ricordiamo che all’atto dell’emissione la
moneta ha solo il valore intrinseco, 100,00€ =30cent. Di €). La
moneta (prestata dalla BCE al mercato) a questo punto carica di
valore reale ha anche maturato gli interessi (nel tempo) e viene
quindi ritirata dal mercato (con tasse e tagli) senza nessun
riguardo per il mercato che vive di liquidità e di denaro e su cui
la gente ci lavora e ci vive. Il banchiere deve recuperare il valore
della moneta che il mercato gli ha ceduto e questo con scientifica
ciclicità e sistematicità (le crisi sono in parte programmate a
tavolino proprio per il recupero del valore reale che la moneta può
solo rappresentare) (F. Caffe).
I mercati a questo punto
cominciano a soffrire ma non certo per la legge della “domanda e
dell’offerta” e tanto meno per la “presunta inflazione
propagandata” ma semplicemente per anemia monetaria programmata.
La sottrazione di vero
valore attraverso lo strumento della “moneta debito” è la causa
prima del mercato “nero” e dei paradisi fiscali (con buona pace
di chi si strapperà le vesti), infatti sia il povero che il ricco,
alla sottrazione ingiustificata di denaro (che continente il valore
per cui si è lavorato) si indignano e trovano mezzi diversi per
potersi riappropriare del valore del proprio lavoro.
Una dimostrazione che
questo meccanismo (l’utilizzo della moneta debito euro) estorce
valore è il fatto, che tutti (senza distinzione alcuna) cercano un
modo per evadere il fisco che non è più visto come “lo stato che
ridistribuisce ricchezza”, ma come una “agenzia di recupero
crediti” per la BCE. Infatti non c’è un ritorno “percepibile”
di “valore” ai cittadini di queste tasse, che invece subiscono
solo tagli, riduzione dei servizi, e privatizzazioni.
Se poi ci mettiamo che il
sistema “bancario” aiuta gli evasori ad esserlo, è l’ennesima
dimostrazione della truffa, ossia della sottrazione del valore che
viene trasferito da chi realmente lo ha prodotto (il popolo) a chi si
è messo in mezzo solo per speculare e dominare, la BCE.
A questo punto, ad una
riflessione più attenta, viene fuori che “la banca” non fa più
il suo mestiere ma semplicemente, sta tentando di trasformare il
“valore convenzionale” del denaro recuperato e soprattutto quello
irrecuperabile (per definizione perché da interesse) in valori veri.
Punta gli occhi sui beni reali e costringe i legittimi proprietari
diventati “cattivi pagatori” (che con questo sistema lo erano
matematicamente già prima, ma solo non lo sapevano) a cedere le
proprietà ed i beni.
Tutto ciò avviene con
interi Stati figuriamoci con gli inutili poveri e superflui
cittadini. Il “sistema debito” quindi non ha nessuna intenzione
di sostenere il mercato economico, ma lo “usa” e lo “stupra”
temporaneamente ed a cicli, solo per generare la quantità giusta
di interessi e di debito al fine poi di abbandonarlo e chiedere
il riscatto (elegantemente chiamato privatizzazioni). C’è una
strategia neanche tanto occulta, per chi non è fortemente distratto,
di realizzare trasferimenti di proprietà con questo sistema,, ciò è
già avvenuto in molti stati tra cui l’Italia.
Questo processo derivante
dalla “moneta debito” (semplificando) induce e costringe gli
Stati (che hanno raggiunto un certo debito) a svendere patrimonio
pubblico (ferrovie, elettricità acqua, palazzi, demanio, ecc) solo
per aver ceduto la “sovranità monetaria”, ossia la capacità di
battere moneta in proprio, (e ditemi, quale stato non è indebitato
dell’eurozona?). La cosa interessante è che il sistema, è stato
pianificato in maniera strategica, con stile mafioso.
Ancora oggi chi si ostina
a non entrare nel loro “sistema” , viene tacciato da dittatore e
si fa in modo di farlo cadere (Libia, Venezuela, ecc) con eccezione
della Cina per una questione di numeri (immaginate 1,3 miliardi di
cinesi incazzati).
In Italia per convincere
gli italiani (c’è voluto poco), nel 1992 hanno realizzato una
strategia di stampo mafioso, della serie, se accetti la nostra
protezione (euro) non avrai problemi di inflazione. Infatti fu’
fatto un attacco alla lira da un noto finanziere internazionale (che
operò alla stessa maniera con la Svezia e con l’Inghilterra) che
fece prendere paura agli italiani (e non ci vuole molto), a quel
punto i “caporali” al soldo del “sistema” ci introdussero
nell’euro come la vittoria del secolo, di cui stiamo pagando il
“secondo” (e forse ultimo) scotto, (il primo fu’ il cambio
assurdo a 1936,27 lire, che dimezzo di colpo il potere di acquisto e
raddoppiò i prezzi).
Oggi che il sistema euro
ha maturato i sui bei “interessi” da quando è stato introdotto
(i cicli sono circa ogni 7 anni) il banchiere passa a riscuotere
(tutto come da programma) dopo che ha finito con la Grecia ne vedremo
delle belle.
Abbiamo voluto
partecipare ai “campionati mondiali di fallimento”, bene adesso
aspettiamo i risultati. I deboli resistono (forse) i forti si
evolvono….
Giuseppe Turrisi
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