Alcune fasi emerse alla luce di
una vicenda quasi centenaria....
Episodio uno 4/06/2009
Fonte :
Corriere del Ticino
Chiasso sequestrati 134 miliardi di dollari in titoli USA (da verificare)
su un treno.
CHIASSO - Titoli USA per un
valore complessivo di 134 miliardi di dollari, pari a circa 143 miliardi di
franchi. Questo l'importo dei bond ritrovati in un doppio fondo di una valigia
alla stazione di Chiasso dai funzionari della Sezione operativa territoriale,
in collaborazione con i militari della Guardia di finanza di Ponte Chiasso. I titoli
erano trasportati da due cinquantenni giapponesi, provenienti in treno
dall'Italia. Più precisamente, si tratta di 249 bond della "Federal
Reserve" (del valore di 500 milioni ciascuno) e 10 "Bond
Kennedy" (1 miliardo a titolo), oltre cospicua documentazione di interesse
valutario. Qualora i bond risultassero autentici le autorità italiane potrebbero trattenere il 40% della somma eccedente la franchigia ammessa di 10 mila euro: 38 miliardi di euro, vale a dire 57,4 miliardi di franchi.
Episodio due
Il tesoro di Chiasso,
le superbanconote
americane che la FED non ha emesso
Nuovi sviluppi nel giallo dei 134,5
miliardi di dollari sequestrati a due giapponesi.
Un intrigo che porta molto in alto
Luigi Grimaldi
liberazione. it
È
un intrigo internazionale. Il mistero dei 134,5 miliardi di dollari sequestrati
a Chiasso lo scorso 3 giugno è sempre più allarmante e avrebbe origine nella
crisi finanziaria giapponese del 1998.
Circolano banconote da un miliardo di dollari l'una ma non emesse dalla FED. Una storia di finanza parallela con i servizi segreti USA (e i nostri) in chiaroscuro. I due fermati a Chiasso hanno un nome: Mitsuyoshi Watanabe e Akihiko Yamaguchi, personaggi già abbondantemente "bruciati" in campo finanziario internazionale e coinvolti (nel 2004) nel caso di una emissione non autorizzata di bond giapponesi (i cosiddetti "Japanese 57 Series Bond" - titoli esclusivamente utilizzati in transazioni intergovernative) del valore di 500 miliardi di yen ognuno. Una operazione in cui si sospetta vi sia stato lo zampino della CIA. Inoltre Yamaguchi è stato indicato da fonti riservate come dirigente del ministero delle finanze giapponese e cognato di Toshiro Muto. Un nome che porta lontano e talmente in alto da far comprendere come mai, dopo un mese e mezzo, ancora non sia stato emesso un solo comunicato ufficiale.
Stati Uniti Giappone e Italia
Stati Uniti, Giappone e Italia appaiono in misura diversa imbarazzati protagonisti di uno scandalo di stato. Il giorno dopo il vertice del G8 dell'Aquila sarebbe arrivata conferma che una speciale commissione sarebbe in arrivo dagli States per stabilire finalmente se i titoli sequestrati, per un importo di dimensioni tali da collocarsi al quarto posto nella classifica dei maggiori creditori degli USA, dopo la Russia e prima dell'Inghilterra, siano veri o falsi. In ogni caso si tratta del più ingente traffico valutario della storia. Ma dell'arrivo degli "esperti" americani si favoleggia inutilmente sin dal giorno successivo al sequestro di Como.
Anomali traffici di stato
Veri o falsi? Non ha molta importanza: è una cifra in grado di incidere sugli assetti valutari del dollaro. Una eventualità che ha messo in fibrillazione i servizi segreti e le banche centrali di tutto il mondo. La Banca d'Italia non ha voluto rilasciare commenti rinviando la palla al Ministero dell'Economia dove fonti anonime hanno confermato che nella vicenda il profilo valutario è il più preoccupante. In questa faccenda ci sono troppe cose che non funzionano. Tanto per cominciare, quelli sequestrati a Como sono titoli esclusi dalle normali negoziazioni trattandosi di importi e tagli utilizzati nelle transazioni e nei rapporti tra stati e governi e non è credibile che siano stati messi in circolazione per una tentata truffa. Fatto sta che il 3 giugno i finanzieri di Como vanno a colpo sicuro, secondo fonti del Il Giornale , imbeccati dalla CIA che ai primi di maggio avrebbero avvisato i nostri servizi del possibile arrivo in Italia di una valanga di titoli di Stato USA che "il governo nordcoreano stava cercando di convertire in euro. I nostri servizi allertano così la Guardia di Finanza e i titoli, per un importo che la Corea del Nord non ha mai posseduto, arrivano puntualmente a Chiasso, trasportati da due orientali regolarmente attesi al varco.
I titoli e la pista Americana
Si tratta di 249 titoli. 10 Kennedy Notes da un miliardo di dollari l'uno e 239 titoli del Tesoro Americano da 500 milioni di dollari l'uno. Proprio dai Kennedy Notes arriva il bandolo per iniziare a sbrogliare questa intricatissima matassa. Non si tratta infatti di buoni del Tesoro ma di vera e propria carta moneta. Sissignori, si tratta di biglietti da un miliardo di dollari l'uno. Il fatto è però che l'emissione di tale Biglietto di Stato era, sino al sequestro di Como, se non proprio segreta, almeno non di dominio pubblico… Evidentemente è assai improbabile che un falsario riproduca, con assoluta perfezione (per la Guardia di Finanza si tratta di titoli indistinguibili dagli originali) un biglietto non in circolazione e di cui non è nota l'esistenza. Le super-banconote sarebbero state emesse nel 1998 e non sarebbero garantite dalla Federal Reserve che, in effetti, ha già dichiarato ufficialmente di non aver mai emesso titoli per il valore nominale di un miliardo di dollari.
La FED non mente
I super-biglietti farebbero parte di una speciale emissione effettuata in base all'ordine esecutivo 11.110, firmato il 4 giugno 1963 dal presidente John Kennedy che aveva restituito al governo USA il potere di emettere moneta, senza il coinvolgimento del Congresso, garantita attraverso le riserve federali di argento, e senza passare attraverso la FED. Dopo l'assassinio del Presidente Kennedy l'ordine esecutivo 11.110 cadde in disuso e le banconote emesse dal governo furono ritirate dal mercato. Ma il fatto è che l'ordine esecutivo 11.110 non è mai stato formalmente abrogato. Si stima che nel 1998 il 99% delle banconote in circolazione erano "Banconote della Federal Riserve" mentre l'1% era costituito da "Banconote degli Stati Uniti". Bisogna sapere, per capirci qualcosa, che la stampa dei due tipi di banconote è quasi identica ad eccezione del fatto che una riporta la dicitura "Banconota della Federal Reserve" e l'altra "Banconota degli Stati Uniti". Inoltre, quelle della Federal Reserve hanno marchio e numero di serie verdi, quelle degli Stati Uniti marchio e numero di serie rossi. Basta guardare le foto diffuse dalla Guardia di finanza di Como per rendersi conto che le banconote da un miliardo di dollari sequestrate a Chiasso sono state messe dal Ministero del Tesoro USA e non dalla Fed.
I consiglieri di Obama e la crisi del 1998
Al 1998 risale la grande crisi dello yen, con l'economia giapponese sull'orlo della bancarotta e il rischio di un tracollo dei mercati finanziari dello stesso tipo di quello che stiamo vivendo oggi.
Una eventualità allora scongiurata dall'intervento del governo americano deciso a sostenere il peso valutario dello yen in caduta libera. Nessuno si ricorda più di quella crisi ma all'epoca intervennero personalmente Rubin, ministro del Tesoro, e il suo vice: Larry Summers, oggi consigliere economico di Barak Obama e all'epoca inviato speciale di Washington nei Paesi nei guai, precipitatosi a Tokio il 18 giugno del 1998 per incontrare il ministro delle Finanze Hikaru Matsunaga e il suo vice, Eisuke Sakakibara, l'uomo conosciuto sui mercati come "Mister Yen".
Una trappola da romanzo
Ora il fatto davvero interessante è che i due giapponesi fermati a Chiasso, con la ciclopica cifra di 134,5 miliardi di dollari, sono personaggi abbondantemente "bruciati" essendo stati coinvolti in un precedente traffico miliardiario di titoli falsi in yen. In più le precauzioni assunte dai due per varcare la frontiera italo-svizzera sono da subito apparse agli investigatori assolutamente inadeguate al valore del traffico messo in atto. Una ingenuità incongruente con il curriculum dei due corrieri nipponici che invece hanno precedenti da professionisti dei traffici finanziari di altissimo livello. Yamaguchi in particolare sembra il personaggio più interessante e intorno al quale potrebbe cominciare a chiudersi il cerchio dei misteri sul "tesoro di Chiasso": se venisse confermato che si tratta di un ex alto funzionario del Ministero del Tesoro giapponese e se il suo nome porta effettivamente a Toshiro Muto i conti potrebbero cominciare a tornare. Toshiro Muto è stato infatti fino a poco tempo fa vice-governatore della Banca del Giappone ma anche, nel 1998, contestatissimo direttore del segretariato generale del ministero delle finanze di Hikaru Matsunaga e di Eisuke Sakakibara, i protagonisti, con Summers e Rubin, del "salvataggio dello yen" del 1998. Sakakibara fino a poco tempo fa è stato anche tra i più convinti sponsor della nomina di Muto a governatore della Banca centrale del Giappone. Insomma tutto fa pensare che i titoli del "tesoro di Chiasso" siano autentici e che rappresentino un acuto mal di pancia per l'entourage finanziario del governo Obama più che per quello Giapponese. Insomma, tira aria da colpi bassi.
Circolano banconote da un miliardo di dollari l'una ma non emesse dalla FED. Una storia di finanza parallela con i servizi segreti USA (e i nostri) in chiaroscuro. I due fermati a Chiasso hanno un nome: Mitsuyoshi Watanabe e Akihiko Yamaguchi, personaggi già abbondantemente "bruciati" in campo finanziario internazionale e coinvolti (nel 2004) nel caso di una emissione non autorizzata di bond giapponesi (i cosiddetti "Japanese 57 Series Bond" - titoli esclusivamente utilizzati in transazioni intergovernative) del valore di 500 miliardi di yen ognuno. Una operazione in cui si sospetta vi sia stato lo zampino della CIA. Inoltre Yamaguchi è stato indicato da fonti riservate come dirigente del ministero delle finanze giapponese e cognato di Toshiro Muto. Un nome che porta lontano e talmente in alto da far comprendere come mai, dopo un mese e mezzo, ancora non sia stato emesso un solo comunicato ufficiale.
Stati Uniti Giappone e Italia
Stati Uniti, Giappone e Italia appaiono in misura diversa imbarazzati protagonisti di uno scandalo di stato. Il giorno dopo il vertice del G8 dell'Aquila sarebbe arrivata conferma che una speciale commissione sarebbe in arrivo dagli States per stabilire finalmente se i titoli sequestrati, per un importo di dimensioni tali da collocarsi al quarto posto nella classifica dei maggiori creditori degli USA, dopo la Russia e prima dell'Inghilterra, siano veri o falsi. In ogni caso si tratta del più ingente traffico valutario della storia. Ma dell'arrivo degli "esperti" americani si favoleggia inutilmente sin dal giorno successivo al sequestro di Como.
Anomali traffici di stato
Veri o falsi? Non ha molta importanza: è una cifra in grado di incidere sugli assetti valutari del dollaro. Una eventualità che ha messo in fibrillazione i servizi segreti e le banche centrali di tutto il mondo. La Banca d'Italia non ha voluto rilasciare commenti rinviando la palla al Ministero dell'Economia dove fonti anonime hanno confermato che nella vicenda il profilo valutario è il più preoccupante. In questa faccenda ci sono troppe cose che non funzionano. Tanto per cominciare, quelli sequestrati a Como sono titoli esclusi dalle normali negoziazioni trattandosi di importi e tagli utilizzati nelle transazioni e nei rapporti tra stati e governi e non è credibile che siano stati messi in circolazione per una tentata truffa. Fatto sta che il 3 giugno i finanzieri di Como vanno a colpo sicuro, secondo fonti del Il Giornale , imbeccati dalla CIA che ai primi di maggio avrebbero avvisato i nostri servizi del possibile arrivo in Italia di una valanga di titoli di Stato USA che "il governo nordcoreano stava cercando di convertire in euro. I nostri servizi allertano così la Guardia di Finanza e i titoli, per un importo che la Corea del Nord non ha mai posseduto, arrivano puntualmente a Chiasso, trasportati da due orientali regolarmente attesi al varco.
I titoli e la pista Americana
Si tratta di 249 titoli. 10 Kennedy Notes da un miliardo di dollari l'uno e 239 titoli del Tesoro Americano da 500 milioni di dollari l'uno. Proprio dai Kennedy Notes arriva il bandolo per iniziare a sbrogliare questa intricatissima matassa. Non si tratta infatti di buoni del Tesoro ma di vera e propria carta moneta. Sissignori, si tratta di biglietti da un miliardo di dollari l'uno. Il fatto è però che l'emissione di tale Biglietto di Stato era, sino al sequestro di Como, se non proprio segreta, almeno non di dominio pubblico… Evidentemente è assai improbabile che un falsario riproduca, con assoluta perfezione (per la Guardia di Finanza si tratta di titoli indistinguibili dagli originali) un biglietto non in circolazione e di cui non è nota l'esistenza. Le super-banconote sarebbero state emesse nel 1998 e non sarebbero garantite dalla Federal Reserve che, in effetti, ha già dichiarato ufficialmente di non aver mai emesso titoli per il valore nominale di un miliardo di dollari.
La FED non mente
I super-biglietti farebbero parte di una speciale emissione effettuata in base all'ordine esecutivo 11.110, firmato il 4 giugno 1963 dal presidente John Kennedy che aveva restituito al governo USA il potere di emettere moneta, senza il coinvolgimento del Congresso, garantita attraverso le riserve federali di argento, e senza passare attraverso la FED. Dopo l'assassinio del Presidente Kennedy l'ordine esecutivo 11.110 cadde in disuso e le banconote emesse dal governo furono ritirate dal mercato. Ma il fatto è che l'ordine esecutivo 11.110 non è mai stato formalmente abrogato. Si stima che nel 1998 il 99% delle banconote in circolazione erano "Banconote della Federal Riserve" mentre l'1% era costituito da "Banconote degli Stati Uniti". Bisogna sapere, per capirci qualcosa, che la stampa dei due tipi di banconote è quasi identica ad eccezione del fatto che una riporta la dicitura "Banconota della Federal Reserve" e l'altra "Banconota degli Stati Uniti". Inoltre, quelle della Federal Reserve hanno marchio e numero di serie verdi, quelle degli Stati Uniti marchio e numero di serie rossi. Basta guardare le foto diffuse dalla Guardia di finanza di Como per rendersi conto che le banconote da un miliardo di dollari sequestrate a Chiasso sono state messe dal Ministero del Tesoro USA e non dalla Fed.
I consiglieri di Obama e la crisi del 1998
Al 1998 risale la grande crisi dello yen, con l'economia giapponese sull'orlo della bancarotta e il rischio di un tracollo dei mercati finanziari dello stesso tipo di quello che stiamo vivendo oggi.
Una eventualità allora scongiurata dall'intervento del governo americano deciso a sostenere il peso valutario dello yen in caduta libera. Nessuno si ricorda più di quella crisi ma all'epoca intervennero personalmente Rubin, ministro del Tesoro, e il suo vice: Larry Summers, oggi consigliere economico di Barak Obama e all'epoca inviato speciale di Washington nei Paesi nei guai, precipitatosi a Tokio il 18 giugno del 1998 per incontrare il ministro delle Finanze Hikaru Matsunaga e il suo vice, Eisuke Sakakibara, l'uomo conosciuto sui mercati come "Mister Yen".
Una trappola da romanzo
Ora il fatto davvero interessante è che i due giapponesi fermati a Chiasso, con la ciclopica cifra di 134,5 miliardi di dollari, sono personaggi abbondantemente "bruciati" essendo stati coinvolti in un precedente traffico miliardiario di titoli falsi in yen. In più le precauzioni assunte dai due per varcare la frontiera italo-svizzera sono da subito apparse agli investigatori assolutamente inadeguate al valore del traffico messo in atto. Una ingenuità incongruente con il curriculum dei due corrieri nipponici che invece hanno precedenti da professionisti dei traffici finanziari di altissimo livello. Yamaguchi in particolare sembra il personaggio più interessante e intorno al quale potrebbe cominciare a chiudersi il cerchio dei misteri sul "tesoro di Chiasso": se venisse confermato che si tratta di un ex alto funzionario del Ministero del Tesoro giapponese e se il suo nome porta effettivamente a Toshiro Muto i conti potrebbero cominciare a tornare. Toshiro Muto è stato infatti fino a poco tempo fa vice-governatore della Banca del Giappone ma anche, nel 1998, contestatissimo direttore del segretariato generale del ministero delle finanze di Hikaru Matsunaga e di Eisuke Sakakibara, i protagonisti, con Summers e Rubin, del "salvataggio dello yen" del 1998. Sakakibara fino a poco tempo fa è stato anche tra i più convinti sponsor della nomina di Muto a governatore della Banca centrale del Giappone. Insomma tutto fa pensare che i titoli del "tesoro di Chiasso" siano autentici e che rappresentino un acuto mal di pancia per l'entourage finanziario del governo Obama più che per quello Giapponese. Insomma, tira aria da colpi bassi.
Luigi Grimaldi
liberazione. it
Episodio tre 19/4/2010
Falsi veri i bond USA sequestrati a Chiasso.
di Enne di Effe
E così Bill Clinton si
recava la settimana scorsa in Giappone per tentare di riscuotere i buoni del
Tesoro USA (134,5 mld $) che erano stati sequestrati a Chiasso lo scorso luglio
e da subito dichiarati FALSI dalla Federal Reserve.La notizia è di oggi e proviene da un rinomato giornalista di investigazione, considerato come tutti complottista, Benjamin Fulford (ma ex direttore della sezione Asia di Forbes...).
Se fosse vero che erano falsi, allora su quale base Bill Clinton avrebbe vantato il diritto di riscossione?
Ma la verità è come dissi all’epoca in un titolo di un articolo di Luigi Grimaldi, che i bond erano verissimi in un sistema monetario falsissimo. Veri falsi come tutti gli altri (un bel sunto della vicenda qua: http://crisis.blogosfere.it/2009/06/i-134-miliardi-di-dollari-di-bonds-sono-falsi.html )
Solo che dichiarandoli falsi, l’Italia non ha avuto diritto al 40% di ricompensa prevista in questi casi, un importo – 57 miliardi di euro!! – che da solo sarebbe bastato a ricostruire l’Abruzzo (senza pegni per le banche canaglie internazionali come adesso), e a rilanciare il nostro paese.
Se la notizia si confermasse, sarebbe forse il caso di esercitare pressioni inaudite sul ministro del Tesoro e il capo del governo per ricuperare il malloppo che ci spetta DI DIRITTO. Scommettiamo che la notizia verrà ancora annegata? A meno che… non provochiamo un putiferio noi…
L’articoletto dice infatti che (dal Weekly Geopolical News and Analysis del 19 Aprile 2010):
Bill Clinton non è potuto nemmeno scendere
dall’aereo quando è atterrato in Giappone per batter cassa, la settimana
scorsa. Numerosi sono i segnali che stanno a indicare che la terza guerra
mondiale finanziaria segreta che si sta scatenando ha raggiunto un climax
pericoloso. Il cartello criminale del Board del Federal Reserve sembra oramai
in ginocchio. Prova della sua disperazione ne sia il fatto che Bill Clinton si
è recato a Tokyo la settimana scorsa per tentare di riscuotere i 134,5 miliardi
di dollari dei buoni del tesoro che erano stati confiscati in Italia a luglio
scorso. Non è potuto neanche uscire dall’aereo, secondo un membro della Black
Dragon Society che si trovava a bordo assieme a lui. (Trad NF)
Fonte: http://benjaminfulford.net/2010/04/19/bill-clinton-was-not-even-allowed-out-of-the-plane-when-he-arrived-in-japan-seeking-money-last-week/Nicoletta Forcheri
Episodio quattro 3/9/2010
by benjamin
The operation to flush out the leadership of the
dark cabal has now zeroed in on the World Economic Forum at Davos,
according to agents involved.
Italian P2
lodge member Daniel Dal Bosco, who has been
under complete 24-hour surveillance since absconding with over $1 trillion in
financial instruments, has led investigators to Giancarlo Bruno, “Head
of the Financial Services Industry” at the World Economic Forum,
investigators say.
The latest breakthrough in the ongoing criminal investigation has created a state of extreme tension in Western power corridors, especially Washington and Geneva.
The latest breakthrough in the ongoing criminal investigation has created a state of extreme tension in Western power corridors, especially Washington and Geneva.
“The world will not be the same when this is
over,” a senior CIA source says.
The conversation intercepted between Dal Bosco
and Bruno is like something out of a weird spy movie, the investigators say.
It can be paraphrased as follows:
Dal Bosco: “You need to help me, I am being
followed by about 30 spaceships.”
Bruno: “I told you never to contact me, no matter what.”
Bruno: “I told you never to contact me, no matter what.”
According to investigators there are now more
spies than normal citizens in the small Italian town where Dal Bosco is now
staying and the pressure is beginning to wear on him. Neither Dal Bosco nor
Bruno were available for comment at the time of this writing.
The trail from Bruno leads to the leadership of the United Nations as well as the Obama regime in Washington, the investigators say.
There is a long list of arrest warrants that has been readied and you can be sure a lot of people will be skipping the next Davos meeting out of fear of being arrested.
The trail from Bruno leads to the leadership of the United Nations as well as the Obama regime in Washington, the investigators say.
There is a long list of arrest warrants that has been readied and you can be sure a lot of people will be skipping the next Davos meeting out of fear of being arrested.
“The air in Washington is so thick now with
tension that you could cut it with a knife,” a White
Dragon Society source close to the action in D.C.
says.
The tensions and divisions within the secret
Western government are leading to ever more “incidents,” reaching the public
eye.
· In one incident, the body of Yuri Ivanov Deputy Head of GRU was
found “accidentally drowned,” last week. He was in Syria helping prevent
World War 3 from breaking out in the Middle East.
·
Then we have the case of MI6
Spy Garreth Williams, who was found stuffed inside a bag in his
bathroom. The
case is creating thick clouds of disinformation.
All these incidents point to deep
division between various Western intelligence and police agencies. However, the
Italians are looking especially isolated in all this.
In China, meanwhile, factional tensions are also rising with three main factions allying themselves with different factions in the battle for control over the financial system of the West.
There are also three factions in the West battling over the new financial system.
In China, meanwhile, factional tensions are also rising with three main factions allying themselves with different factions in the battle for control over the financial system of the West.
There are also three factions in the West battling over the new financial system.
1. The incumbent faction is the New World Order
faction that still hopes to start
World War 3 and start a global fascist
government.
2. Against them is the informal alliance that believes control over the
world financial system should belong to the people of the planet
3. A third faction just sits on the fence waiting to ally themselves with
the victor
At the heart of this battle right now is the
question of who will control the
planned Amero currency.
Preparations for the launch of the Amero are now being finalized. Already the new gold-backed currency has been printed and distributed to the world’s various central banks. The governments of Canada and Mexico have also signed on. Average humans will be able to trade two dollars for one Amero.
The various countries holding US debt have each been offered their own rate. We do not know the details but have heard the Chinese got the best deal while the Japanese got one of the worst deals.
What remains to be decided is what sort of organization will oversee the creation and distribution of new Amero. That is why the operation to flush out the true owners of the Federal Reserve Board is crucial.
As for the Euro, so far no deal has been reached and the currency still appears to be doomed. Dust off your Deutschemarks if you have any is our advice.
Although the turbulence and tension is expected to continue possibly for another two years, it is quite clear that all the major global structures created after World War 2 will be totally changed when the dust finally settles.
Preparations for the launch of the Amero are now being finalized. Already the new gold-backed currency has been printed and distributed to the world’s various central banks. The governments of Canada and Mexico have also signed on. Average humans will be able to trade two dollars for one Amero.
The various countries holding US debt have each been offered their own rate. We do not know the details but have heard the Chinese got the best deal while the Japanese got one of the worst deals.
What remains to be decided is what sort of organization will oversee the creation and distribution of new Amero. That is why the operation to flush out the true owners of the Federal Reserve Board is crucial.
As for the Euro, so far no deal has been reached and the currency still appears to be doomed. Dust off your Deutschemarks if you have any is our advice.
Although the turbulence and tension is expected to continue possibly for another two years, it is quite clear that all the major global structures created after World War 2 will be totally changed when the dust finally settles.
Episodio cinque 6/9/2010
...Against Top Davos, UN
Officials & Others Will Go Ahead Despite Sudden Death of Key Witness
by benjamin
by benjamin
Criminal charges will be filed this week in New Jersey in a $1 trillion robbery case that implicates top officials of the World Economic Forum (Davos) top United Nations officials including UN Secretary General Ban Ki Moon and members of the Italian P2 Masonic Lodge, according to top US law enforcement officials and lawyers for the owners of the over $1 trillion in stolen financial instruments.
The individual directly responsible for stealing
the funds, P2’s Daniele Dal Bosco was recorded asking Giancarlo Bruno
“Head of the Financial Services Industry” at Davos to have myself and three
other individuals murdered.
In addition, Joe Bendana, the man who
assisted in the case within the US on behalf of Neil Keenan and also
provided affidavits to other governments and Interpol was also threatened
directly by Dal Bosco 4 days before he was found murdered in his residence,
Newark, New Jersey, last Saturday, September 4, 2010.
Police are treating the death of Bendana as a
homicide because of the threats and because there was a security breach at his
residence the night he died.
As soon as Bruno’s name was made public by this writer, we were contacted by a senior P2 Lodge member who offered “an international scoop,” involving impossible amounts of Philippine gold, UN Secretary General Ban Ki Moon and an individual by the name of Marco Di Mauro.
This photograph of an alleged Philippine bond worth “Five Hundred Dodecallion USD CFR Trilateral Commission,” was sent as proof.
As soon as Bruno’s name was made public by this writer, we were contacted by a senior P2 Lodge member who offered “an international scoop,” involving impossible amounts of Philippine gold, UN Secretary General Ban Ki Moon and an individual by the name of Marco Di Mauro.
This photograph of an alleged Philippine bond worth “Five Hundred Dodecallion USD CFR Trilateral Commission,” was sent as proof.
We are waiting for more coherent information
from this source. The Trilateral Commission
was founded in July of 1973. Clearly it does not fall in line with the date,
October 24-25, 1966, issued on the Mother Gold Guarantee Deposit.
How could this have been issued when the
Trilateral Commission did not exist at this time? I believe they are attempting
to discredit this writer.
The entire incident began in June 2009 when two Japanese were illegally detained by Italian Treasury police and had $134.5 billion worth of bonds they were carrying confiscated. This incident was reported briefly in the international media before being dismissed as a “fraud.” However, the Japanese were not detained because they had diplomatic passports.
The entire incident began in June 2009 when two Japanese were illegally detained by Italian Treasury police and had $134.5 billion worth of bonds they were carrying confiscated. This incident was reported briefly in the international media before being dismissed as a “fraud.” However, the Japanese were not detained because they had diplomatic passports.
The bonds were real and were illegally
confiscated by the Italian Treasury Police.
Shortly after this incident, the P2 Lodge, at the bequest of the Italian Police offered to assist them in cashing these bonds, which are owned by an astronomically wealthy Asian family. They offered the bonds back to this family at 10% of the face value but the family had no intention of allowing themselves to be extorted relating to bonds they already owned.
Shortly after this incident, the P2 Lodge, at the bequest of the Italian Police offered to assist them in cashing these bonds, which are owned by an astronomically wealthy Asian family. They offered the bonds back to this family at 10% of the face value but the family had no intention of allowing themselves to be extorted relating to bonds they already owned.
At a later date a family associate agreed to
protect a further $1 trillion worth of financial instruments and they were
placed into the custodianship of P2 “banker” Daniele Dal Bosco (Mr. Dal Bosco
is actually not a banker nor ever has been a banker).
Dal Bosco then absconded with the bonds and tried to cash them variously with the UN with the assistance of Giancarlo Bruno of the World Economic Forum who is one of the coordinators. It is purported that Mr. Bruno set up the entire operation with the UN and OITC which Dal Bosco turned to for support once they recognized that Neil Keenan was not going to allow them to steal the bonds.
Dal Bosco then absconded with the bonds and tried to cash them variously with the UN with the assistance of Giancarlo Bruno of the World Economic Forum who is one of the coordinators. It is purported that Mr. Bruno set up the entire operation with the UN and OITC which Dal Bosco turned to for support once they recognized that Neil Keenan was not going to allow them to steal the bonds.
Dal Bosco states that he is working with his
lawyer, Interpol and the UN but makes it perfectly clear to this writer that he
refers everything over to OITC (he has no attorney holding the bonds to respond
to), has never spoken to Interpol and the UN and Dal Bosco/Bruno/World Economic
Forum/UN/David Sale/OITC are some of the known co-conspirators of this theft.
Dam was at one point the designated heir of
Indonesia’s Sukarno as signatory to a large pool of gold stored in various
parts of Asia (This is the same gold that was supposed to back the new US
dollar that President Kennedy was assassinated for trying to issue).
However, Dam was stripped of this power after the OITC was involved in a series of fraud cases. As a result, the bonds cannot be cashed by them. Italian Prime Minister Silvio Berlusconi also tried unsuccessfully to cash the bonds with the Chinese government.
Dal Bosco has been under complete surveillance since the beginning of this incident. That is why intelligence agencies recorded his requests for murder contracts and his threats to various individuals. Furthermore case files have been opened up against Dal Bosco in Milan, Italy and in Interpol.
Interpol is now actively involved as are most of the world’s intelligence agencies because they believe the trail in this case will lead eventually to the World Economic Forum, the UN and a group of Oligarchs who have been plotting to create a fascistic world government. These Oligarchs have also been trying to start World War 3 and carry out an unprecedented genocide of two thirds of the world’s population.
This case also illustrates some of the absurd and bizarre goings on now taking place in the esoteric world of high finance.
Senior sources report there is still chaos in the Western corridors of power, especially Washington D.C. because of the impending bankruptcy of the Federal Reserve Board.
However, Dam was stripped of this power after the OITC was involved in a series of fraud cases. As a result, the bonds cannot be cashed by them. Italian Prime Minister Silvio Berlusconi also tried unsuccessfully to cash the bonds with the Chinese government.
Dal Bosco has been under complete surveillance since the beginning of this incident. That is why intelligence agencies recorded his requests for murder contracts and his threats to various individuals. Furthermore case files have been opened up against Dal Bosco in Milan, Italy and in Interpol.
Interpol is now actively involved as are most of the world’s intelligence agencies because they believe the trail in this case will lead eventually to the World Economic Forum, the UN and a group of Oligarchs who have been plotting to create a fascistic world government. These Oligarchs have also been trying to start World War 3 and carry out an unprecedented genocide of two thirds of the world’s population.
This case also illustrates some of the absurd and bizarre goings on now taking place in the esoteric world of high finance.
Senior sources report there is still chaos in the Western corridors of power, especially Washington D.C. because of the impending bankruptcy of the Federal Reserve Board.
There are moves, reported in our last newsletter, to launch
a Gold Backed Amero to replace the US dollar.
However, a different faction is still pushing for a Gold backed Treasury dollar
controlled by the Congress. There is no conclusion to this fight but the
turmoil is expected to intensify as the September 31 US fiscal year end
approaches.
Because of this chaos Chinese and Asian sources are now offering to sell large denominations of US Dollars and Euros at a 37% discount to super-wealthy individuals.
The only thing that is certain about all these financial shenanigans is that the global governmental structures set up after World War 2 are all starting to collapse.
Because of this chaos Chinese and Asian sources are now offering to sell large denominations of US Dollars and Euros at a 37% discount to super-wealthy individuals.
The only thing that is certain about all these financial shenanigans is that the global governmental structures set up after World War 2 are all starting to collapse.
Episodio sei 26/01/2011
Carabinieri sequestrano 20
miliardi di falsi Titoli Usa in autogrill
FONTE
infofermo.it
FERMO – Potrebbe assumere i connotati dell’intrigo
internazionale la truffa sventata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di
Roma in una stazione di servizio dell’A14 in territorio fermano. 20 miliardi di
dollari in titoli di stato americani falsi sequestrati sono il frutto
dell’operazione portata avanti dai militari dell’Arma che hanno identificato e
denunciato (in stato di libertà) per ricettazione sei uomini che si erano dati
appuntamento sul posto a bordo di tre auto di grossa cilindrata. In una delle
vetture c’era una cartella con 40 titoli di stato emessi dalla Federal Reserve
Usa, riprodotti in maniera perfetta. Le modalità con cui si guardavano intorno,
l’atteggiamento guardingo e
cospiratorio hanno insospettito i militari, i quali si sono avvicinati
per un controllo. Dato che i sei uomini non erano in grado di fornire
convincenti giustificazioni per il possesso di questi titoli, sono stati effettuati
degli accertamenti sia presso le Autorità statunitensi, sia con l’ausilio del
comando carabinieri Antifalsificazione Monetaria, che ne hanno confermato la
falsità: titoli di ottima qualità,
utili per tentare truffe ai danni di istituti bancari.
Episodio sette 30/6/2011
Intrigo
internazionale in dogana – Condannati due giapponesi
Fonte : LA PROVINCIA Il quotidiano di Como online
COMO - Gli uomini del mistero, dovessero decidere di
ripassare dall'Italia, rischiano di doversi fermarsi per alcuni anni: in
carcere. Mano pesante del giudice, Valeria Costi, nei confronti dei due
giapponesi protagonisti del clamoroso intrigo internazionale che due estati fa
portò al sequestro di ben 134,5 miliardi di dollari in bond Usa. Akihiko
Yamaguchi e Mistuyoshi Watanabe, 52 e 62 anni, i due cittadini giapponesi
intercettati agli inizi di giugno 2009 alla stazione internazionale di Chiasso
dopo essere scesi da un treno regionale proveniente da Como San Giovanni e
visti aggirarsi con fare sospetto con una valigetta in mano, sono stati
condannati a tre anni e mezzo di reclusione per aver tentato di
"contrabbandare" titoli di credito ritenuti falsi. Ovviamente gli
uomini del mistero non erano in aula per sentire la sentenza di condanna a loro
carico.
In udienza preliminare aveva a suo tempo patteggiato un anno e quattro mesi con la condizionale, invece, Alessandro Santi, il 73enne di Carimate coinvolto nel giallo dei 134,5 miliardi, il quale aveva annunciato di parlare in aula per raccontare la sua verità e che, invece, ha poi scelto la via del silenzio, lasciando il mistero attorno a un sequestro che si è trasformato in un autentico intrigo internazionale che aveva anche rischiato di creare non poche tensioni addirittura tra l'amministrazione Obama e il governo giapponese.
Su quel tesoro (la maggior parte dei titoli di credito risaliva agli anni Trenta e sembrava palesemente contraffatta, ma una decina di Kennedy bond da un miliardo l'uno, emessi addirittura nel 1998, ad alcuni commentatori statunitensi erano sembrati autentici, non così l'aveva pensata gli uomini dell'Intelligence statunitense) si rincorsero moltissime voci, a cominciare dal fatto che alcuni di questi fossero effettivamente veri e che il governo nipponico avesse deciso di sbarazzarsene a causa dei venti di crisi provenienti dagli Usa. L'inchiesta aveva portato a ipotizzare che - veri o falsi che fossero - quei bond fossero diretti a Ginevra.
Nella città elvetica, che com'è noto è un centro affollato da centinaia di organizzazioni internazionali, uffici e pure il quartier generale dell'Onu nel Vecchio Continente, Akihiko Yamaguchi e Mistuyoshi Watanabe avevano già fissato un appuntamento per piazzare la loro carta. Tutto sfumato nel corso di un normalissimo controllo da parte di un finanziere in servizio alla stazione internazionale di Chiasso. Gli Usa hanno quindi bollato come falsi i bond e per i due giapponesi, scomparsi dall'Italia alla velocità della luce, è giunta la condanna a tre anni e mezzo di reclusione.
In udienza preliminare aveva a suo tempo patteggiato un anno e quattro mesi con la condizionale, invece, Alessandro Santi, il 73enne di Carimate coinvolto nel giallo dei 134,5 miliardi, il quale aveva annunciato di parlare in aula per raccontare la sua verità e che, invece, ha poi scelto la via del silenzio, lasciando il mistero attorno a un sequestro che si è trasformato in un autentico intrigo internazionale che aveva anche rischiato di creare non poche tensioni addirittura tra l'amministrazione Obama e il governo giapponese.
Su quel tesoro (la maggior parte dei titoli di credito risaliva agli anni Trenta e sembrava palesemente contraffatta, ma una decina di Kennedy bond da un miliardo l'uno, emessi addirittura nel 1998, ad alcuni commentatori statunitensi erano sembrati autentici, non così l'aveva pensata gli uomini dell'Intelligence statunitense) si rincorsero moltissime voci, a cominciare dal fatto che alcuni di questi fossero effettivamente veri e che il governo nipponico avesse deciso di sbarazzarsene a causa dei venti di crisi provenienti dagli Usa. L'inchiesta aveva portato a ipotizzare che - veri o falsi che fossero - quei bond fossero diretti a Ginevra.
Nella città elvetica, che com'è noto è un centro affollato da centinaia di organizzazioni internazionali, uffici e pure il quartier generale dell'Onu nel Vecchio Continente, Akihiko Yamaguchi e Mistuyoshi Watanabe avevano già fissato un appuntamento per piazzare la loro carta. Tutto sfumato nel corso di un normalissimo controllo da parte di un finanziere in servizio alla stazione internazionale di Chiasso. Gli Usa hanno quindi bollato come falsi i bond e per i due giapponesi, scomparsi dall'Italia alla velocità della luce, è giunta la condanna a tre anni e mezzo di reclusione.
Episodio otto 20/12/2011
Lo stato italiano, Berlusconi e
l’ONU denunciati per una colossale truffa internazionale
La Repubblica Italiana, l’ex-premier Silvio Berlusconi, la nostra Guardia di Finanza, le Nazioni Unite ed il suo segretario Ban-Ki-Moon, l’ambasciatore italiano all’ONU Ragaglini, l’ambasciatrice italiana a Ginevra Laura Mirachian, il World Economic Forum (Davos), l’Office of International Treasury Control, ed altri personaggi più o meno conosciuti, collegati a “società segrete” di vario tipo, sono stati citati in giudizio da un cittadino americano per aver partecipato ad un complotto internazionale allo scopo di impossessarsi illegalmente di un pacchetto di Buoni del Tesoro, quasi tutti americani, per il valore nominale di 145,5 miliardi di dollari, con un valore attuale di mercato stimato intorno a 1 bilione (1000 miliardi) di dollari. Lira più lira meno.
La citazione in giudizio è stata depositata il 23 novembre scorso presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti dallo studio legale Bleakley Platt & Schmidt, che ha sede nello stato di New York, a nome di Neal F. Keenan, un cittadino americano residente in Bulgaria, che compare sia a titolo personale che in rappresentanza di un “gruppo di famiglie asiatiche” non meglio identificate, definite con il nome fittizio di “Dragon Family”.
La querela compare negli elenchi ufficiali di PACER (Public Access to Court Electronic Records), l’archivio elettronico dove è possibile consultare tutte le cause depositate presso le Corti Distrettuali e le Corti d’Appello degli Stati Uniti, ...
... che si possono anche scaricare al costo di 8 centesimi a pagina. Diverse persone hanno già scaricato il documento integrale, che potete trovare qui, oppure qui, in formato PDF.
Il sito Courthouse News, che si occupa di questioni di tipo legale, ha commentato il fatto con un articolo del 5 dicembre intitolato “Bizzarra querela da un bilione di dollari”, nel quale ne riassume sommariamente il contenuto, decisamente complesso e intricato, anche perchè riguarda eventi storici che risalgono a quasi un secolo fa.
Secondo Keenan [da qui in poi raccontiamo ciò che viene sostenuto nella querela, per cui evitiamo ogni volta di usare il condizionale o di dire “Keenan sostiene”], nel 2009 la Dragon Family gli affidò la gestione di un pacchetto di “strumenti finanziari” che comprendevano a) 249 titoli da 500 milioni di dollari ciascuno, emessi nel 1934 dalla Federal Reserve, per un valore nominale complessivo di 124,5 miliardi di dollari; b) due serie di titoli del governo giapponese, emesse nel 1983, per un valore di circa 10 miliardi di dollari ciascuna, e c) un titolo unico da 1 miliardo di dollari, chiamato “Kennedy Bond”, emesso dal governo americano nel 1998. Da cui il totale, appunto, di 145,5 miliardi di dollari.
Questi strumenti finanziari erano stati affidati a Keenan dalla Dragon Family perchè facesse investimenti internazionali di vario tipo, finalizzati ad interventi di tipo umanitario su grande scala.
Naturalmente è il pacchetto di titoli della Fed del 1934 che richiama subito l’attenzione, non solo perchè rivela una storia veramente complessa alle sue spalle, ma perchè è sulla base del valore originale (125 miliardi di dollari) che vengono calcolati gli interessi accumulati fino ad oggi, che sono stimati in 968.000.000.000 (novecentosessantotto miliardi) di dollari. Quasi un bilione, appunto.
Questi titoli furono emessi dalla Fed come ricevuta per le ingenti quantità di oro ed altri metalli preziosi che la Dragon Family aveva trasferito negli USA come misura precauzionale, temendo una invasione militare della Cina da parte del Giappone (cosa che poi è avvenuta, nel 1937).
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la Dragon Family chiese la restituzione dell’oro consegnato alla Fed, ma si trovarono di fronte ad una lunga serie di “intoppi legali” che di fatto gli impedirono di rientrare in possesso del prezioso metallo.
Cominciano così le peripezie di questo pacchetto di titoli, che ci avrebbero portato fino ad oggi.
Dal 1946 in poi, infatti, la storia si complica enormemente, introducendo una vera e propria ragnatela di collegamenti, fra dozzine di personaggi e di organizzazioni di livello mondiale, che è molto difficile da riassumere, e ancora più difficile da verificare.
Notiamo solo che fra queste organizzazioni compare anche il misterioso OITC (Office of International Treasury Control), che è considerato una delle più grandi organizzazioni finanziarie nel mondo, e che sostiene di esser affiliato all’ONU e alla Fed, ma con cui sia l’ONU che la Fed negano ufficialmente di aver mai avuto a che fare.
Teniamo presente che non stiamo parlando della scomparsa di qualche dozzina di euro dal conto corrente di nostra cugina, ma di un sistema mondiale di finanza occulta che parte dal presunto trafugamento di tutte le riserve auree custodite ufficialmente a Fort Knox (c’era forse anche l’oro della Dragon Family?), e che coinvolge oggi bene o male tutte le più importanti organizzazioni finanziarie mondiali, all’interno di un “universo parallelo” in cui il traffico e il riciclaggio di titoli di stato “duplicati” – cioè sostanzialmente falsi – sarebbe all’ordine del giorno. (Ricordiamoci sempre stiamo parlando in particolare tipo di cambiali… ma sempre Cambiali al portatore- n.d.r.).
In ogni caso, riprendiamo la vicenda dal 2009, perchè è in quell’anno che i famosi titoli della Fed ricompaiono nella mani di Keenan per essere investiti in “operazioni su grande scala di tipo umanitario”.
Per svolgere questo compito Keenan era affiancato da un emissario di fiducia della Dragon Family, Akihiro Yamaguchi, che era già fisicamente in possesso dei titoli a partire dal 2006. Era stato lui a presentare Keenan alla Dragon Family.
Yamaguchi e Keenan passarono alcuni mesi in Svizzera, valutando le diverse possibilità di investimento che gli venivano proposte dalle banche locali per conto dei loro clienti in tutto il mondo.
Verso la fine di maggio sembrava che finalmente si stesse per concludere un accordo con un gruppo finanziario che viene definito nella querela come “il gruppo dei turchi”. Ma il 3 di giugno accadde un fatto imprevisto: due cittadini giapponesi furono arrestati al confine di Chiasso dalla Guardia di Finanza, mentre cercavano di trasferire in Svizzera un pacchetto di titoli di stato americani nascosti nel doppiofondo della valigia.
Curiosamente, il pacchetto conteneva 249 titoli della Federal Reserve del 1934 da mezzo miliardo di dollari ciascuno, e 10 “Kennedy Bonds” da 1 miliardo ciascuno, per un valore nominale complessivo di 134,5 miliardi di dollari.
La notizia clamorosa stava per rimbalzare sulle testate di tutto il mondo, ma gli americani si affrettarono a far sapere che quei titoli erano falsi, e la cosa si spense sul nascere. I due giapponesi furono rilasciati, e i loro nomi non furono mai comunicati ufficialmente (Keenan sostiene che uno dei due fosse proprio Yamaguchi).
Diversi tentativi fatti da giornalisti americani per saperne qualcosa di più finirono nel nulla [vedi video in coda]: l’ambasciata giapponese non dava nessuna conferma del fatto, la Guardia di Finanza non aveva informazioni da offrire, e il tesoro americano minimizzava la cosa, confermando che i titoli fossero “sicuramente falsi”.
Naturalmente, ci credettero soltanto Topolino e i Sette Nani, ma questo fu sufficiente a tranquillizzare il pubblico americano, mentre la vera storia riprendeva a dipanarsi dietro le quinte.
Lo stato italiano, “tramite Berlusconi”, contattò il governo cinese, offrendo la restituzione dei titoli in cambio del 40% del loro valore nominale, cioè la cifra corrispondente alla penale da pagare in caso di esportazione clandestina di denaro. Ma la trattativa si arenò quando i cinesi pretesero in cambio che l’Italia saldasse il suo debito complessivo contratto fino a quel giorno con la nazione cinese, che naturalmente ammontava ad una cifra ben superiore a quella che stavano trattando.
Nel frattempo Keenan veniva avvicinato da Leo Zagami, un soi-disant massone italiano che si presentò come membro dei “Vatican Illuminati” e come leader di una “fazione secessionista” dei Massoni con sede a Montecarlo, il quale gli disse di avere informazioni utili per rientrare in possesso dei titoli rubati. Zagami presentò a Keenan un certo Daniele Dal Bosco, che diceva di agire a nome dell’OITC. Dal Bosco disse a Keenan che i titoli sarebbero stati investiti in un modo decisamente più efficace attraverso certe organizzazioni umanitarie dell’ONU a cui erano collegati, e suggerì che la loro tutela venisse trasferita temporaneamente al “suo gruppo”, per maggiore sicurezza (fino a quel momento il titolare unico era Keenan).
Dal Bosco informò anche Keenan che la Guardia di Finanza Italiana era disposta a restituire i titoli per il 10% del valore nominale, ma Keenan rispose che la Dragon Family non era interessata a pagare un solo centesimo per qualcosa che già possedeva legalmente da oltre 70 anni.
Nelle settimane seguenti il “gruppo” di Dal Bosco cominciò a materializzarsi intorno a Keenan, e qui la faccenda si complica ulteriormente, con l’entrata in scena di diversi personaggi, che vanno da agenti dei servizi segreti bulgari ad un certo Giancarlo Bruno, direttore delle operazione finanziarie del World Economic Forum di Davos, che diceva di essere anche un “consigliere finanziario del Vaticano” e “tesoriere dei Massoni”. Bruno sosteneva che il buon fine dell’operazione fosse garantito fin dall’inizio, in quanto avevano già stipulato gli accordi preliminari con i loro contatti alle Nazioni Unite. Le ultime perplessità di Keenan scomparvero dopo una telefonata da parte di Laura Mirachian, la rappresentante permanente per l’Italia alle Organizzazioni Internazionali di Ginevra, che confermava che ”siamo tutti protetti dall’alto”, che “nessuno, compreso Keenan, ha motivo di temere ripercussioni di alcun tipo”, e che “la nostra gente a New York ha già avuto l’approvazione da parte di Ban-Ki-Moon, anche se ovviamente negheranno tutto se interpellati al riguardo”.
Insomma, per farla breve, Keenan si convinse di essere in ottime mani, e firmò la cessione temporanea dei titoli a Dal Bosco, il quale si impegnava alla restituzione incondizionata dei medesimi in qualunque momento. Inutile dire che da quel giorno in poi dei titoli non si è mai più saputo nulla.
Dopo aver cercato inutilmente di rientrarne in possesso, Keenan avrebbe quindi deciso di presentare la sua querela contro tutte le entità coinvolte, “per aver cospirato nella sottrazione illegale dei titoli di proprietà della Dragon Family di cui era il responsabile”.
Qui ovviamente si apre un tale ventaglio di ipotesi e di possibilità, per spiegare cosa possa essere realmente accaduto, a cui solo la fantasia può mettere un limite. Oltretutto, non possiamo nemmeno stabilire fino a che punto le accuse da parte di Keenan siano sostanziate e fino a che punto possano essere il frutto di una sua invenzione.
Di fatto, sappiamo solo che la querela esiste, e che i suoi contenuti sono sostanzialmente quelli che abbiamo descritto. A ben altri l’onere eventuale di accertare cosa ci sia di vero e cosa no in tutta questa faccenda.
Noi possiamo solo concludere notando un fatto curioso: mentre centinaia di miliardi di dollari sembrano muoversi disinvoltamente nell’oscurità, a nostra totale insaputa, gli italiani sono impegnati a litigare fra loro come galline impazzite per decidere se sia meglio ridurre le pensioni di un altro milione di euro all’anno, oppure tagliare lo stesso milione di euro dai salari della classe operaia.
Se la sensazione di venire perennemente fregati non arrivasse direttamente dal “giallo di Chiasso”, arriva certamente da questo genere di considerazioni.
Massimo Mazzucco
Nota: La querela che sta al centro di questo articolo è di pubblico dominio, e come tale Luogocomune si riserva il diritto di citarne i contenuti, senza necessariamente implicare che i fatti descritti siano avvenuti veramente, nè che i personaggi e le organizzazioni citate siano stati effettivamente coinvolti nella vicenda descritta.
La Repubblica Italiana, l’ex-premier Silvio Berlusconi, la nostra Guardia di Finanza, le Nazioni Unite ed il suo segretario Ban-Ki-Moon, l’ambasciatore italiano all’ONU Ragaglini, l’ambasciatrice italiana a Ginevra Laura Mirachian, il World Economic Forum (Davos), l’Office of International Treasury Control, ed altri personaggi più o meno conosciuti, collegati a “società segrete” di vario tipo, sono stati citati in giudizio da un cittadino americano per aver partecipato ad un complotto internazionale allo scopo di impossessarsi illegalmente di un pacchetto di Buoni del Tesoro, quasi tutti americani, per il valore nominale di 145,5 miliardi di dollari, con un valore attuale di mercato stimato intorno a 1 bilione (1000 miliardi) di dollari. Lira più lira meno.
La citazione in giudizio è stata depositata il 23 novembre scorso presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti dallo studio legale Bleakley Platt & Schmidt, che ha sede nello stato di New York, a nome di Neal F. Keenan, un cittadino americano residente in Bulgaria, che compare sia a titolo personale che in rappresentanza di un “gruppo di famiglie asiatiche” non meglio identificate, definite con il nome fittizio di “Dragon Family”.
La querela compare negli elenchi ufficiali di PACER (Public Access to Court Electronic Records), l’archivio elettronico dove è possibile consultare tutte le cause depositate presso le Corti Distrettuali e le Corti d’Appello degli Stati Uniti, ...
... che si possono anche scaricare al costo di 8 centesimi a pagina. Diverse persone hanno già scaricato il documento integrale, che potete trovare qui, oppure qui, in formato PDF.
Il sito Courthouse News, che si occupa di questioni di tipo legale, ha commentato il fatto con un articolo del 5 dicembre intitolato “Bizzarra querela da un bilione di dollari”, nel quale ne riassume sommariamente il contenuto, decisamente complesso e intricato, anche perchè riguarda eventi storici che risalgono a quasi un secolo fa.
Secondo Keenan [da qui in poi raccontiamo ciò che viene sostenuto nella querela, per cui evitiamo ogni volta di usare il condizionale o di dire “Keenan sostiene”], nel 2009 la Dragon Family gli affidò la gestione di un pacchetto di “strumenti finanziari” che comprendevano a) 249 titoli da 500 milioni di dollari ciascuno, emessi nel 1934 dalla Federal Reserve, per un valore nominale complessivo di 124,5 miliardi di dollari; b) due serie di titoli del governo giapponese, emesse nel 1983, per un valore di circa 10 miliardi di dollari ciascuna, e c) un titolo unico da 1 miliardo di dollari, chiamato “Kennedy Bond”, emesso dal governo americano nel 1998. Da cui il totale, appunto, di 145,5 miliardi di dollari.
Questi strumenti finanziari erano stati affidati a Keenan dalla Dragon Family perchè facesse investimenti internazionali di vario tipo, finalizzati ad interventi di tipo umanitario su grande scala.
Naturalmente è il pacchetto di titoli della Fed del 1934 che richiama subito l’attenzione, non solo perchè rivela una storia veramente complessa alle sue spalle, ma perchè è sulla base del valore originale (125 miliardi di dollari) che vengono calcolati gli interessi accumulati fino ad oggi, che sono stimati in 968.000.000.000 (novecentosessantotto miliardi) di dollari. Quasi un bilione, appunto.
Questi titoli furono emessi dalla Fed come ricevuta per le ingenti quantità di oro ed altri metalli preziosi che la Dragon Family aveva trasferito negli USA come misura precauzionale, temendo una invasione militare della Cina da parte del Giappone (cosa che poi è avvenuta, nel 1937).
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la Dragon Family chiese la restituzione dell’oro consegnato alla Fed, ma si trovarono di fronte ad una lunga serie di “intoppi legali” che di fatto gli impedirono di rientrare in possesso del prezioso metallo.
Cominciano così le peripezie di questo pacchetto di titoli, che ci avrebbero portato fino ad oggi.
Dal 1946 in poi, infatti, la storia si complica enormemente, introducendo una vera e propria ragnatela di collegamenti, fra dozzine di personaggi e di organizzazioni di livello mondiale, che è molto difficile da riassumere, e ancora più difficile da verificare.
Notiamo solo che fra queste organizzazioni compare anche il misterioso OITC (Office of International Treasury Control), che è considerato una delle più grandi organizzazioni finanziarie nel mondo, e che sostiene di esser affiliato all’ONU e alla Fed, ma con cui sia l’ONU che la Fed negano ufficialmente di aver mai avuto a che fare.
Teniamo presente che non stiamo parlando della scomparsa di qualche dozzina di euro dal conto corrente di nostra cugina, ma di un sistema mondiale di finanza occulta che parte dal presunto trafugamento di tutte le riserve auree custodite ufficialmente a Fort Knox (c’era forse anche l’oro della Dragon Family?), e che coinvolge oggi bene o male tutte le più importanti organizzazioni finanziarie mondiali, all’interno di un “universo parallelo” in cui il traffico e il riciclaggio di titoli di stato “duplicati” – cioè sostanzialmente falsi – sarebbe all’ordine del giorno. (Ricordiamoci sempre stiamo parlando in particolare tipo di cambiali… ma sempre Cambiali al portatore- n.d.r.).
In ogni caso, riprendiamo la vicenda dal 2009, perchè è in quell’anno che i famosi titoli della Fed ricompaiono nella mani di Keenan per essere investiti in “operazioni su grande scala di tipo umanitario”.
Per svolgere questo compito Keenan era affiancato da un emissario di fiducia della Dragon Family, Akihiro Yamaguchi, che era già fisicamente in possesso dei titoli a partire dal 2006. Era stato lui a presentare Keenan alla Dragon Family.
Yamaguchi e Keenan passarono alcuni mesi in Svizzera, valutando le diverse possibilità di investimento che gli venivano proposte dalle banche locali per conto dei loro clienti in tutto il mondo.
Verso la fine di maggio sembrava che finalmente si stesse per concludere un accordo con un gruppo finanziario che viene definito nella querela come “il gruppo dei turchi”. Ma il 3 di giugno accadde un fatto imprevisto: due cittadini giapponesi furono arrestati al confine di Chiasso dalla Guardia di Finanza, mentre cercavano di trasferire in Svizzera un pacchetto di titoli di stato americani nascosti nel doppiofondo della valigia.
Curiosamente, il pacchetto conteneva 249 titoli della Federal Reserve del 1934 da mezzo miliardo di dollari ciascuno, e 10 “Kennedy Bonds” da 1 miliardo ciascuno, per un valore nominale complessivo di 134,5 miliardi di dollari.
La notizia clamorosa stava per rimbalzare sulle testate di tutto il mondo, ma gli americani si affrettarono a far sapere che quei titoli erano falsi, e la cosa si spense sul nascere. I due giapponesi furono rilasciati, e i loro nomi non furono mai comunicati ufficialmente (Keenan sostiene che uno dei due fosse proprio Yamaguchi).
Diversi tentativi fatti da giornalisti americani per saperne qualcosa di più finirono nel nulla [vedi video in coda]: l’ambasciata giapponese non dava nessuna conferma del fatto, la Guardia di Finanza non aveva informazioni da offrire, e il tesoro americano minimizzava la cosa, confermando che i titoli fossero “sicuramente falsi”.
Naturalmente, ci credettero soltanto Topolino e i Sette Nani, ma questo fu sufficiente a tranquillizzare il pubblico americano, mentre la vera storia riprendeva a dipanarsi dietro le quinte.
Lo stato italiano, “tramite Berlusconi”, contattò il governo cinese, offrendo la restituzione dei titoli in cambio del 40% del loro valore nominale, cioè la cifra corrispondente alla penale da pagare in caso di esportazione clandestina di denaro. Ma la trattativa si arenò quando i cinesi pretesero in cambio che l’Italia saldasse il suo debito complessivo contratto fino a quel giorno con la nazione cinese, che naturalmente ammontava ad una cifra ben superiore a quella che stavano trattando.
Nel frattempo Keenan veniva avvicinato da Leo Zagami, un soi-disant massone italiano che si presentò come membro dei “Vatican Illuminati” e come leader di una “fazione secessionista” dei Massoni con sede a Montecarlo, il quale gli disse di avere informazioni utili per rientrare in possesso dei titoli rubati. Zagami presentò a Keenan un certo Daniele Dal Bosco, che diceva di agire a nome dell’OITC. Dal Bosco disse a Keenan che i titoli sarebbero stati investiti in un modo decisamente più efficace attraverso certe organizzazioni umanitarie dell’ONU a cui erano collegati, e suggerì che la loro tutela venisse trasferita temporaneamente al “suo gruppo”, per maggiore sicurezza (fino a quel momento il titolare unico era Keenan).
Dal Bosco informò anche Keenan che la Guardia di Finanza Italiana era disposta a restituire i titoli per il 10% del valore nominale, ma Keenan rispose che la Dragon Family non era interessata a pagare un solo centesimo per qualcosa che già possedeva legalmente da oltre 70 anni.
Nelle settimane seguenti il “gruppo” di Dal Bosco cominciò a materializzarsi intorno a Keenan, e qui la faccenda si complica ulteriormente, con l’entrata in scena di diversi personaggi, che vanno da agenti dei servizi segreti bulgari ad un certo Giancarlo Bruno, direttore delle operazione finanziarie del World Economic Forum di Davos, che diceva di essere anche un “consigliere finanziario del Vaticano” e “tesoriere dei Massoni”. Bruno sosteneva che il buon fine dell’operazione fosse garantito fin dall’inizio, in quanto avevano già stipulato gli accordi preliminari con i loro contatti alle Nazioni Unite. Le ultime perplessità di Keenan scomparvero dopo una telefonata da parte di Laura Mirachian, la rappresentante permanente per l’Italia alle Organizzazioni Internazionali di Ginevra, che confermava che ”siamo tutti protetti dall’alto”, che “nessuno, compreso Keenan, ha motivo di temere ripercussioni di alcun tipo”, e che “la nostra gente a New York ha già avuto l’approvazione da parte di Ban-Ki-Moon, anche se ovviamente negheranno tutto se interpellati al riguardo”.
Insomma, per farla breve, Keenan si convinse di essere in ottime mani, e firmò la cessione temporanea dei titoli a Dal Bosco, il quale si impegnava alla restituzione incondizionata dei medesimi in qualunque momento. Inutile dire che da quel giorno in poi dei titoli non si è mai più saputo nulla.
Dopo aver cercato inutilmente di rientrarne in possesso, Keenan avrebbe quindi deciso di presentare la sua querela contro tutte le entità coinvolte, “per aver cospirato nella sottrazione illegale dei titoli di proprietà della Dragon Family di cui era il responsabile”.
Qui ovviamente si apre un tale ventaglio di ipotesi e di possibilità, per spiegare cosa possa essere realmente accaduto, a cui solo la fantasia può mettere un limite. Oltretutto, non possiamo nemmeno stabilire fino a che punto le accuse da parte di Keenan siano sostanziate e fino a che punto possano essere il frutto di una sua invenzione.
Di fatto, sappiamo solo che la querela esiste, e che i suoi contenuti sono sostanzialmente quelli che abbiamo descritto. A ben altri l’onere eventuale di accertare cosa ci sia di vero e cosa no in tutta questa faccenda.
Noi possiamo solo concludere notando un fatto curioso: mentre centinaia di miliardi di dollari sembrano muoversi disinvoltamente nell’oscurità, a nostra totale insaputa, gli italiani sono impegnati a litigare fra loro come galline impazzite per decidere se sia meglio ridurre le pensioni di un altro milione di euro all’anno, oppure tagliare lo stesso milione di euro dai salari della classe operaia.
Se la sensazione di venire perennemente fregati non arrivasse direttamente dal “giallo di Chiasso”, arriva certamente da questo genere di considerazioni.
Massimo Mazzucco
Nota: La querela che sta al centro di questo articolo è di pubblico dominio, e come tale Luogocomune si riserva il diritto di citarne i contenuti, senza necessariamente implicare che i fatti descritti siano avvenuti veramente, nè che i personaggi e le organizzazioni citate siano stati effettivamente coinvolti nella vicenda descritta.
Episodio nove 17/02/2012
Titolo di Stato Usa falsi per 6
mila miliardi di dollari: 8 arresti in Italia
di Antonio Gianseni
Operazione
"Vulcanica" in Svizzera con maxi sequestro di bond americani falsi.
Titoli di stato statunitensi taroccati, per un valore di 6 mila miliardi di
dollari sono stati sequestrati in Svizzera dai carabinieri del Ros per ordine
della Procura della Repubblica di Potenza. I titoli falsi erano contenuti in
tre casse, solo apparentemente della Federal Reserve.
Al
sequestro dei bond americani, custoditi da una fiduciaria elvetica, si è
arrivati grazie all' "ampia collaborazione" offerta dall'autorità
giudiziaria elvetica ai pm di Potenza titolari dell'inchiesta.
Venuti a
conoscenza, attraverso indagini e intercettazioni, anche telematiche, su alcune
caselle di posta elettronica, dell'esistenza di un elevatissimo numero di bond
americani, contenuti nelle tre casse custodite dalla fiduciaria elvetica, i pm
di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi hanno inviato un anno fa una
rogatoria all'autorità giudiziaria svizzera, chiedendo il sequestro delle casse
e dei titoli.
Le tre
casse sono state aperte alcune settimane fa, con risultati
"incredibilmente sorprendenti" - ha detto un investigatore dei
carabinieri del Ros - sia per l'enormità del valore dei titoli di stato falsi,
sia per l'accurata manifattura delle tre casse (definite "mother
box"). C'é voluta quasi una settimana per l'esame dei titoli, tutti
risultati falsi, e per le successive conferme delle autorità americane.
L'inchiesta ha poi avuto un ulteriore impulso in Italia, culminato con le
misure cautelari eseguite oggi dai carabinieri del Ros.
Otto
persone sono state arrestate stamani, all'alba - in Basilicata, Lazio,
Lombardia e Piemonte - dai Carabinieri del Ros che hanno sgominato
un'organizzazione specializzata in operazioni finanziarie internazionali
garantite da titoli del debito pubblico degli Stati Uniti d'America
falsificati.
Fonte:
www.giornaledibasilicata.com
Episodio
dieci 21/04/2012
La Finanza sequestra titoli di
stato Usa per 1,5 miliardi di dollari e certificati di deposito per 1000
tonnellate d'oro. Denunciato un settantenne pluripregiudicato
Fonte:
www.lastampa.it
Emessi al portatore dalla Federal Reserve negli anni
Trenta, erano tuttora in circolazione.
Titoli di credito americani per un
valore nominale pari a 1,5 miliardi di dollari e certificati di deposito per
circa mille tonnellate di oro, per un controvalore di oltre tre miliardi di
euro sono stati sequestrati da finanzieri del Comando Provinciale di Roma,
poichè ritenuti di dubbia provenienza, nell’ambito di un’operazione,
ribattezzata Million dollar, che ha interessato le province di Roma e Viterbo.
Si tratta dell’epilogo di un’intensa attività investigativa,
durata alcuni mesi, su un giro di titoli del debito pubblico degli Stati Uniti
d’America, emessi al portatore dalla Federal Reserve negli anni Trenta, tuttora in circolazione presumibilmente
per essere destinati alla garanzia di prestiti ovvero di opache transazioni
finanziarie internazionali .Delineato il quadro investigativo, è scattato il
blitz delle fiamme gialle del I Gruppo Roma che, in collaborazione con i
colleghi di Viterbo, hanno intercettato, nel capoluogo della Tuscia, un
settantenne che deteneva nella sua autovettura una valigetta con i titoli e i
certificati di deposito, oltre a documentazione relativa ad operazioni
finanziarie che è stata ritenuta interessante dai militari.
L’uomo, pluripregiudicato, già gravato da precedenti penali
per rapina, estorsione, reati contro il patrimonio, traffico di stupefacenti e
riciclaggio, è stato quindi denunciato all’autorità giudiziaria per
introduzione nel territorio dello Stato di monete e titoli presumibilmente
falsi. Sono tuttora in corso accertamenti, con l’ausilio di funzionari della
Banca Centrale Americana e dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, volti a
verificare l’autenticità, la natura e la provenienza dei titoli, nonchè la loro
destinazione ed eventuali collegamenti dell’uomo con organizzazioni criminali.
(Riflessione : ma quanti cazzo ce ne
stanno ancora in circolazione di ‘sti
milioni di dollari spicci in tagli da mezzo milione e un milione emessi
nel 1934? ... E perché tutti del 1934?? Eppoi perché circolano in Italia??? Ma
se le note interbancarie devono essere firmate tutte una per una personalmente
dal governatore della Fed . Come è possibile che siano false???? Non
scordiamoci che ad una attento controllo della Guardia di Finanza dopo circa un
mesetto.. costoro avevano dichiarato che i bond interbancari erano veri,
originali, ed autentici!!!!!
Una cosa è certa …… qualcuno sta
cercando di smerciarli e di toglierseli dalle palle prima di ritrovarsi con un
pugno di mosche in mano….– n.d.r).
Nessun commento:
Posta un commento