DALL’ANARCHISMO
INDIVIDUALISTA – LIBERTARIO – SOCIALISTA – CAPITALISTICO …
…...
AD
ALBAMEDITERRANEA …… ANARCHISMO SOCIAL – CAPITALISTICO –
PARTECIPATIVO.
Di
Orazio Fergnani.
L'anarchismo
è la filosofia politica che definisce lo Stato non necessario, quasi
sempre dannoso, o altrimenti come la filosofia politica che rifiuta
l'autorità e l'organizzazione gerarchica delle relazioni umane.
L’anarchismo quindi derivandolo (ed in contrapposizione) da quanto
affermato sopra, è la filosofia politica che propone uno “Stato”
basato su associazionismo volontario.
I
fondatori del pensiero anarchico sono unanimemente riconosciuti
William Godwin, Proudhon, Bakunin, Petr Kropotkin e Stirner, come i
principali teorici di questo pensiero. Proudhon, che può essere
considerato giustamente come il padre dell'anarchismo già definito
nelle sue linee essenziali, è stato fatto oggetto di alterazioni,
principalmente quella relativa alla “proprietà”. Bakunin, il suo
apporto è diretto ed operativo nel movimento libertario, ma il suo
pensiero assume le sue peculiari caratteristiche dopo morto.
L'opera
di Petr Kropotkin ed Errico Malatesta, che non esitano su punti
importanti a modificare, precisare, allargare l'eredità bakuniniana
approdando esplicitamente al comunismo libertario sono i veri
divulgatori del pensiero anarchico nella sua maturità.
L'anarchismo
è la manifestazione più estrema del processo di laicizzazione del
pensiero pragmatico occidentale che rifiuta l'autorità esterna o
superiore agli uomini, sia "divina" che umana e
l’imposizione del concetto che debbano esistere classi dominanti
sul resto della popolazione.
Della
Rivoluzione Francese, come sappiamo, alla fine controllata dalla
Borghesia Finanziaria che ne deviò le finalità e l’intima essenza
, pervertendone le successive realizzazioni, l'anarchismo è il
continuatore, e tende a condurre a compimento il progetto iniziale di
Robespierre e dei padri della Rivoluzione.
Anche
l'anarco – capitalismo, che mette il diritto di proprietà e il
libero scambio come fondamenti di una società in cui lo Stato
non è centrale (esaltazione assoluta della Privatizzazione) è
manifestazione, seppure antitetica a quella dominante del pensiero
anarchico in quanto anche qualsiasi limitazione alla proprietà di se
stessi e di ciò che un individuo valorizza con il lavoro o il libero
scambio è una lesione dei diritti naturali e della libertà di
scelta. Quindi l'anarchia non è un'unica ideologia: essa definisce
uno spazio in cui l’individuo può cercare liberamente di
realizzare i propri sogni senza mai imporli ad altri.
Il
comunismo, può essere un’opzione fra tante, una scelta di un
gruppo di individui che investono in una cooperativa, ma mai l’unica
via anarchica percorribile.
Dalla
loro nascita le idee anarchiche entrano in conflitto sia con le
concezioni del socialismo che con le concezioni marxiste, in
particolare per quanto riguarda l'uso della dittatura come mezzo
rivoluzionario.
La
visione anarchica semplificata è la realizzazione di una società di
uomini “liberi” ed “uguali” dal punto di vista dei diritti, i
due concetti chiave. Riguarda la “libertà” tutti d’accordo
(anche se il concetto di libertà a tutt’oggi è del tutto
evanescente)…. È però sull'interpretazione del concetto di
eguaglianza che sorgono i conflitti : infatti le correnti “comuniste”
perseguono l'eguaglianza considerata come uniformità della
disponibilità delle risorse di ognuno, mentre le correnti del
cosiddetto "socialismo di mercato" considerano l'uniformità
indesiderabile, ingiusta è anche vessatoria della naturale
diversità degli individui.
Bakunin
scrisse : "Sono partigiano convinto dell'eguaglianza economica e
sociale perché so che al di fuori di questa eguaglianza, la libertà,
la giustizia, la dignità umana, la moralità e il benessere degli
individui così come la prosperità delle nazioni non saranno
nient'altro che menzogne; ma, in quanto partigiano della libertà,
questa condizione primaria dell'umanità, penso che l'eguaglianza
debba stabilirsi attraverso l'organizzazione spontanea del lavoro e
della proprietà collettiva delle associazioni dei produttori
liberamente organizzate e federate nei comuni, non attraverso
l'azione suprema e tutelare dello Stato".
Secondo
Proudhon, lo Stato è un parassita, inutile, inefficiente,
inefficace, immorale. Come sottolineava Bakunin nella sua polemica
con Marx "La libertà senza eguaglianza è una malsana finzione
(…) L'eguaglianza, senza libertà, è il dispotismo dello Stato e
lo Stato dispotico non potrebbe esistere per un solo giorno senza
avere almeno una classe sfruttatrice e privilegiata: la burocrazia".
Gli
anarchici essendo socialisti, sono per il possesso collettivo dei
mezzi di produzione e di distribuzione, in quanto libertari, in più,
per la libertà che concretizzi il suo reale significato equalitario.
Libertà ed eguaglianza devono essere "concrete", vere,
reali, reciproche; in particolare detestano le forme di sfruttamento
economico ma anche quelle di dominazione politica, ideologica e
religiosa, tutti i governi, tutti i poteri statali, quale che sia la
loro composizione, origine e presunta legittimità, rendono possibile
la dominazione e lo sfruttamento di una infinitesima parte della
società sulla restante maggioranza.
Contro
il modello governativo e centralizzatore dello “Stato”, gli
anarchici oppongono la presa in carico collettiva di tutte le
funzioni inerenti alla vita sociale. Il federalismo costituisce il
punto di riferimento centrale dell'anarchismo, il fondamento e il
metodo sul quale si costruisce il socialismo libertario. Il
federalismo così inteso non ha nulla in comune col federalismo
politico praticato dagli Stati attuali. Si tratta cioè di un
principio di organizzazione sociale a sé stante coinvolgente tutti
gli aspetti della vita della collettività umana.
Il
pensiero anarchico (contrariamente all’opinione “comune”) non
nega il problema dell'importanza dell'organizzazione, ma si pone al
centro di un'altra forma di organizzazione con la quale rispondere
agli imperativi collettivi. Esempio illuminante e chiarificatore può
essere l'autogestione nelle imprese, che sostituisce il salario con
l’associazione del lavoro e degli utili, ed anche la federazione
dei produttori, delle comuni, delle regioni in sostituzione dello
Stato.
Insomma
il socialismo anarchico è garanzia della libertà individuale. Il
fondamento è il
contratto,
uguale e reciproco, effettivo, modificabile
dai contraenti (associazioni dei produttori e dei consumatori, ecc.)
ed istitutivo del diritto di iniziativa di tutti i componenti della
società. Il contratto federativo precisa i diritti e i doveri di
ciascuno, definisce i principi dei diritti sociali e regolamenta gli
eventuali conflitti fra individui, gruppi,collettività, regioni,
senza perciò ridurre l'autonomia dei suoi componenti, il che pone
l'organizzazione federalista anarchica in posizione di distinguersi
dal centralismo statale che all'individualismo liberal –
capitalistico.
Per
gli anarchici esiste un legame indissolubile ed inderogabile tra il
fine perseguito ed i metodi adoperati per raggiungerlo, proprio
perciò il fine non giustifica i mezzi che devono sempre, nella
misura del possibile, essere in accordo con il fine perseguito.
Lo
scopo dell'azione anarchica non vuole essere in alcun caso la
"conquista" del potere o la gestione dell'esistente. al
congresso di Saint-Imier, si affermò che il primo dovere del
proletariato non è la conquista del potere all'interno dello Stato
ma la sua distruzione, del
Potere,
va precisato però che la distruzione, può e deve avvenire in modo
non violento e non devastante.
L'approccio
è quello di opporre soluzioni sociali a soluzioni politiche, quindi
non politici ma antipolitici. Storicamente è sempre stato
considerato con scetticismo l'idea di poter utilizzare l'arma
elettorale o il parlamentarismo per mutare le condizioni di vita in
seno alle “democrazie” borghesi, all'azione politica e
parlamentare tesa alla conquista del Potere, essi contrappongono
l'autogestione generalizzata e senza
deleghe di potere (salvo rare eccezioni).
I
lavoratori rappresentano la forza reale (e il reale VALORE) di una
società e solo da essi può venire una sua trasformazione profonda.
L'azione anarchica – socialista ha sempre teso alla difesa degli
sfruttati ed appoggiato tutte le rivendicazioni per un miglioramento
delle condizioni di vita e del progresso sociale.
Gli
anarchici non sono e non aspirano a divenire un'avanguardia o a
svolgere un ruolo dirigente, poiché ritengono che non esista nessuno
che può occuparsi dei propri affari meglio dell'interessato stesso.
Viceversa
a quanto fin qui detto l’ anarco – capitalismo di origine
liberale, è per un iperliberismo portato alle estreme conseguenze,
cioè alla scomparsa dello Stato sociale e la sua sostituzione con un
capitalismo privo di ogni regola (come attualmente stiamo subendo).
E’
chiaro che l'anarco-capitalismo che l'anarchismo sociale presi nella
loro essenzialità sono due corpus teorici antitetici tra loro, come
dimostrato dall'esperienza dell'anarchismo americano di Benjamin
Tucker o dall'esistenza di un movimento left – libertarian, ma
Proudhon stesso, noto per la sua famosa espressione, era fautore del
libero scambio tra lavoratori autonomi e/o cooperative
autogestionarie e nella "Teoria della proprietà" arrivò
ad affermare che "la
proprietà è libertà".
Questa
apparente contraddizione deriva dal fatto che Proudhon intendeva come
furto quella proprietà, che, seppur utilizzata da altri individui, è
fonte di profitto o rendita per il proprietario, mentre come libertà
quella proprietà, chiamata "proprietà-possesso", frutto
del proprio lavoro, che viene direttamente utilizzata dal
proprietario senza determinare "sfruttamento" del lavoro
altrui. Questa concezione fa vacillare quella visione di un
anarchismo classico antistatalista del tutto inconciliabile con il
pensiero fautore del libero mercato da cui è originato
l'anarco-capitalismo..
A
partire dal Sessantotto, a seguito dell'esplodere della rivolta
studentesca e giovanile, le idee libertarie sono ritornate in auge,
anche all'interno del movimento sociale, con la generalizzazione di
concetti come "autogestione" o "gestione diretta",
“democrazia diretta”. Ora il movimento anarchico è vitale
dovunque. All'inizio del nuovo secolo il movimento contro la
globalizzazione neoliberista si è giovato del contributo delle
analisi e dell'impegno dei militanti anarchici.
L'anarchismo
può ancora tornare a dare il suo contributo all’evoluzione sociale
civile dell’umanità intera perché conta su un consistente
patrimonio culturale teorico – filosofico – politico in grado di
rispondere, e dare soluzione,…. in un'ottica alternativa e
radicale, alle sfide globali del nuovo millennio di guerra
permanente, terrorismo internazionale, corsa agli armamenti,
fanatismo religioso, involuzione autoritaria delle democrazie,
inquinamento, devastazione ambientale, crisi della rappresentanza
istituzionale, divario tra paesi ricchi e paesi poveri,
precarizzazione del lavoro, ecc., sclerotizzazione delle persone e
delle classi sociali …… che ripropongono in chiave postmoderna i
tradizionali ambiti di intervento dell'anarchismo e delle sue istanze
di uguaglianza e libertà…. Oggi più che mai attuali …
E
l’evoluzione dell’anarchismo sociale coniugandosi con gli
sviluppi telematici – tecnologici derivanti dallo sviluppo
esponenziale delle possibilità partecipative messe a disposizione a
sempre più gran masse di cittadini …. oggi permette la
partecipazione culturale in primis, all’informazione, alla
formazione, alla partecipazione allo sviluppo della cultura e
dell’informazione a grandi quantità di cittadini che prima non
potevano accedere a tutto questo e che oggi mettono a disposizione
gli uni gli altri le loro capacità e competenze lievitando in
modalità tridimensionale le loro singole e complessive potenzialità
così traghettando l’umanità in un nuovo tipo di società che non
può che essere a volume ..tridimensionale – sferica e che però
essendo che tutti raggiungono tutti ...si può idealmente
identificare e rappresentare come orizzontale ed egualitaria,
distribuita e distributiva.
E
come si relaziona AlbaMediterranea con tutto ciò premesso?
AlbaMediterranea
ha, come già detto, in sé tutte le anime teorico – politiche
storiche laiche e mistiche … ma soprattutto quella anarchica –
socialista che si rifà ad Errico Malatesta, anche al primo fascismo
del manifesto di San Sepolcro, ….. ma evolvendo, contestualizzando,
aggiornando e contemporaneizzando ogni concetto al contesto attuale
della cultura e della politica… Insomma AlbaMediterranea è un
frullato di frutta mista (banane, mele, arance, pesche….) che però
oggi è diventato tutt’altro… ma ha mantenuto un po’ del sapore
di tutti questi frutti … che però tutti insieme hanno ormai il
sapore di qualcosa di completamente diverso.
In
particolare cosa vuole AlbaMediterranea?
Vuole
uno “Stato” in cui tutti i cittadini siano sotto il profilo dei
diritti essenziali alla dignità ed alla vita uguali… ma
diversamente siano valutati i personali meriti, capacità,
competenze, caratteristiche, e a cui (tutti) siano concesse
possibilità di sviluppo secondo le proprie tendenze ed inclinazioni…
Uno
“Stato” in cui effettivamente i cittadini abbiano ciascuno a caso
ed a rotazione la possibilità di ottenere cariche di “Governo”
per un periodo di un anno (eventualmente rinnovabile a due anni e non
oltre, se non eccezionalmente in emergenze ed in dimostrate non
comuni capacità) come una specie di servizio sociale alla pari della
“leva” del servizio militare obbligatorio, e alla fine del quale
si sia sottoposti ad un “processo” pubblico di verifica
dell’operato con possibilità di premio o sanzione… esattamente
come potrebbe essere in una società privata e come si è fatto per
circa trecent’anni a Roma nel periodo repubblicano.
In
aggiunta occorre evidenziare la partecipazione volontaria, non
obbligatoria, ma contributiva e premiante sulla diversificazione del
merito di ciascuno. Merito che poi si estrinseca nella diversa
valorizzazione della persona sotto tutti i profili sociali.
Infine
AlbaMediterranea è per la nazionalizzazione delle risorse e delle
strutture primaria come ad esempio la banca nazionale, le ferrovie, i
trasporti in genere, le reti di telecomunicazione, l’E.N.I.,
l’I.R.I. … e tutte quelle aziende al di sopra di un notevole
fatturato (50 milioni/anno?) che induca ripercussioni pubbliche
conseguenti a qualunque decisione da parte di privati proprietari.
Insomma non si può pù permettere in uno “Stato” sociale che
privati cittadini influenzino, comprimano e coercizzino il volere di
masse di altri cittadini contro la loro intenzione. Tanto per capirci
come fa attualmente Marchionne per conto della FIAT in danno dei
lavoratori e di buona parte della società in questo momento,….
per la serie di
interesse ed utile “privato” e debito e danno del “pubblico”.
Per
concludere AlbaMediterranea è a favore della distribuita e generale
proprietà privata essenziale… anche produttiva .. ma che non
superi una certa quantità di produzione di Valore …. Oltre il
quale il legittimo proprietario, pur mantenendo il suo ruolo, anche
all’interno della struttura aziendale, viene parzialmente e
progressivamente espropriato col crescere delle potenzialità
dell’azienda, in favore della collettività…. In primis in favore
di chi lavora all’interno ed oltre una certa quantità anche in
favore della collettività locale… e successivamente amplificandosi
le capacità di produzione di valore.. in favore di realtà sociali e
territoriali sempre più ampie.
Nella
speranza che la visione di una società siffatta corrisponda anche ai
vostri desideri, auspico che sempre più aderenti ad AlbaMediterranea
si aggiungano agli attuali e che presto AlbaMediterranea possa
presentarsi ufficialmente di fronte agli elettori italiani ad una
prossima tornata elettorale.
Viva
AlbaMediterranea.
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