domenica 3 dicembre 2017

COSA E’ IL DENARO


COSA E’ IL DENARO


La Cambiale Sociale non è ufficialmente una moneta, e in quanto tale non ha corso legale… chi vuole l’accetta e chi non vuole non l’accetta.. Esattamente come si fece in Germania con il “Rentenmark” emesso dalla “Rentenbank”….. Rentenmark che però era riconosciuto alla pari dalla Reichbank … ed era emesso, e soprattutto accettato sulla base della fiducia.

Infatti anche John Law, il moderno istitutore della carta-moneta aveva capito bene, e lo evidenziava, che il “Valore” della carta-moneta sta essenzialmente nella fiducia nei confronti del Governo e dello Stato (che dispone di tutte le garanzie)….

Ma Law e Schacht non avevano capito, ed infatti lo facevano ottocentescamente derivare dal Valore (nazionale ed internazionale) dello Stato” e non dall’Uomo, come invece aveva ben recepito Auriti … che il “Valore” sta essenzialmente e primariamente nel “Valore del Lavoro dell’Uomo/Individuo”…. Successivamente questo Valore e Potere può essere devoluto allo Stato che lo gestisce… ma non sempre e necessariamente è così.

Ma anche Auriti (seppure ben indirizzato verso la giusta mèta) non era arrivato al capofila terminale e alla base di tutta la filiera … e cioè che il “Valore” sta essenzialmente nel “Valore del Lavoro dell’Uomo/Individuo/ALTRO”

Cioè non nel valore della misura (denaro) che ciascuno porta in tasca per averlo guadagnato col proprio sudore dopo aver duramente lavorato….

Ma al contrario (se così si potesse dire) … Il denaro è l’unità di misura che ciascuno porta con sé per poter all’occasione “valorizzare” non il proprio lavoro…ma solo e soltanto per valorizzare e quantificare il lavoro degli altri…. e solo attraverso questa metodologia il denaro può essere introdotto nel circuito economico-monetario. Perché fin dalla sua “nascita” (immissione nel circuito economico) rappresenta la contropartita al bene, servizio, prestazione, etc., etc., etc.,… che qualcuno ha prodotto, realizzato, ideato… e che noi riconosciamo come valido, apprezzabile, utile, risolutivo, necessario, e ne quantifichiamo il valore e la qualità attraverso la controdonazione di una determinata cifra di denaro che ne misura, a parere delle quotazioni di mercato… ma in ultima analisi…. sempre e soltanto a noi… la misura dell’apprezzamento morale, etico, estetico del valore del lavoro dell’Altro di cui ci vogliamo “avvalere”.

Quale maggiore fiducia se non apprezzare il proprio “Capitale” di spesa basandolo non sul proprio merito…. Ma sul merito dell’”Altro”??? E’ sempre stato così ed anche oggi è tuttora così… ma nessuno si è mai preso la briga di metterlo in evidenza e preminenza…. Spero a questo punto di averlo espresso chiaramente ed evidenziato a sufficienza

Questo concetto dell’apprezzamento dell’altro però con la premessa della banconota emessa dalla banca centrale risulta poco chiara, offuscata e manipolabile nelle sue valenze sotto molti profile e quindi la sua funzione risulta poco comprensibile..

Ed è quindi ovvio che con la banconota risulterebbe difficile una simile gestione del manifesto apprezzamento del “valore dell’Altro”… mentre invece con la “Cambiale Sociale” questo modus operandi è possibile, gestibile e Visibile, immediatamente riscontrabile .. addirittura applicabile perfettamente.

Infatti se assumiamo che il “Valore del lavoro dell’Uomo/Individuo/Altro” è inconfutabile, sostenibile a qualunque critica ed analisi, e concretamente condivisibile… ne consegue e derivano perfettamente compatibili tutti gli altri “valori” che da sempre sono associati alla moneta/banconota, fra cui anche che la banconota non può che essere nazionale ed avere corso se non in uno specifico e determinato Stato Nazione , e non altrove, e che il controllo non può che essere all’interno di tali entità…

Infatti su questo era del tutto consapevole e concorde anche Schacht, il quale afferma che è politicamente impensabile, soprattutto in una democrazia, che un istituto d’emissione possa agire in contrasto con la politica governativa.


“La moneta è, fra tutti i fattori dell’economia, quello più marcatamente nazionale.  

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