martedì 12 dicembre 2017

QUERELA/DENUNCIA PER INCOSTITUZIONALE, ILLEGALE, ILLEGITTIMA ED ESORBITANTE LIVELLO DI TASSAZIONE DELLE IMPRESE/IMPRENDITORI ITALIANI.




ROMA, 21/08/2014

Al Comando stazione dei Carabinieri
Alla Procura Della Repubblica Competente

Alla Corte dei Conti

Alla Alta Corte Penale Internazionale de l’Aia
E, p.c. Ad Altri


QUERELA/DENUNCIA PER INCOSTITUZIONALE, ILLEGALE, ILLEGITTIMA ED ESORBITANTE LIVELLO DI TASSAZIONE DELLE IMPRESE/IMPRENDITORI ITALIANI.

CONTRO :

  1. Mario Draghi presidente della BCE,
  2. Il Presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi;
  3. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
  4. Il Presidente della Camera Laura Boldrini
  5. Il Presidente del Senato Pietro Grasso;
  6. Tutti i componenti dello governo dei tecnici nominati da Matteo Renzi;
  7. Tutti i Parlamentari;
  8. E quant’altri coinvolti nei fatti qui descritti che si ravvisassero nel corso delle indagini.

Per le ipotesi dei reati p. e p. dagli articoli:

  1. Alto tradimento (art.90 Costituzione);
  2. Reati commessi all'estero. (Art. 7 c.p.);
  3. Concorso formale in reato continuato (art.81 c.p.);
  4. Pene per coloro che concorrono nel reato (art.110 c.p.);
  5. Circostanze aggravanti (art.112 c.p.);
  6. Attentato contro l’integrità l’indipendenza e l’unità dello Stato (art.241 c.p.);
  7. Attentato contro la Costituzione dello Stato (art.283 c.p.);
  8. Usurpazione di potere politico o comando militare (art.287 c.p.):
  9. Attentati contro i diritti politici del cittadino (art.294 c.p.);
  10. Abuso d’ufficio (art.323 c.p.);
  11. Usurpazione di funzioni pubbliche (art. 347 c.p.);
  12. Istigazione a delinquere (art. 414 c.p.);
  13. Associazione a delinquere (art.416 bis);
  14. Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.476 c.p.);
  15. Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.477 c.p.);
  16. Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.479 c.p.);
  17. Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.480 c.p.);
  18. Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.481 c.p.);
  19. Falsità ideologica commessa dal privato in atti pubblici (art.483 c.p.);
  20. Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio (art. 493 c.p.);
  21. Riduzione in schiavitù (art.600 c.p.);
  22. Furto (art.624 c.p.);
  23. Truffa (art.640 c.p.);
  24. Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);
  25. Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.-

LUOGO DI COMMISSIONE : Territorio europeo e nazionale

TEMPO DI COMMISSIONE : Reati in corso di esecuzione;
Persone offese: la Repubblica italiana, tutti i Cittadini italiani, la Nazione italiana.

CARDINI E FONDAMENTA DI RIFERIMENTO :

Costituzione : Artt. 1; 11; 35; 53; 54; 87; 89; 91; 95.-
Il testo della Costituzione all’articolo 1 comma 2 dice : < ….La Sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.> (non dei regolamenti o leggi della Comunità Europea o mondialista);

Art. 11.L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento …….

Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.

Art. 41. L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. …… omissis ….

Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Art. 54. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Art. 87. Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta … omissis ….

Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. … omissis …
ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere.

Art. 89. Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. … omissis …

Art. 91. Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.

Art. 95. …. Omissis …. I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri.

PREFAZIONE

Per chiarire la situazione attuale occorre fare riferimento al motto di personaggi che più attenti hanno rilevato delle disvalenze e le hanno formulate così ad esempio :


  1. Primo Levi affermò "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo"…. Ed anche …

  1. George Orwell “Chi controlla il passato controlla il futuro… chi controlla il presente controlla il passato”.

Occorre quindi ricordarsi cosa successe in passato in analoghi frangenti quali modalità risolutorie furono scelte, quali furono le priorità e quale esito comportarono….

Nel Tardo Impero d’Occidente il costo crescente dell'esercito con continui aumenti di stipendio ed elargizioni per tenerlo quieto, le spese della corte e della burocrazia in quanto al governo servivano sempre più controllori che combattessero l'evasione fiscale ed applicassero le leggi nella vastità dell'Impero, non potendo più ricorrere alla metodica svalutazione monetaria che aveva causato tassi d'inflazione incredibili, si riversarono,sulle imposte con un intollerabile peso fiscale, soprattutto tra il III ed il IV secolo, quando le dimensioni dell'esercito raggiunsero i 500.000 e più armati a causa della riforma fiscale di Diocleziano con l'introduzione della iugatio-capitatio nelle campagne e altre imposizioni fiscali per i centri urbani.

Dato che i nullatenenti ovviamente non tenevano niente ed i ricchi contavano su appoggi e corruzione chi ne pagò come al solito (ed anche ora) il costo furono il ceto medio (piccoli proprietari terrieri, artigiani, trasportatori, mercanti) e gli amministratori locali (decurioni), tenuti a rispondere in proprio della quota di tasse fissata dallo Stato (indizione) a carico della comunità per evitare l'evasione fiscale. L'evergetismo, che era un munifico e magnifico vanto, diventò sempre più una obbligazione imposta dal governo centrale.

Le cariche pubbliche, che in precedenza erano ambite, significavano nel Tardo Impero gravami e rovina. Per arrestare la fuga dal decurionato, dalle professioni e dalle campagne, che divenne generale proprio con l'inasprimento della pressione fiscale tra il III ed il IV secolo d.C., lo Stato vincolò ciascun lavoratore e i suoi discendenti al lavoro svolto fino ad allora, vietando l'abbandono del posto occupato (professioni coatte), che nelle campagne darà avvio, attraverso il colonato, a quella che nel Medioevo alla "servitù della gleba".

È comprensibile, a questo punto, che la massima parte della popolazione considerasse l'arrivo dei barbari non tanto una minaccia, quanto una liberazione. Ormai si era scavato un solco profondo tra uno Stato sempre più invadente e prepotente e la società. Lo Stato che nel V secolo crollò sotto l'urto dei barbari era uno Stato ormai privo di consenso e costituito da una ristretta elite di superricchi e da una .sterminata massa di poveri irrecuperabilmente senza speranza di .emancipazione e miglioramento. E per questo ed altre motivazioni economico/socio/politica ebbe facile presa il cristianesimo, e conseguentemente il Papato gradualmente (come al solito) si sostituì in toto all’Impero.

Nel Medio evo le cose non andarono meglio ma tralasciamo ed andiamo direttamente alla prima metà del Cinquecento che segna uno spartiacque nella storia della fiscalità non solo pontificia qui succintamente esaminata.

Una delle ragioni più significative di tale snodo va ricercata nella nascita e nello sviluppo della Riforma protestante in Europa che portò sconquasso di ogni ordine storicamente costituito, primariamente economico, finanziario, fiscale, oltre che sociale morale, religioso .

L’immagine del monaco Lutero che affigge le tesi non trova riscontro nella realtà, tuttavia tale disputa ebbe una diffusione straordinaria nell’intera area tedesca dell’Europa e non solo. Ciò avveniva a causa del contenuto delle 95 tesi, mediante le quali si sferrava un deciso attacco ad alcune concezioni teologiche della Chiesa romana nonché alle stesse strutture ecclesiastiche fino al vertice, colpendo l’istituzione stessa del papato. L’appello di Lutero corrispondeva esattamente


alle aspirazioni della società politica tedesca che rivendicava con forza l’autonomia dell’imperatore tedesco dalla Curia romana e dal Suo Capo. Così tuonava Lutero:

Noi tedeschi siamo bellamente gabbati alla tedesca: mentre immaginiamo di essere signori, siamo divenuti gli schiavi del più scaltro dei tiranni, possediamo il nome, il titolo e l’insegna dell’Impero,
ma tesoro, potenza, libertà e diritto li ha il papa, e, mentre quello si pappa il frutto, noi giocherelliamo col guscio vuoto…”

La quale affermazione proclama apertamente la vera motivazione dello scisma luterano…. Insomma è sempre questione di “vil pecunia”….

Col 1525 la riforma luterana da fatto puramente religioso passò ad assumere anche valenze economiche e politiche. Il 1525 infatti registra il primo atto della cosiddetta “secolarizzazione“ dei grandi benefici ecclesiastici con cui il gran maestro dell’ordine teutonico Alberto di Hohenzollern mutò le terre ecclesiastiche che egli godeva in beneficio in formula giuridica internazionale di “ducato”, ereditario per la propria famiglia: il ducato di Prussia. Il che determinò un punto di non ritorno per la riforma luterana e le conseguenze belliche con annesse stragi che sappiamo.
Ma per completare il quadro dell’operazione liberatoria dai vincoli impositivi del Papato occorre ricordare il contemporaneo verificarsi anche del movimento zwingliano, della riforma calvinista, nonché, dal 1534, dello scisma anglicano….

Tutto ciò ha significato per il Papato sul piano della fiscalità la riduzione delle cosiddette “entrate spirituali”. Riduzione ben più preoccupante rispetto alla decurtazione che, dopo i lunghi anni del Grande Scisma (1378-1417) e quelli del Piccolo Scisma o Scisma di Basilea (1439-1449), pure la S. Sede con Niccolò V (1447-1455) aveva subito, dovendo il Papato rinunciare a parte dei diritti vantati sulle terre e sul clero dei vari Stati cattolici.

Per sopperire a quanto accennato, soprattutto a partire dal regno di Sisto IV (1471-1484) si ricorse alla prima forma di debito pubblico al mondo: la vendita degli uffici venali. Non si capisce però come mai nelle entrate dello Stato della Chiesa non siano mai state messe a bilancio le cospique, anzi inenarrabili entrate provenienti dalle ruberie svolte per secoli in Sudamerica.

In ogni caso furono adottate nuove formule impositive.. e queste o rappresentavano incarichi amministrativi effettivi, e l’accesso “alla carriera direttiva” sia nel governo della Chiesa che dello Stato, oppure configuravano veri e propri titoli del debito pubblico che fornivano ai titolari una rendita finanziaria di entità correlata al valore dell’acquisto dell’ufficio stesso integrate da cariche onorifiche di facciata. La corresponsione degli interessi spettanti alle cariche di secondo tipo veniva assicurata da parte delle entrate del Comune di Roma nonché dagli introiti dei monopoli. L’escamotage ebbe successo ed ossigenò il bilancio dello Stato.

L’operazione esercitò varie funzioni, fra qui quella di creare consenso politico attorno al pontefice di una non discreta fascia di persone, che vedeva proprio nel rafforzamento dell’autorità del papa la tutela dei propri interessi, tra i detentori del debito pubblico non potevano mancare i più assidui e tradizionali…. le grandi banche, in particolare toscane che acquistavano le cariche su larga scala per rivenderle ad acquirenti minori …. anche portando al soglio pontificio vari loro rappresentanti… (esattamente come oggi).

Tralascio altre considerazioni solo per riflettere sulle successive imposte varate nella seconda metà del Cinquecento: dal sussidio del quattrino della carne, istituito nel 1553, al sussidio straordinario creato nel 1557, dal sussidio della foglietta introdotta da Sisto V nel 1588 alla tassa delle galere dello stesso anno.

Questo notevole incremento del peso fiscale inspiegabilmente non determinò sommosse contro il pontefice-re grazie soprattutto al sistema di riscossione affidato alle élites locali ma anche per il

rafforzamento dell’autorità pontificia conseguente all’apertura del concilio di Trento e del successivo sviluppo della Controriforma, insomma la “venalità degli uffici” costituì nel lungo periodo un poderoso ed efficace fattore di consenso sociale: «uno strumento importante nell’attuazione del patto storico di alleanza tra papato e nobiltà cittadina», collante che in fin dei conti saldava i rapporti di potere tra il centro e i gruppi oligarchici locali.

Ma riduceva a condizioni di vita infime i semplici cittadini costretti a vivere al limite della sopravvivenza… tanto che all’arrivo dei Garibaldini costoro non trovarono in pratica alcuna opposizione (che non avvenne anche per altri motivi).. ma questa è tutt’altra storia.

CONSIDERAZIONE SUL PASSATO

Alcuni punti occorre qui mettere bene in chiaro :

  1. L’alta imposizione fiscale, sempre crescente nel corso degli anni non impedì però allo Stato della Chiesa di crearsi un debito pubblico oscillante fra le 15 (quindici), 20 (venti) volte del PIL …. non mi risulta che nonostante sia un contesto perdurato secoli e pur rinnovando il debito ripetutamente lo Stato della Chiesa sia mai stato dichiarato“fallito”(neppure quando vigeva il regime di cambio su oro/argento.

  1. Non si capisce però (anzi si capisce benissimo)…come mai lo Stato della Chiesa abbia avuto bisogno di prestiti quando in quello stesso periodo affluivano dalle Americhe per almeno due secoli galeoni carichi di oro, di argento e merci preziosissime di cui la Chiesa deteneva la compartecipazione agli utili in quanto cofinanziatore (papa Cybo) del viaggio di Colombo, e compartecipe del “bottino” derivante dalla scoperta delle Americhe, delle relative rotte e di tutte le scorrerie compiute nei secoli successivi particolarmente in Sudamerica.

  1. Non sembrerebbe in questo caso particolare esserci alcun elemento degno di essere preso a valido, reale, concreto, fondante di un contesto…. Un vero infame baillame logico/economico/fiscal/politico … un rospaccio del tutto indigesto ed intollerabile … pure con la più buona volontà di inghiottirlo..

  1. Ma soprattutto non si riesce a comprendere per quale ragione mai si dovrebbe accettare una imposizione fiscale al limite della schiavitù da una parte e del detrimento dell’economia in senso autodistruttivo dall’altra..

Resta il fatto che i Romani accolsero i garibaldini di LaMarmora come dei liberatori… dalla fame, dall’oppressione, dalle angherie, dalla vessazione fiscale, dall’ossessione liturgica rituale.

Tutta questa anticipazione storico/fiscale per consolidare il concetto che qualunque regime fiscale è sempre iniquo, ingiusto, illogico…. E che esso va osteggiato sempre… ma ancor più nel momento che adesso andremo ad evidenziare..

QUADRO RIFERIMENTO ECONOMICO

Occorre ricordare a questo punto due concetti essenziali… e cioè che :

  1. il regime fiscale va sempre il parallelo e in simbiosi con il regime monetario;
  2. il regime fiscale non ha alcuna attinenza/afferenza/correlazione con il debito pubblico;
  3. il regime monetario basato sui metalli preziosi in pegno alla banca centrale sono
diversissima circostanza e funzionamento rispetto al regime coattivo/fiduciario



E’ notorio che esagerare nel prelievo fiscale è detrimente per l’economia… concetto talmente consolidato che esiste addirittura un antico proverbio arabo che dice : < Quando sei nel deserto senza acqua … puoi spillare sangue del tuo cammello e berlo… ma se ne spilli oltremodo il tuo cammello morirà … e tu con lui>.

Su questa saggia e prevedibile consapevolezza Arthur Laffer, economista dell'University of Southern California (Usa) per convincere l'allora candidato Ronald Reagan, a diminuire le imposte

dirette mise a punto una semplice formuletta… ma perfettamente afferibile alla realtà… la cosiddetta “curva di Laffer”…. è una curva che ha derivata seconda negativa nel momento in cui la sua derivata prima è nulla e che mette in relazione l'aliquota di imposta (asse delle ascisse) con le entrate fiscali (asse delle ordinate).


Laffer definì il verificarsi di un limite di prelievo fiscale oltre il quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito gradualmente si azzera, quando il prelievo raggiunge il 100% del reddito, quindi che le due grandezze siano legate da una curva continua a forma di campana oblunga che ha un massimo oltre la quale un aumento delle imposte disincentiva l'attività economica e quindi riduce il gettito, in misura crescente, fino al punto in cui il prelievo fiscale, se raggiungesse il 100%, causa l'azzeramento del gettito (aspetto doppiamente ovvio).

La riduzione del gettito è a sua volta interpretabile come cessazione delle attività economiche a causa di una pressione fiscale eccessiva, o come aumento dell'evasione ed elusione fiscale.
Nella teoria keynesiana (il “vate” incontestato del 20° secolo), il debito pubblico è pari alla differenza fra tasse e spesa pubblica; il gettito fiscale è dato dall'aliquota moltiplicata per il PIL o reddito nazionale, ed è direttamente collegato alla produzione della ricchezza, il che ovviamente è la scelta di una delle possibili convenzioni e non la sola attuabile.

Però Laffer su questa base evidenziò un'aliquota, corrispondente all'ascissa del punto più alto della curva a forma di simil-campana, oltrepassata la quale il gettito fiscale tende a diminuire per riduzione del volume generale dell’economia a sua volta derivante quattro fenomeni: sottrazione della liquidità monetaria necessaria al volume del mercato, e contemporanea reazione degli operatori economici mediante evasione, elusione, sottrazione.

Una tale considerazione andava definita attraverso una formulazione e Laffer finalmente evidenzia che superato un determinato livello di tassazione l’aumento della pressione fiscale si accompagna a tassi negativi della crescita del gettito.


La curva di Laffer consente di aprire il discorso sul livello della tassazione massima compatibile con lo sviluppo nel lungo periodo, individuata in alcuni studi (in questo regime monetario) intorno al 30% del reddito.

Il nostro Paese ha abbondantemente superato tale livello e occorre pertanto interrogarci sugli effetti economici di lungo periodo di tale situazione.

Nell’ultimo triennio la pressione fiscale complessiva sul reddito delle nostre imprese manifatturiere è passata da percentuali oltre il 50% a valori che in alcuni casi superano il 90%. La pressione fiscale sulle imprese è pertanto più che raddoppiata in un triennio, con effetti sui loro comportamenti soprattutto per quanto riguarda i modelli di sviluppo.

Una prima reazione delle imprese potrebbe essere quella di accelerare gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali e immateriali, puntando ad un sostanziale pareggio del conto economico e quindi ad azzerare la tassazione. Ma questo comportamento incontra naturalmente degli evidenti limiti connessi con le aliquote massime consentite per gli ammortamenti.

Ma c’è un altro effetto economico della eccessiva tassazione dei redditi di impresa che qui preme evidenziare. Esso riguarda i modelli di sviluppo dell’impresa e i processi di internazionalizzazione nel mondo globalizzato e di mobilità non solo dei beni e dei servizi ma di tutti i fattori della produzione.

L’impresa tende a spostare le proprie produzioni dove la tassazione è meno penalizzante, come pure per l’accesso ai vari fattori produttivi, con un impoverimento del Paese dove la tassazione è eccessiva per i processi di accumulazione e sviluppo.

Possiamo presentare una versione modificata della curva di Laffer, mettendo in relazione non il gettito con la pressione fiscale, ma la dinamica del reddito con la pressione fiscale. Tale versione modificata può essere rappresentata nel modo seguente:

Y = a + b T/Y – c (T/Y)^2;

dove a, b e c sono dei parametri e T/Y la pressione fiscale come rapporto tra i tributi (T) e il reddito nazionale (Y).

Se indichiamo la pressione fiscale con t, possiamo riscrivere la relazione prima indicata:

Y = a + b t – c t^2.

Il tasso di crescita del reddito in funzione della pressione fiscale può essere espresso con la derivata prima di Y rispetto a t.

Possiamo pertanto scrivere:

Y’ = b – 2ct.

Tale espressione diventa nulla per t = b/2c.

Pertanto, se b è uguale a c, la pressione fiscale a cui corrisponde una crescita nulla del reddito è pari al 50%.

Se invece b è minore di c, la crescita del reddito è nulla per una tassazione minore del 50%.

Infine, per b maggiore di c abbiamo una crescita nulla del reddito per una pressione fiscale superiore al 50%.

Al di sotto di tali percentuali, la crescita del reddito è positiva mentre al di sopra la crescita del reddito è negativa.

A stare a quanto comunica Confcommercio la pressione fiscale effettiva al 31 Luglio 2014 ha raggiunto un picco del 53,2% del Pil, la più alta tra i maggiori paesi del mondo.

L'Italia vanta ad ora un tasso di economia sommersa del 17%. In buona sostanza, anche se di buono in questi dati vi è ben poco, metà della ricchezza prodotta in Italia se ne va in tasse e 1/5 viene (PER FORTUNA) prodotta in nero.


Il peso delle tasse asfissia maggiormente le piccole e medie imprese artigiane della provincia di Roma che nel 2014 dovranno pagare per il 74,2% di quanto incassano. A Bologna e Reggio Calabria nel 2014 volano in tasse il 72,2% degli incassi delle imprese artigiane, nel capoluogo emiliano e 62,4% in quello calabrese Firenze con il 74,1% . L'analisi del centro studi Cna è stato condotto sul modello di un'impresa con un fatturato di 431 mila euro.

L'opinione mainstream degli ultimi 3-4 anni è stata focalizzata proprio dall’idea che sulle tasse si potesse rimettere a posto i conti pubblici tanto monitorati da Bruxelles.... negli ultimi 3-4 anni la pressione fiscale è salita ai massimi storici ma i conti pubblici non sono migliorati … al contrario il nostro debito pubblico aumentato dal 119% al 132% del Pil tra il 2010 e il 2013, quindi la verità è che pagare più tasse non abbassa il debito pubblico…Così dimostrando pragmaticamente che non esiste alcuna correlazione fra i due elementi.

LA correlazione esiste fra ricchezza reale e debito pubblico (che sono grandezze della stessa natura …)

Vedasi cosa succedeva nell’Impero Romano , e alla stessa stregua succede ora con la stampa ad libitum dei dollari da parte degli USA…. che equivale a quanto avvenuto durante tutto l’impero romano in cui il tasso di argento nelle monete costantemente diminuiva fino ad annullarsi del tutto.

In controtendenza i dati di altri paesi europei : in Germania la pressione fiscale è diminuita del 6% dai primi anni 2000 ad oggi, il che si è tradotto un incremento del 15% del Pil reale procapite; in Svezia, non aderente alla moneta unica, la pressione fiscale è stata tagliata del 14% e si è avuto un aumento del 21% del Pil reale procapite.

Sembra invece che esiste stretta ed evidentissima concatenazione fra pressione fiscale e decremento del Prodotto Interno Lordo …

La curva di Laffer consentiva di aprire il discorso sul livello della tassazione massima compatibile con lo sviluppo nel lungo periodo, individuata in alcuni studi intorno al 30% del reddito. Il nostro Paese ha chiaramente superato tale livello…. Riflettiamo sugli effetti economici di lungo periodo di tale situazione.

Il problema riguarda soprattutto la tassazione complessiva del reddito delle imprese che ha  raggiunto negli ultimi anni livelli inusitati. Solo recentemente il Governo ha cominciato ad affrontare tale problema ma con alcuni provvedimenti di pura facciata. Nell’ultimo triennio la pressione fiscale complessiva sul reddito delle nostre imprese manifatturiere è passata da percentuali intorno al 50% a valori che in alcuni casi superano il 90% con effetti distruttori sui loro comportamenti soprattutto per quanto riguarda i modelli di sviluppo.

Un effetto economico della eccessiva tassazione dei redditi di impresa che qui preme evidenziare riguarda i modelli di sviluppo dell’impresa e i processi di internazionalizzazione nel mondo globalizzato e di mobilità non solo dei beni e dei servizi ma di tutti i fattori della produzione.

Agli attuali livelli di tassazione che raggiungono ormai il 100% dei redditi, l’impresa può sopravvivere solo facendo acquisizioni di imprese all’estero, cioè investimenti diretti all’estero.
La produzione tende pertanto a spostarsi dal mercato interno ai mercati esteri dove è avvenuta l’acquisizione di impresa, con ulteriori perversi effetti produttivi ed occupazionali per il Paese e quindi per le entrate tributarie provenienti dalla tassazione dei redditi di impresa, la quale sposta le proprie produzioni dove la tassazione è meno opprimente, con un impoverimento generale del

Paese dove la tassazione è eccessiva per i processi di accumulazione e sviluppo.

Appare chiaro a chiunque che un simile modello legislativo, normativo non è sostenibile “tout court” e che se non interverranno drastiche modificazioni… il risultato ineludibile sarà il generale fallimento delle imprese, piccole e medie in primis e successivamente del “Sistema Italia”….

Ora siamo arrivati al punto che la pressione fiscale costringe Cinque imprese su otto a ricorrere a prestiti bancari per pagare le tasse: la pressione fiscale blocca gli investimenti ed anche il gettito tributario.


E questo fatto confligge nettamente col dettato dell’art.53 della Costituzione….

Stiamo assistendo ad un “deja vu” riproposto infinita volte nel corso della storia come evidenziato negli stralci iniziali di questa denuncia… le similitudini ed i parallelismi addirittura lapalissiani, banali…. una truffa ai danni di tutti i cittadini tranne della elite di appartenenti alle caste di potere…

Un graduale disfacimento dello Stato, dell’economia, dei rapporti sociali, dei rapporti famigliari… tutti sacrificati nel vano tentativo di ciascuno di salvarsi dalla voragine che gli si è aperta sotto i piedi e che determina una assoluta immanenza rispetto a tutte le altre priorità relazionali… questo appare chiaramente una replica non richiesta dal pubblico, ma imposta dal regista che opera come sempre da dietro le quinte e che quasi nessuno ha mai visto in faccia…

Un processo disgregativo che viene innescato da bassi interessi di arricchimento smodato da degenerati senza anima né umanità che mette il potere al primo posto su qualunque altro valore, truffe metodicamente e costantemente messe in atto sotto gli occhi di tutti…. e di cui pochissimi, come noi riescono a percepire la profonda nefandezza ed oscenità… e mentre (come evidenziato dai diagrammi sopra inseriti), la penuria di argento aveva determinato, fra molte altre concause, il disfacimento dell’apparato statale imperiale romano,… producendo come esito ultimo, dopo quasi due secoli di agonia, il crollo definitivo dell’impero … anche allora causato dagli stessi registi che stanno tentando di replicare una ulteriore volta la “recita”…

Oggi nel regime coattivo/fiduciario del corso della moneta euro… questo non ha nessun motivo di essere, in quanto … punto uno non esiste crisi di produzione agricola/alimentare derivante da caresti/pestilenze…. E di pari non esiste penuria di beni di consumo, industriali, etc., etc.,… Motivo per cui nessuna recita potrebbe essere più mistificata e falsa… inesistente.modalità di azione dei soliti, ben noti malfattori che bimillenariamente agiscono indisturbati… sono del tutto improprie, insostenibili, inaccettabili, detestabile, respingibile, rigettabile .

Si mette sù un falso debito pubblico che si dichiara vero ed si mostra di tentare di pagarlo attraverso nuove tassazioni, che ovviamente stante il regime presente…. , risulta insanabile… per cui si mette mano alla vendita del demanio dello Stato (che per definizione è inalienabile)… ma a questi ceffi che gliene frega… le leggi sono fatte per il popolino, mica per loro..

Poi siccome neppure con questa ulteriore rapina si dichiara di non riuscire ad estinguerlo… si completa la dismissione dei gioielli di famiglia regalando a prezzo di saldo le imprese di Stato, la Cassa Depositi e Prestiti alla Cina (ad esempio), le Poste italiane a vattelapesca, L’ENI al miglior offerente (al ribasso ovviamente) … e così in pochissimi anni si riesce a svuotare tutte le realizzazioni che esistono grazie ai sacrifici dei nostri padri, nonni e antenati che hanno calcato il patrio suolo, e a rendere … e quello che è stato da due millenni e passa lo Stato e la Nazione più ricca al mondo … una landa di disperati (per buona parte imprenditori) che non hanno come alternativa al suicidio soltanto l’esilio.

Il percorso è tracciato, ben affinato il procedimento, chiara l’intenzione e determinato l’obiettivo… si vuole uccidere un popolo , si vuole cancellare un’intera cultura, si vuole distruggere una civiltà fatta

di rapporti di grande comprensione, fra classi culturali, sociali, censuarie… si vuole disgregare il collante che ha permesso la gloria di Roma repubblicana, di realizzare per primi la ripresa dai secoli oscuri del medio evo, quell’impercettibile ma reale, concreto, pure se impalpabile, soffio di genialità che pervadeva questa terra e sterminare il nucleo fondante della coscienza umanistica ed umana che rende più facile la comprensione dell’altro, del compagno, del vicino, del compaesano.

Questo il mondo ci ha sempre invidiato, non la semplice ricchezza ostentata, di facciata… e questo in particolare da questi ultimi decenni in ogni modo illegittimo, illecito ed illegale … attraverso il tradimento dei rappresentanti delle massime istituzioni, compresa la magistratura nel suo complesso ha scrupolosamente e metodicamente attivato.

Far finta di non vedere, di non capire, di non recepire quanto accade è da poveri incapaci dementi o da bastardi traditori di tutti i valori di questo nostro eroico, nobile, egregio popolo e quando dico popolo intendo l’ortolano, l’imbianchino, il carrozziere, il professore di liceo, l’idralico, la suora, l’infermiera, l’avvocato, il muratore, il postino, il medico condotto… Il mondo delle attività professionali orizzontale… quelli che tutte le mattine devo sostenere e far sopravvivere questo Paese anche nei suoi momenti più disgraziati….

Magari morendo sul lavoro… o viceversa suicidandosi per mancanza di lavoro

Come visto all’inizio è in atto (in questa attuale fase) da decenni la banalissima ripetizione di una millenaria procedura “standard” di una progressiva spoliazione dei diritti dei cittadini da parte del potere arbitrario, usurpativo e discrezionale, sperequativo, della élite finanziaria mondiale attraverso il controllo dei parlamenti nazionali e degli organismi internazionali dalla facciata apparentemente presentabile.

Lo Stato negli ultimi anni con la serie continua di pseudo leggi (che più intenzionalmente illegittime non potrebbero essere) ….le quali sono emanate al solo scopo di derubare ai cittadini diritti acquisiti in secoli di lotte e ne limitano la libertà enfatizzano le sperequando le piccole imprese in sfacciato ed intollerabile favore alle multinazionali,.. in particolare quelle finanziarie … fatto che corrisponde esattamente a quanto descritto da Orwell da noi citato all’inizio…..

Questa denuncia/querela è per gridare ancora una volta che non si possono svendere senza il loro esplicito consenso, ed impunemente……., LE GRANDI IMPRSE di Stato, i Cittadini , lo Stato, la Nazione, … e far fallire lo Stato e la piccola impresa gli artigiani i piccoli commercianti ed i professionisti …né si possono annullare i loro “naturali e costituzionali diritti”…

Le violazioni alla Costituzione conteggiate ed evidenziate in apice sono previste nei 9 articoli violati, stravolti, disattesi…. Dov’è finita l’equità legale, sociale, economica, imprenditoriale….. la parità di diritti dei cittadini di fronte alla legge ed allo Stato …. la rimozione degli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini…. Tutte gran balle per schiavi creduloni ….

È quindi è dovere di ogni cittadino degno di questo nome (anche Magistrato, giudice, …… opporsi con ogni mezzo e modo allo scempio dei diritti costituzionalmente garantiti messi in atto da questi usurpatori ed annichilitori dei valori costituzionali e delle leggi conseguenti che costoro emanano e promulgano in barba ai dettati istituzionali……..

Il diritto di resistenza ed autodifesa è implicitamente legittimato dal dovere di fedeltà (alla Repubblica), stabilito dall’art. 54 e dal principio della sovranità popolare, diritto di ogni singolo cittadino come membro del popolo, e non solo al popolo nel suo insieme. Ciò è definito all’art. 1 della Costituzione che sancisce che la resistenza attiva (non solo passiva) ad un pubblico ufficiale o ad un corpo politico è legittima.(anche il Parlamento e il Consiglio dei Ministri…


Il diritto alla resistenza è equivalente, corrispondente, analogo e simbiotico al diritto alla sicurezza ed ordine pubblico che impone al cittadino di attivarsi in carenza di interventi di ufficiali di polizia giudiziaria in presenza del verificarsi di un qualsiasi reato affinchè se ne ostacoli ed impedisca la realizzazione, …

TUTTO CIÒ PREMESSO CHIEDIAMO :

  1. di voler procedere con gli atti di competenza in ordine alla gravità della configurazione della fattispecie di attentato contro la Costituzione dello Stato, rimettendosi alle valutazioni delle autorità competenti anche in ordine al minaccioso, reale pericolo di un reato quale l’attentato alla Costituzione.

    1. di procedere per la penale punizione dei colpevoli, ai fini di impedire la continuazione dei reati ravvisati in calce;

Ricordo, sottolineo ed enfatizzo ad uso di chi mi legge rammentando l’ obbligatorietà dell’azione penale (art.112 Costituzione) in caso di evidenti violazioni di legge e l’altrettanto obbligatorio arresto in caso di flagranza di reato, ricordo altresì il giuramento prestato nei confronti della Legge, delle Istituzioni, della Repubblica, dello Stato e dei Cittadini italiani tutti, a cui l’operato di questo giudice si deve uniformare e deve rispondere, e di cui noi a nostra volta saremo severi giudici.

Ci riserviamo inoltre di costituirci parte civile nell’instaurando procedimento penale;
e, ai sensi dell’ex art. 408 c.p.p., chiediamo di essere avvisati in caso di richiesta di archiviazione.

Chiediamo inoltre di essere avvisati in caso di proroga del termine delle indagini preliminari, ex art. 405 c.p.p., e di essere sentiti personalmente

IN FEDE. 


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