ROMA, 21/08/2014
Al Comando stazione dei Carabinieri
Alla Procura Della Repubblica
Competente
Alla Corte dei Conti
Alla Alta Corte Penale Internazionale de l’Aia
E, p.c. Ad Altri
QUERELA/DENUNCIA
PER INCOSTITUZIONALE, ILLEGALE, ILLEGITTIMA ED ESORBITANTE LIVELLO DI
TASSAZIONE DELLE IMPRESE/IMPRENDITORI ITALIANI.
CONTRO
:
- Mario Draghi presidente della BCE,
- Il Presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi;
- Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
- Il Presidente della Camera Laura Boldrini
- Il Presidente del Senato Pietro Grasso;
- Tutti i componenti dello governo dei tecnici nominati da Matteo Renzi;
- Tutti i Parlamentari;
- E quant’altri coinvolti nei fatti qui descritti che si ravvisassero nel corso delle indagini.
Per
le ipotesi dei reati p. e p. dagli articoli:
- Alto tradimento (art.90 Costituzione);
- Reati commessi all'estero. (Art. 7 c.p.);
- Concorso formale in reato continuato (art.81 c.p.);
- Pene per coloro che concorrono nel reato (art.110 c.p.);
- Circostanze aggravanti (art.112 c.p.);
- Attentato contro l’integrità l’indipendenza e l’unità dello Stato (art.241 c.p.);
- Attentato contro la Costituzione dello Stato (art.283 c.p.);
- Usurpazione di potere politico o comando militare (art.287 c.p.):
- Attentati contro i diritti politici del cittadino (art.294 c.p.);
- Abuso d’ufficio (art.323 c.p.);
- Usurpazione di funzioni pubbliche (art. 347 c.p.);
- Istigazione a delinquere (art. 414 c.p.);
- Associazione a delinquere (art.416 bis);
- Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.476 c.p.);
- Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.477 c.p.);
- Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.479 c.p.);
- Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.480 c.p.);
- Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.481 c.p.);
- Falsità ideologica commessa dal privato in atti pubblici (art.483 c.p.);
- Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio (art. 493 c.p.);
- Riduzione in schiavitù (art.600 c.p.);
- Furto (art.624 c.p.);
- Truffa (art.640 c.p.);
- Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);
- Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.-
LUOGO
DI COMMISSIONE : Territorio europeo e nazionale
TEMPO
DI COMMISSIONE : Reati in corso di esecuzione;
Persone
offese: la Repubblica italiana, tutti i Cittadini italiani, la
Nazione italiana.
CARDINI
E FONDAMENTA DI RIFERIMENTO :
Costituzione
: Artt.
1; 11; 35; 53; 54; 87; 89; 91; 95.-
Il
testo della Costituzione all’articolo 1 comma 2 dice : < ….La
Sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei
limiti della Costituzione.> (non dei regolamenti o leggi della
Comunità Europea o mondialista);
Art.
11.L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente,
in
condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento
…….
Art.
35. La
Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura
la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove
e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad
affermare e regolare i diritti del lavoro.
Art.
41. L'iniziativa economica privata è libera.
Non
può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
……
omissis ….
Art.
53. Tutti
sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro
capacità contributiva.
Il
sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Art.
54. Tutti
i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di
osservarne la Costituzione e le leggi.I cittadini cui sono affidate
funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed
onore,
prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
Art.
87. Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e
rappresenta … omissis ….
Promulga
le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
… omissis …
ratifica
i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione
delle Camere.
Art.
89. Nessun
atto del Presidente della Repubblica è valido se non è
controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la
responsabilità.
…
omissis …
Art.
91. Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue
funzioni, presta
giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della
Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.
Art.
95. …. Omissis …. I
ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio
dei ministri,
e individualmente degli atti dei loro dicasteri.
PREFAZIONE
Per
chiarire la situazione attuale occorre fare riferimento al motto di
personaggi che più attenti hanno rilevato delle disvalenze e le
hanno formulate così ad esempio :
- Primo Levi affermò "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo"…. Ed anche …
- George Orwell “Chi controlla il passato controlla il futuro… chi controlla il presente controlla il passato”.
Occorre
quindi ricordarsi cosa successe in passato in analoghi frangenti
quali modalità risolutorie furono scelte, quali furono le priorità
e quale esito comportarono….
Nel
Tardo Impero d’Occidente il costo crescente dell'esercito con
continui aumenti di stipendio ed elargizioni per tenerlo quieto, le
spese della corte e della burocrazia in quanto al governo servivano
sempre più controllori che combattessero l'evasione fiscale ed
applicassero le leggi nella vastità dell'Impero, non potendo più
ricorrere alla metodica svalutazione monetaria che aveva causato
tassi d'inflazione incredibili, si riversarono,sulle imposte con un
intollerabile peso fiscale, soprattutto tra il III ed il IV secolo,
quando le dimensioni dell'esercito raggiunsero i 500.000 e più
armati a causa della riforma fiscale di Diocleziano con
l'introduzione della iugatio-capitatio
nelle campagne e altre imposizioni fiscali per i centri urbani.
Dato
che i nullatenenti ovviamente non tenevano niente ed i ricchi
contavano su appoggi e corruzione
chi
ne pagò come al solito (ed
anche ora)
il costo furono il ceto medio (piccoli proprietari terrieri,
artigiani, trasportatori, mercanti) e gli amministratori locali
(decurioni), tenuti a rispondere in proprio della quota di tasse
fissata dallo Stato (indizione)
a carico della comunità per evitare l'evasione fiscale.
L'evergetismo, che era un munifico e magnifico vanto, diventò sempre
più una obbligazione imposta dal governo centrale.
Le
cariche pubbliche, che in precedenza erano ambite, significavano nel
Tardo Impero gravami e rovina. Per arrestare la fuga dal decurionato,
dalle professioni e dalle campagne, che divenne generale proprio con
l'inasprimento della pressione fiscale tra il III ed il IV secolo
d.C., lo
Stato vincolò ciascun lavoratore e i suoi discendenti al lavoro
svolto fino ad allora,
vietando l'abbandono del posto occupato (professioni coatte), che
nelle campagne darà avvio, attraverso il colonato,
a quella che nel Medioevo alla "servitù della gleba".
È
comprensibile, a questo punto, che la massima parte della popolazione
considerasse l'arrivo dei barbari non tanto una minaccia, quanto una
liberazione. Ormai si era scavato un solco profondo tra uno Stato
sempre più invadente e prepotente e la società. Lo Stato che nel V
secolo crollò sotto l'urto dei barbari era uno Stato ormai privo di
consenso e costituito da una ristretta elite di superricchi e da una
.sterminata massa di poveri irrecuperabilmente senza speranza di
.emancipazione e miglioramento. E per questo ed altre motivazioni
economico/socio/politica ebbe facile presa il cristianesimo, e
conseguentemente il Papato gradualmente (come
al solito)
si sostituì in toto all’Impero.
Nel
Medio evo le cose non andarono meglio ma tralasciamo ed andiamo
direttamente alla prima metà del Cinquecento che segna uno
spartiacque nella storia della fiscalità non solo pontificia qui
succintamente esaminata.
Una
delle ragioni più significative di tale snodo va ricercata nella
nascita e nello sviluppo della Riforma protestante in Europa che
portò sconquasso di ogni ordine storicamente costituito,
primariamente economico, finanziario, fiscale, oltre che sociale
morale, religioso .
L’immagine
del monaco Lutero che affigge le tesi non trova riscontro nella
realtà, tuttavia tale disputa ebbe una diffusione straordinaria
nell’intera area tedesca dell’Europa e non solo. Ciò avveniva a
causa del contenuto delle 95 tesi, mediante le quali si sferrava un
deciso attacco ad alcune concezioni teologiche della Chiesa romana
nonché alle stesse strutture ecclesiastiche fino al vertice,
colpendo l’istituzione stessa del papato. L’appello di Lutero
corrispondeva esattamente
alle
aspirazioni della società politica tedesca che rivendicava con forza
l’autonomia dell’imperatore tedesco dalla Curia romana e dal Suo
Capo. Così tuonava Lutero:
“Noi
tedeschi siamo bellamente gabbati alla tedesca: mentre immaginiamo di
essere signori, siamo divenuti gli schiavi del più scaltro dei
tiranni, possediamo il nome, il titolo e l’insegna dell’Impero,
ma
tesoro, potenza, libertà e diritto li ha il papa,
e, mentre quello si pappa il frutto, noi giocherelliamo col guscio
vuoto…”
La
quale affermazione proclama apertamente la vera motivazione dello
scisma luterano…. Insomma
è sempre questione di “vil pecunia”….
Col
1525 la riforma luterana da fatto puramente religioso passò ad
assumere anche valenze economiche e politiche. Il 1525 infatti
registra il primo atto della cosiddetta “secolarizzazione“ dei
grandi benefici ecclesiastici con cui il gran maestro dell’ordine
teutonico Alberto di Hohenzollern mutò le terre ecclesiastiche che
egli godeva in beneficio in formula giuridica internazionale di
“ducato”, ereditario per la propria famiglia: il ducato di
Prussia. Il che determinò un punto di non ritorno per la riforma
luterana e le conseguenze belliche con annesse stragi che sappiamo.
Ma
per completare il quadro dell’operazione liberatoria dai vincoli
impositivi del Papato occorre ricordare il contemporaneo verificarsi
anche del movimento zwingliano,
della riforma calvinista,
nonché, dal 1534, dello scisma
anglicano….
Tutto
ciò ha significato per il Papato sul piano della fiscalità la
riduzione delle cosiddette “entrate spirituali”. Riduzione ben
più preoccupante rispetto alla decurtazione che, dopo i lunghi anni
del Grande Scisma (1378-1417) e quelli del Piccolo Scisma o Scisma di
Basilea (1439-1449), pure la S. Sede con Niccolò V (1447-1455) aveva
subito, dovendo il Papato rinunciare a parte dei diritti vantati
sulle terre e sul clero dei vari Stati cattolici.
Per
sopperire a quanto accennato, soprattutto a partire dal regno di
Sisto IV (1471-1484) si ricorse alla prima forma di debito pubblico
al mondo: la vendita degli uffici venali. Non
si capisce però come mai nelle entrate dello Stato della Chiesa non
siano mai state messe a bilancio le cospique, anzi inenarrabili
entrate provenienti dalle ruberie svolte per secoli in Sudamerica.
In
ogni caso furono adottate nuove formule impositive.. e queste o
rappresentavano incarichi amministrativi effettivi, e l’accesso
“alla carriera direttiva” sia nel governo della Chiesa che dello
Stato, oppure configuravano veri e propri titoli
del debito pubblico
che fornivano ai titolari una rendita finanziaria di entità
correlata al valore dell’acquisto dell’ufficio stesso integrate
da cariche onorifiche di facciata. La corresponsione degli interessi
spettanti alle cariche di secondo tipo veniva assicurata da parte
delle entrate del Comune di Roma nonché dagli introiti dei monopoli.
L’escamotage ebbe successo ed ossigenò il bilancio dello Stato.
L’operazione
esercitò varie funzioni, fra qui quella di creare consenso politico
attorno al pontefice di una non discreta fascia di persone, che
vedeva proprio nel rafforzamento dell’autorità del papa la tutela
dei propri interessi, tra i detentori del debito pubblico non
potevano mancare i più assidui e tradizionali…. le grandi banche,
in particolare toscane che acquistavano le cariche su larga scala per
rivenderle ad acquirenti minori …. anche portando al soglio
pontificio vari loro rappresentanti… (esattamente
come oggi).
Tralascio
altre considerazioni solo per riflettere sulle successive imposte
varate nella seconda metà del Cinquecento: dal sussidio del
quattrino della carne, istituito nel 1553, al sussidio straordinario
creato nel 1557, dal sussidio della foglietta introdotta da Sisto V
nel 1588 alla tassa delle galere dello stesso anno.
Questo
notevole incremento del peso fiscale inspiegabilmente non determinò
sommosse contro il pontefice-re grazie soprattutto al sistema di
riscossione affidato alle élites locali ma anche per il
rafforzamento
dell’autorità pontificia conseguente all’apertura del concilio
di Trento e del successivo sviluppo della Controriforma, insomma la
“venalità degli uffici” costituì nel lungo periodo un poderoso
ed efficace fattore di consenso sociale: «uno strumento importante
nell’attuazione del patto storico di alleanza tra papato e nobiltà
cittadina», collante che in fin dei conti saldava i rapporti di
potere tra il centro e i gruppi oligarchici locali.
Ma
riduceva a condizioni di vita infime i semplici cittadini costretti a
vivere al limite della sopravvivenza… tanto che all’arrivo dei
Garibaldini costoro non trovarono in pratica alcuna opposizione (che
non avvenne anche per altri motivi).. ma questa è tutt’altra
storia.
CONSIDERAZIONE
SUL PASSATO
Alcuni
punti occorre qui mettere bene in chiaro :
- L’alta imposizione fiscale, sempre crescente nel corso degli anni non impedì però allo Stato della Chiesa di crearsi un debito pubblico oscillante fra le 15 (quindici), 20 (venti) volte del PIL …. non mi risulta che nonostante sia un contesto perdurato secoli e pur rinnovando il debito ripetutamente lo Stato della Chiesa sia mai stato dichiarato“fallito”(neppure quando vigeva il regime di cambio su oro/argento.
- Non si capisce però (anzi si capisce benissimo)…come mai lo Stato della Chiesa abbia avuto bisogno di prestiti quando in quello stesso periodo affluivano dalle Americhe per almeno due secoli galeoni carichi di oro, di argento e merci preziosissime di cui la Chiesa deteneva la compartecipazione agli utili in quanto cofinanziatore (papa Cybo) del viaggio di Colombo, e compartecipe del “bottino” derivante dalla scoperta delle Americhe, delle relative rotte e di tutte le scorrerie compiute nei secoli successivi particolarmente in Sudamerica.
- Non sembrerebbe in questo caso particolare esserci alcun elemento degno di essere preso a valido, reale, concreto, fondante di un contesto…. Un vero infame baillame logico/economico/fiscal/politico … un rospaccio del tutto indigesto ed intollerabile … pure con la più buona volontà di inghiottirlo..
- Ma soprattutto non si riesce a comprendere per quale ragione mai si dovrebbe accettare una imposizione fiscale al limite della schiavitù da una parte e del detrimento dell’economia in senso autodistruttivo dall’altra..
Resta
il fatto che i Romani accolsero i garibaldini di LaMarmora come dei
liberatori… dalla fame, dall’oppressione, dalle angherie, dalla
vessazione fiscale, dall’ossessione liturgica rituale.
Tutta
questa anticipazione storico/fiscale per consolidare il concetto che
qualunque regime fiscale è sempre iniquo, ingiusto, illogico…. E
che esso va osteggiato sempre… ma ancor più nel momento che adesso
andremo ad evidenziare..
QUADRO
RIFERIMENTO ECONOMICO
Occorre
ricordare a questo punto due concetti essenziali… e cioè che :
- il regime fiscale va sempre il parallelo e in simbiosi con il regime monetario;
- il regime fiscale non ha alcuna attinenza/afferenza/correlazione con il debito pubblico;
- il regime monetario basato sui metalli preziosi in pegno alla banca centrale sono
diversissima
circostanza e funzionamento rispetto al regime coattivo/fiduciario
E’
notorio che esagerare nel prelievo fiscale è detrimente per
l’economia… concetto talmente consolidato che esiste addirittura
un antico proverbio arabo che dice : <
Quando sei nel deserto senza acqua … puoi spillare sangue del tuo
cammello e berlo… ma se ne spilli oltremodo il tuo cammello morirà
… e tu con lui>.
Su
questa saggia e prevedibile consapevolezza Arthur Laffer, economista
dell'University of Southern California (Usa) per convincere l'allora
candidato Ronald Reagan, a diminuire le imposte
dirette
mise a punto una semplice formuletta… ma perfettamente afferibile
alla realtà… la cosiddetta “curva
di Laffer”…. è
una curva che ha derivata seconda negativa nel momento in cui la sua
derivata prima è nulla e che mette in relazione l'aliquota di
imposta (asse delle ascisse) con le entrate fiscali (asse delle
ordinate).
Laffer
definì il verificarsi di un limite di prelievo fiscale oltre il
quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito
gradualmente si azzera, quando il prelievo raggiunge il 100% del
reddito, quindi che le due grandezze siano legate da una curva
continua a forma di campana oblunga che ha un massimo oltre la quale
un aumento delle imposte disincentiva l'attività economica e quindi
riduce il gettito, in misura crescente, fino al punto in cui il
prelievo fiscale, se raggiungesse il 100%, causa l'azzeramento del
gettito (aspetto doppiamente ovvio).
La
riduzione del gettito è a sua volta interpretabile come cessazione
delle attività economiche a causa di una pressione fiscale
eccessiva, o come aumento dell'evasione ed elusione fiscale.
Nella
teoria keynesiana (il “vate” incontestato del 20° secolo), il
debito pubblico è pari alla differenza fra tasse e spesa pubblica;
il gettito fiscale è dato dall'aliquota moltiplicata per il PIL o
reddito nazionale, ed è direttamente collegato alla produzione della
ricchezza, il
che ovviamente è la scelta di una delle possibili convenzioni e non
la sola attuabile.
Però
Laffer su questa base evidenziò un'aliquota, corrispondente
all'ascissa del punto più alto della curva a forma di simil-campana,
oltrepassata la quale il gettito fiscale tende a diminuire per
riduzione del volume generale dell’economia a sua volta derivante
quattro fenomeni: sottrazione della liquidità monetaria necessaria
al volume del mercato, e contemporanea reazione degli operatori
economici mediante evasione, elusione, sottrazione.
Una
tale considerazione andava definita attraverso una formulazione e
Laffer finalmente evidenzia che superato un determinato livello di
tassazione l’aumento della pressione fiscale si accompagna a tassi
negativi della crescita del gettito.
La
curva di Laffer consente di aprire il discorso sul livello della
tassazione
massima compatibile
con lo sviluppo nel lungo periodo, individuata in alcuni studi (in
questo regime monetario) intorno al 30% del reddito.
Il
nostro Paese ha abbondantemente superato tale livello e occorre
pertanto interrogarci sugli effetti economici di lungo periodo di
tale situazione.
Nell’ultimo
triennio la pressione fiscale complessiva sul reddito delle nostre
imprese manifatturiere è passata da percentuali oltre il 50% a
valori che in alcuni casi superano il 90%. La pressione fiscale sulle
imprese è pertanto più che raddoppiata in un triennio, con effetti
sui loro comportamenti soprattutto per quanto riguarda i modelli di
sviluppo.
Una
prima reazione delle imprese potrebbe essere quella di accelerare gli
ammortamenti delle immobilizzazioni materiali e immateriali, puntando
ad un sostanziale pareggio del conto economico e quindi ad azzerare
la tassazione. Ma questo comportamento incontra naturalmente degli
evidenti limiti connessi con le aliquote massime consentite per gli
ammortamenti.
Ma
c’è un altro effetto economico della eccessiva tassazione dei
redditi di impresa che qui preme evidenziare. Esso riguarda i modelli
di sviluppo dell’impresa e i processi di internazionalizzazione nel
mondo globalizzato e di mobilità non solo dei beni e dei servizi ma
di tutti i fattori della produzione.
L’impresa
tende a spostare le proprie produzioni dove la tassazione è meno
penalizzante, come pure per l’accesso ai vari fattori produttivi,
con un impoverimento del Paese dove la tassazione è eccessiva per i
processi di accumulazione e sviluppo.
Possiamo
presentare una versione modificata della curva di Laffer, mettendo in
relazione non il gettito con la pressione fiscale, ma la dinamica del
reddito con la pressione fiscale. Tale versione modificata può
essere rappresentata nel modo seguente:
Y
= a + b T/Y – c (T/Y)^2;
dove
a, b e c sono dei parametri e T/Y la pressione fiscale come rapporto
tra i tributi (T) e il reddito nazionale (Y).
Se
indichiamo la pressione fiscale con t, possiamo riscrivere la
relazione prima indicata:
Y
= a + b t – c t^2.
Il
tasso di crescita del reddito in funzione della pressione fiscale può
essere espresso con la derivata prima di Y rispetto a t.
Possiamo
pertanto scrivere:
Y’
= b – 2ct.
Tale
espressione diventa nulla per t = b/2c.
Pertanto,
se b è uguale a c, la pressione fiscale a cui corrisponde una
crescita nulla del reddito è pari al 50%.
Se
invece b è minore di c, la crescita del reddito è nulla per una
tassazione minore del 50%.
Infine,
per b maggiore di c abbiamo una crescita nulla del reddito per una
pressione fiscale superiore al 50%.
Al
di sotto di tali percentuali, la crescita del reddito è positiva
mentre al di sopra la crescita del reddito è negativa.
A
stare a quanto comunica Confcommercio
la
pressione fiscale effettiva al 31 Luglio 2014 ha raggiunto un picco
del 53,2% del Pil, la più alta tra i maggiori paesi del mondo.
L'Italia
vanta ad ora un tasso di economia sommersa del 17%. In buona
sostanza, anche se di buono in questi dati vi è ben poco, metà
della ricchezza prodotta in Italia se ne va in tasse e 1/5 viene (PER
FORTUNA)
prodotta in nero.
Il
peso delle tasse asfissia maggiormente le piccole e medie imprese
artigiane della provincia di Roma che nel 2014 dovranno pagare per il
74,2% di quanto incassano. A Bologna e Reggio Calabria nel 2014
volano in tasse il 72,2% degli incassi delle imprese artigiane, nel
capoluogo emiliano e 62,4% in quello calabrese Firenze con il 74,1% .
L'analisi del centro studi Cna è stato condotto sul modello di
un'impresa con un fatturato di 431 mila euro.
L'opinione
mainstream degli ultimi 3-4 anni è stata focalizzata proprio
dall’idea che sulle tasse si potesse rimettere a posto i conti
pubblici tanto monitorati da Bruxelles.... negli ultimi 3-4 anni la
pressione fiscale è salita ai massimi storici ma i conti pubblici
non sono migliorati … al contrario il nostro debito pubblico
aumentato dal 119% al 132% del Pil tra il 2010 e il 2013, quindi
la verità è che pagare più tasse non abbassa il debito
pubblico…Così dimostrando pragmaticamente che non esiste alcuna
correlazione fra i due elementi.
LA
correlazione esiste fra ricchezza reale e debito pubblico (che sono
grandezze della stessa natura …)
Vedasi
cosa succedeva nell’Impero Romano , e alla stessa stregua succede
ora con la stampa ad libitum dei dollari da parte degli USA…. che
equivale a quanto avvenuto durante tutto l’impero romano in cui il
tasso di argento nelle monete costantemente diminuiva fino ad
annullarsi del tutto.
In
controtendenza i dati di altri paesi europei : in Germania la
pressione fiscale è diminuita del 6% dai primi anni 2000 ad oggi, il
che si è tradotto un incremento del 15% del Pil reale procapite; in
Svezia, non aderente alla moneta unica, la pressione fiscale è stata
tagliata del 14% e si è avuto un aumento del 21% del Pil reale
procapite.
Sembra
invece che esiste stretta ed evidentissima concatenazione fra
pressione fiscale e decremento del Prodotto Interno Lordo …
La
curva di Laffer consentiva di aprire il discorso sul livello della
tassazione massima compatibile con lo sviluppo nel lungo periodo,
individuata in alcuni studi intorno al 30% del reddito. Il nostro
Paese ha chiaramente superato tale livello…. Riflettiamo sugli
effetti economici di lungo periodo di tale situazione.
Il
problema riguarda soprattutto la tassazione complessiva del reddito
delle imprese che ha raggiunto negli ultimi anni livelli
inusitati. Solo recentemente il Governo ha cominciato ad affrontare
tale problema ma con alcuni provvedimenti di pura facciata.
Nell’ultimo triennio la pressione fiscale complessiva sul reddito
delle nostre imprese manifatturiere è passata da percentuali intorno
al 50% a valori che in alcuni casi superano il 90% con effetti
distruttori sui loro comportamenti soprattutto per quanto riguarda i
modelli di sviluppo.
Un
effetto economico della eccessiva tassazione dei redditi di impresa
che qui preme evidenziare riguarda i modelli di sviluppo dell’impresa
e i processi di internazionalizzazione nel mondo globalizzato e di
mobilità non solo dei beni e dei servizi ma di tutti i fattori della
produzione.
Agli
attuali livelli di tassazione che raggiungono ormai il 100% dei
redditi, l’impresa può sopravvivere solo facendo acquisizioni di
imprese all’estero, cioè investimenti diretti all’estero.
La
produzione tende pertanto a spostarsi dal mercato interno ai mercati
esteri dove è avvenuta l’acquisizione di impresa, con ulteriori
perversi effetti produttivi ed occupazionali per il Paese e quindi
per le entrate tributarie provenienti dalla tassazione dei redditi di
impresa, la quale sposta le proprie produzioni dove la tassazione è
meno opprimente, con
un impoverimento generale del
Paese
dove la tassazione è eccessiva per i processi di accumulazione e
sviluppo.
Appare
chiaro a chiunque che un simile modello legislativo, normativo non è
sostenibile “tout court” e che se non interverranno drastiche
modificazioni… il risultato ineludibile sarà il generale
fallimento delle imprese, piccole e medie in primis e successivamente
del “Sistema Italia”….
Ora siamo arrivati al punto che la pressione fiscale costringe Cinque imprese su otto a ricorrere a prestiti bancari per pagare le tasse: la pressione fiscale blocca gli investimenti ed anche il gettito tributario.
E
questo fatto confligge nettamente col dettato dell’art.53 della
Costituzione….
Stiamo
assistendo ad un “deja vu” riproposto infinita volte nel corso
della storia come evidenziato negli stralci iniziali di questa
denuncia… le similitudini ed i parallelismi addirittura
lapalissiani, banali…. una truffa ai danni di tutti i cittadini
tranne della elite di appartenenti alle caste di potere…
Un
graduale disfacimento dello Stato, dell’economia, dei rapporti
sociali, dei rapporti famigliari… tutti sacrificati nel vano
tentativo di ciascuno di salvarsi dalla voragine che gli si è aperta
sotto i piedi e che determina una assoluta immanenza rispetto a tutte
le altre priorità relazionali… questo appare chiaramente una
replica non richiesta dal pubblico, ma imposta dal regista che opera
come sempre da dietro le quinte e che quasi nessuno ha mai visto in
faccia…
Un
processo disgregativo che viene innescato da bassi interessi di
arricchimento smodato da degenerati senza anima né umanità che
mette il potere al primo posto su qualunque altro valore, truffe
metodicamente e costantemente messe in atto sotto gli occhi di
tutti…. e di cui pochissimi, come noi riescono a percepire la
profonda nefandezza ed oscenità… e mentre (come evidenziato dai
diagrammi sopra inseriti), la penuria di argento aveva determinato,
fra molte altre concause, il disfacimento dell’apparato statale
imperiale romano,… producendo come esito ultimo, dopo quasi due
secoli di agonia, il crollo definitivo dell’impero … anche allora
causato dagli stessi registi che stanno tentando di replicare una
ulteriore volta la “recita”…
Oggi
nel regime coattivo/fiduciario del corso della moneta euro… questo
non ha nessun motivo di essere, in quanto … punto uno non esiste
crisi di produzione agricola/alimentare derivante da
caresti/pestilenze…. E
di pari non esiste penuria di beni di consumo, industriali, etc.,
etc.,… Motivo per cui nessuna recita potrebbe essere più
mistificata e falsa… inesistente.modalità
di azione dei soliti, ben noti malfattori che bimillenariamente
agiscono indisturbati… sono del tutto improprie, insostenibili,
inaccettabili, detestabile, respingibile, rigettabile .
Si
mette sù un falso
debito pubblico
che si dichiara vero ed si mostra di tentare di pagarlo attraverso
nuove tassazioni, che ovviamente stante il regime presente…. ,
risulta insanabile… per cui si mette mano alla vendita del demanio
dello Stato (che per definizione è inalienabile)… ma a questi
ceffi che gliene frega… le leggi sono fatte per il popolino, mica
per loro..
Poi
siccome neppure con questa ulteriore rapina si dichiara di non
riuscire ad estinguerlo… si completa la dismissione dei gioielli di
famiglia regalando a prezzo di saldo le imprese di Stato, la Cassa
Depositi e Prestiti alla Cina (ad esempio), le Poste italiane a
vattelapesca, L’ENI al miglior offerente (al ribasso ovviamente) …
e così in pochissimi anni si riesce a svuotare tutte le
realizzazioni che esistono grazie ai sacrifici dei nostri padri,
nonni e antenati che hanno calcato il patrio suolo, e a rendere … e
quello che è stato da due millenni e passa lo Stato e la Nazione più
ricca al mondo … una landa di disperati (per buona parte
imprenditori) che non hanno come alternativa al suicidio soltanto
l’esilio.
Il
percorso è tracciato, ben affinato il procedimento, chiara
l’intenzione e determinato l’obiettivo… si vuole uccidere un
popolo , si vuole cancellare un’intera cultura, si vuole
distruggere una civiltà fatta
di
rapporti di grande comprensione, fra classi culturali, sociali,
censuarie… si vuole disgregare il collante che ha permesso la
gloria di Roma repubblicana, di realizzare per primi la ripresa dai
secoli oscuri del medio evo, quell’impercettibile ma reale,
concreto, pure se impalpabile, soffio di genialità che pervadeva
questa terra e sterminare il nucleo fondante della coscienza
umanistica ed umana che rende più facile la comprensione dell’altro,
del compagno, del vicino, del compaesano.
Questo
il mondo ci ha sempre invidiato, non la semplice ricchezza ostentata,
di facciata… e questo in particolare da questi ultimi decenni in
ogni modo illegittimo, illecito ed illegale … attraverso il
tradimento dei rappresentanti delle massime istituzioni, compresa la
magistratura nel suo complesso ha scrupolosamente e metodicamente
attivato.
Far
finta di non vedere, di non capire, di non recepire quanto accade è
da poveri incapaci dementi o da bastardi traditori di tutti i valori
di questo nostro eroico, nobile, egregio popolo
e quando dico popolo intendo l’ortolano, l’imbianchino, il
carrozziere, il professore di liceo, l’idralico, la suora,
l’infermiera, l’avvocato, il muratore, il postino, il medico
condotto… Il mondo delle attività professionali orizzontale…
quelli che tutte le mattine devo sostenere e far sopravvivere questo
Paese anche nei suoi momenti più disgraziati….
Magari
morendo sul lavoro… o viceversa suicidandosi per mancanza di lavoro
Come
visto all’inizio è in atto (in questa attuale fase) da decenni la
banalissima ripetizione di una millenaria procedura “standard” di
una progressiva spoliazione dei diritti dei cittadini da parte
del potere arbitrario, usurpativo e discrezionale, sperequativo,
della élite finanziaria mondiale attraverso il controllo dei
parlamenti nazionali e degli organismi internazionali dalla facciata
apparentemente presentabile.
Lo
Stato negli ultimi anni con la serie continua di pseudo leggi (che
più intenzionalmente illegittime non potrebbero essere) ….le quali
sono emanate al solo scopo di derubare ai cittadini diritti acquisiti
in secoli di lotte e ne limitano la libertà enfatizzano le
sperequando le piccole imprese in sfacciato ed intollerabile favore
alle multinazionali,.. in particolare quelle finanziarie … fatto
che corrisponde esattamente a quanto descritto da Orwell da noi
citato all’inizio…..
Questa
denuncia/querela è per gridare ancora una volta che non
si possono svendere senza il loro esplicito consenso, ed
impunemente……., LE GRANDI IMPRSE di Stato, i Cittadini , lo
Stato, la Nazione, … e far fallire lo Stato e la piccola impresa
gli artigiani i piccoli commercianti ed i professionisti …né si
possono annullare i loro “naturali
e costituzionali diritti”…
Le
violazioni alla Costituzione conteggiate ed evidenziate in apice sono
previste nei 9 articoli violati, stravolti, disattesi…. Dov’è
finita l’equità legale, sociale, economica, imprenditoriale…..
la parità di diritti dei cittadini di fronte alla legge ed allo
Stato …. la rimozione degli ostacoli che limitano di fatto la
libertà e l’eguaglianza dei cittadini…. Tutte
gran balle per schiavi creduloni
….
È
quindi è dovere di ogni cittadino degno di questo nome (anche
Magistrato, giudice, …… opporsi con ogni mezzo e modo allo
scempio dei diritti costituzionalmente garantiti messi in atto da
questi usurpatori ed annichilitori dei valori costituzionali e delle
leggi conseguenti che costoro emanano e promulgano in barba ai
dettati istituzionali……..
Il
diritto di resistenza ed autodifesa è implicitamente legittimato dal
dovere di fedeltà (alla Repubblica),
stabilito dall’art. 54 e dal principio della sovranità
popolare,
diritto di ogni singolo cittadino come membro del popolo, e non solo
al popolo nel suo insieme. Ciò è definito all’art. 1 della
Costituzione che sancisce che la resistenza
attiva
(non solo passiva) ad
un pubblico ufficiale o ad un corpo politico è legittima.(anche il
Parlamento e il Consiglio dei Ministri…
Il
diritto
alla resistenza
è equivalente, corrispondente, analogo e simbiotico al diritto alla
sicurezza ed ordine pubblico che impone al cittadino di attivarsi in
carenza di interventi di ufficiali di polizia giudiziaria in presenza
del verificarsi di un qualsiasi reato affinchè se ne ostacoli ed
impedisca la realizzazione, …
TUTTO
CIÒ PREMESSO CHIEDIAMO :
- di voler procedere con gli atti di competenza in ordine alla gravità della configurazione della fattispecie di attentato contro la Costituzione dello Stato, rimettendosi alle valutazioni delle autorità competenti anche in ordine al minaccioso, reale pericolo di un reato quale l’attentato alla Costituzione.
- di procedere per la penale punizione dei colpevoli, ai fini di impedire la continuazione dei reati ravvisati in calce;
Ricordo,
sottolineo ed enfatizzo ad uso di chi mi legge rammentando l’
obbligatorietà dell’azione penale (art.112 Costituzione) in caso
di evidenti violazioni di legge e l’altrettanto obbligatorio
arresto in caso di flagranza di reato, ricordo altresì il giuramento
prestato nei confronti della Legge, delle Istituzioni, della
Repubblica, dello Stato e dei Cittadini italiani tutti, a cui
l’operato di questo giudice si deve uniformare e deve rispondere, e
di cui noi a nostra volta saremo severi giudici.
Ci
riserviamo inoltre di costituirci parte civile nell’instaurando
procedimento penale;
e,
ai
sensi dell’ex art. 408 c.p.p., chiediamo di essere avvisati in caso
di richiesta di archiviazione.
Chiediamo
inoltre di essere avvisati in caso di proroga del termine delle
indagini preliminari, ex art. 405 c.p.p., e di essere sentiti
personalmente
IN
FEDE.
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